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Molise alberi boschi italia foreste

I Siti della Rete Natura 2000 del Molise le categorie di pressioni e minacce per i boschi

Si parla spesso di conservare gli Habitat all’interno della rete dei siti Natura 2000. Anche in Molise le pressioni e le minacce ci sono tanto che sono state descritte per ciascuno dei 61 siti  che coprono una superficie di circa 52.000 Ettari.  Questa superficie rappresenta circa il 12% dei  440.000 Ha totali del Molise. Inoltre in Molise circa 160.000 ettari sono da considerarsi forrmazioni arbustive e arboree sempre in continuo aumento.

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Carta dei siti Rete Natura del Molise SIC e ZPS

Le categorie di pressioni e minacce agli habitat all’interno della rete dei  siti Natura, per quanto riguarda le foreste la flora e la vegetazione sono:
Assenza di alberi di alte dimensioni, di esemplari vetusti e di idonea struttura dell’habitat causata da gestione forestale inidonea.
Dimensioni insufficienti delle aree interne (bassi valori del rapporto sup. aree interne/sup. habitat).
Eccessiva diffusione di boschi monoplani.
Elevata percentuale di boschi con distribuzione  omogenea.
Limitata presenza microhabitat.
Limitato numero di specie arboree presenti.
Presenza di danni gravi o sensibili dello stato vegetativo.
Presenza significativa di dissesti.
Quantità di lettiera insufficiente.
Rinnovazione insufficiente.
Scarsa densità dello strato arboreo (area basimetrica insufficiente).
Scarsa diffusione dello strato arbustivo.
Scarsa diffusione di boschi governati a fustaia.
Scarsa diffusione di piante grandi.

Come si può notare il pericolo e la minaccia per gli alberi e in partcolare per i grandi alberi è sempre in agguato.

Per dettagli sui piani di gestione dei siti della rete natura 2000 in Molise a questo link

http://www3.regione.molise.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13191

Tra i grandi alberi dell’Ortobotanico di Roma l’Abies nebrodensis (Lojac) Mattei

Già in un precedente articolo del 2013 http://www.molisealberi.com/alberimolise/ortobotanico/ e dopo un po’ di tempo siamo ritornati in compagnia dell’ “Arboricultore” Antimo Palumbo dell’Assoicazione Culturale Adea Amici degli Alberi all’Ortobotanico di Roma. Un trekking culturale, zigzagando, tra palme, magnolie, abeti, essenza esotiche, tropicali il tutto intessuto con spunti, aneddoti, notizie di carattere storico, botanico, culturale folkloristico, alimentare sui grandi alberi. Ecco un breve fotoracconto. Si tratta di alberi che non si incontrano facilmente nei nostri boschi e nelle nostre città che ci hanno stimolato l’interesse alla loro conoscenza.  Molte delle foto comunque sono state scattate da noi di molisealberi in altre date. Abbiamo seguito in parte l’elenco che gentilmente ci ha concesso  Antimo Palumbo.

Si comincia con l’Abies nebrodensis (Lojac) Mattei (Sicilia) in poche  parole l’Abete dei Nebroidi o meglio delle Madonie, in quanto è una specie che per le sue carratteristiche occorre mantenere e conservare a lungo per i pochi esemplari rimasti

L’Abete dei Nebroidi è una specie rara e in via di estinzione. Sono rimasti alcune piante  nelle Madonie in Sicilia nelle località di Vallone Madonna degli Angeli, Monte Scalone, Monte dei Pini e Monte Cavallo nel Comune di  Polizzi Generosa a quota sopra i 1500 mslm (Fonte Ente Parco delle Madonie).

Parco delle Madonie località dove ci sono esemplrai di Abete dei Nebroidi
Parco delle Madonie località dove ci sono esemplari di Abete dei Nebroidi

Qui si trovano forse le uniche al mondo, piante di Abies nebrodensis  tutelate dalla Convenzione di Berna e da quella di Washington.

Forse 9000 anni fa era presente con l’abete bianco (suo parente stretto). Prima infatti era considerata un subspecie dell’Abete Bianco chiamata Abies pectinata (Lam.) DC. var. nebrodensis Lojac,  A. alba Mill. var. nebrodensis (Lojac.) Svoboda; A. alba Mill. subsp. nebrodensis (Lojac.). Gli studiosi Lojacono Pojero e Giovanni Ettore Mattei solo agli inizi del 1900 hanno fatto una descrizione dettagliata indicandola come nuova specie, diversa dall’Abete bianco. Infatti per chi non è attento dalle foto la pianta  sembra un Abete bianco (le due striscce bianche sotto gli aghi)  ma la corteccia ha placche squamose le foglie sono più piccole (10 mm) più rigide e sub spinose, rispetto all’abete bianco. Sono in gruppi di 2, lineari-rigide e scanalate di sopra, verde scuro superiormente e glauche inferiormente, con un peduncolo alla base dilatato in piccolo umbone, all’apice poi sono arrotondate. Gli aghi quindi tendono a disporsi a sprrale e pettine per quelli che si trovanop più in ombra.  Inoltre l’albero è a portamento più ridotto e i rami sono disposti quasi a croce. (Fonte modificata da S. Pignatti, Flora d’Italia, vol. I, pag. 74)

Aghi di Abete dei nebroidi
Abies nenebrodensis (Lojac) Mattei le foglie
Abies nebrodensis (Lojac) Mattei
Abies nebrodensis (Lojac) Mattei

abiesnebrodensis2

Un Pinus Pinea nel territorio di Pratella (CE)

Vogliamo ringrazire un gruppo di appassionati di alberi del territorio di Pratella e in particolare la Signora Graziella e il Signor Renzo che hanno effettuato una breve ricerca di grandi gli alberi  del loro territorio. Il tutto e’ stato inserito anche nella loro pagina Facebook Rocca Sancti Biti.
Selva incolta e boscosa con  cerri, e alberi selvatici ….. con montagne, colline, valli, monti e pianure con una totale estensione 1651 tomoli….
(descrizione del territorio di Rocca Vecchia -1808 )….. ( usi civici busta 224, Archivio di Stato di Caserta).
Il paesaggioarboreo Pratellese è abbastanza poliedrico e sfaccettato. Il tessuto dei boschi sempreverdi è permeato da uliveti e querce ora centenarie e solitarie a guardia degli antichi campi, ora in formazioni compatte insieme ad Aceri, Tigli, Pioppi, Olmi e Frassini. Colline e monti con folte schiere di Cerri e Faggi che coprono e proteggono i monti.  Tuttavia la conoscenza dei rappresentanti nel mondo vegetale qui a Pratella risulta ancora incompleta e frammentaria.
Tra le poche iniziative volte alla riscoperta della natura e destinate alla tutela, alla valorizzazione e alla conservazione degli “alberi monumentali” è parsa di particolare importanza la fase di accertamento sul territorio degli esemplari arborei degni di riconoscimento e di protezione. L’attenzione sul verde storico in Pratella è rivolta all’albero nella sua presenza reale ed affettiva, intesa come testimonianza storico-culturale del percorso umano. Alberi monumentali che carichi di anni, rimangono documenti viventi e archivi naturali su cui meditare per non perdere l’identità storico-culturale.

Pinus – Pinea
( Pigna ad ombrello )

Via Fontanelle
Rocca Vecchia – Pratella (CE)

PinusPineadi Pratella

Il Pinus Pinea di Pratella
Il Pinus Pinea di Pratella

Scheda dell’albero
Altitudine m. 284
Latitudine 41.395323
Longitudine 14. 158939

Circonferenza tronco: 345 cm  Buon vigore vegetativo  Eta’ – Ultracentenaria.
La memoria orale la indica come la “pigna r’ f-licion gl’ americanu.
Ha un valore paesaggistico nonche’ storico – affettivo.

 

Alcuni Grandi alberi del Territorio di Pratella (CE) le farnie di cui una che non c’è più

Specie: Farnia (detta comunemente quercia)
Quercus robur L.Ubicazione: Sulla strada provinciale 207 località Pagliarelle presso fonte sant’Arcangelo – Mastrati (CE).  Quota: 143 mslm.  Circonferenza: quasi 4 metri.  Pianta che si presenta bene di valore storico e di ricordi che rimandano alla seconda guerra mondiale. Facilmente raggiungibile.


Altra Farnia si trova in Via Colle Pasquale  con una circonferenza di 3 mt e 45 in una zona dove sono presenti seminativi e pascoli.  E’ ricordata dagli anziani per il valore storico e  affettivo.

FarniadiPratella

FarniadiPratella1
La farnia di Pratella

Una volta in via Colleferro a Mastrati c’era una Farnia con una circoferenza del tronco di 560 cm l’Albero non è più esistente.  Si conserva parte del tronco ed alcuni rami come esemplari per le notevoli dimensioni in un fienile di una azienda agricola. Questa è una foto che ricorda l’albero che non c’è più.

L'albero che non c'è più I summenzionati esemplari arborei secolari sono di elevato valore storico – affettivo e culturale. Rappresentano il valore della cultura, della memoria collettiva e delle tradizioni di una comunità locale, la quale, dal punto di vista antropologico culturale, mostra il senso di appartenenza . La tradizione locale li ricorda da sempre. Sono perenni. In particolar modo, la tradizione orale rammenta la quercia delle Pagliarelle (nei pressi della fonte di Sant’Arcangelo – Mastrati ) perché’ zona di pascolo e luogo dove i soldati alleati, durante il secondo conflitto mondiale, versavano i loro alimenti recuperati dalla popolazione locale. Curiosità  La Quercia farnia è detta anche Albero di Giove e a lui era consacrata. La mitologia narra che quando gli uomini si cibavano con la carne umana, Giove indicò loro le ghiande della quercia come fonte di cibo e da quel giorno fu dedicata a lui e grazie alle sue ghiande detta Albero felice.  Le querce furono anche le prime chiese, perché sotto di esse si radunava il popolo per celebrare sacri riti, per assemblee, per apprendere la sapienza dagli anziani.

Si ringrazia la Signora Graziella Ciorlano. per dettagli al seguente link

https://www.facebook.com/Rocca-Sancti-Biti-Graziella-Ciorlano-1487856391496787/

Gli alberi monumentali della Regione Piemonte

Con Determinazione del Settore Foreste n. 3832 del 28/12/2015  la Regione Piemonte in applicazione della legge nazionale 10/2013 ha approvato il nuovo elenco degli alberi monumentali. Ecco l’elenco:

Fonte: Regione Piemonte Settore Foreste http://www.regione.piemonte.it/foreste/it/tutela/monumentali

Comune Località Specie Nome volgare Circonf. (cm) Alt. (m)
 Alba Giardino “Vittime dei campi di sterminio”  Fagus sylvatica var. asplenifolia  Faggio asplenifolia 135/140  13
Acqui Terme Concentrico Cedrus atlantica Cedro dell’Atlante 460  30
Acqui Terme Bagni Popolus nigra Pioppo nero 600 32
Alba  Strada Castelgherlone Morus alba  Gelso 300  6
Arona  Mercurago di Arona – San Giorgio Juglans regia  Noce comune 250  16
Asti Giardini Palazzo Alfieri Platanus Acerifolia Platano 520 37
Avolasca Tassare Morus alba Gelso 410 8
Avolasca Frazione Oliva Quercus pubescens Roverella 430
Bardonecchia  Concentrico Pyrus communis Pero domestico 310  16,5
Biella Giardino pubblico A.M. Zumaglini Cedrus atlantica Cedro dell’Atlante 450 25,5
Biella Giardino pubblico A.M. Zumaglini Cedrus deodara Cedro dell’Himalaya 670 37,5
Biella Giardino pubblico A.M. Zumaglini Aesculus Hippocastanun Ippocastano 380 30
Bra  Concentrico Aesculus hippocastanum  Ippocastano 320 20
Bra Lo Monte Zelkova carpinifolia  Olmo del Caucaso 715 38
Buttigliera d’Asti Via Principe di Piemonte – Parco Maffei Quercus robur Farnia 460 22,5
Caluso  Piazza Valperga, 2 Sequoia sempervirens Sequoia sempreverde 510 38
Casalborgone  Bric Turniola Quercus crenata Cerro-sughera 325 22
Castagneto Po Strada Chivasso Fagus sylvatica Faggio 415 27
Castagneto Po  Strada Chivasso Aesculus hippocastanum Ippocastano 430 15
Castelnuovo Scrivia Frazione Secco Populus alba Pioppo bianco 458 24
Cavallermaggiore  Concentrico Quercus robur Farnia 380 28
Cavallermaggiore  Madonna del Pasco Aesculus hippocastanum  Ippocastano 440 23
Cavallermaggiore  Fraz. Madonna del Prone Platanus acerifolia Platano 620 33
Comignago  Concentrico Cedrus deodara  Cedro dell’Himalaya  600  33
Coniolo Argine Morano / Populus nigra  Pioppo nero 600 28,5
Crescentino Rabeto Tilia x vulgaris Tiglio comune 345 24
Crodo Alpe Cheggio Picea abies Abete rosso 410 24
Cumiana  Torre S. Giacomo Aesculus hippocastanum Ippocastano 270 21
Cumiana Frazione Costa Ulmus laevis Olmo bianco 385 20
Cumiana Concentrico Pinus strobus Pino strobo 480 28,5
Dormelletto Strada Enrico Fermi Populus nigra  Pioppo nero  520 29
Dormelletto  Lungo lago Salix alba  Salice bianco  360 24
Dronero Centro Aesculus hippocastanum Ippocastano 352 24
Druento  Lanche Ferloch Prunus avium Ciliegio selvatico 308 27
Druento Piano Mule Quercus petraea Rovere 396 21
Farigliano  Naviante Quercus pubescens  Roverella 410 18
Fenestrelle  Bandita Puy Larix decidua Larice 380 25
Fenestrelle Bandita Puy Larix decidua Larice 299 37
Fenestrelle  Chambons-Depot Larix decidua Larice 395 25,6
Fontanile Cornaleja Salix alba Salice bianco 530 17
Fresonara Concentrico Morus alba  Gelso 280  9,5
Giaglione Chiesa Parrocchiale Castanea sativa Castagno 810 10,5
Ivrea  Sponda sinistra Dora Carpinus betulus Carpino bianco 320/235 14
Mirabello Monferrato Strada Comunia, 30 Quercus pubescens Roverella 293 18
Moiola  Tetto Tederei Castanea sativa Castagno 485 22,5
Moncenisio  L’Ila Fagus sylvatica Faggio 240/530 35
Monterosso Grana  Borgata Techè Castanea sativa Castagno 610 27
Nichelino  Corte della Palazzina di Stupinigi Quercus robur Farnia 488 27
Nichelino Parco Naturale Stupinigi Salix alba Salice bianco 352 20
Novara  Cimitero urbano Cedrus atlantica  Cedro dell’Atlante 240/190 18,5
Novara  Frazione Olengo – Villa Segù Juglans nigra  Noce nero 495  30
Oulx Beaulard – Puy S. Chiara Larix decidua Larice 385 22
Oulx Beaulard – Puy Refour Larix decidua Larice 335 16,6
Oulx Borgata Beaume (Bandita soprastante) Pinus sylvestris Pino silvestre 250 15
Piobesi d’Alba  Garbianetto Salix alba Salice bianco 420 3,5
Premosello-Chiovenda Cuzzago Taxus baccata Tasso 362 8,5
Rivara Parco sede del Comune Cupressus sp. Cipresso 590 20
Rivara  Parco sede del Comune Magnolia hypoleuca Magnolia 109 12
Rivara Parco sede del Comune Sequoia sempervirens Sequoia sempreverde 467 35
Rocchetta Tanaro Val Du Ge’ Fagus sylvatica Faggio 315 25
Rocchetta Tanaro Fraz. S. Emiliano Juniperus virginiana Ginepro virginiano 290 14
Rorà Borgata Rounzéi Fraxinus excelsior Frassino maggiore 480 23
San Sebastiano Curone Gazzarola Cedrus atlantica Cedro dell’Atlante 580/160 33
Serravalle Langhe  Concentrico Aesculus hippocastanum Ippocastano 300 21,5
Torino  Parco del Valentino Celtis australis Bagolaro 475 23
Torino  Parco del Valentino Quercus robur Farnia 400 28
Torino Parco del Valentino Borgo Castello Quercus robur Farnia 280 27
Torino  Giardini Cavour Gingko biloba Gingko biloba 370 27
Torino  Giardino Sambuy Pterocarya fraxinifolia Noce del Caucaso 605 27
Torino Giardini Reali Zelkova carpinifolia Olmo del Caucaso 350 24
Torino Cimitero Monumentale di Via Catania Platanus acerifolia Platano 494 27
Torino  Villa Rey Platanus acerifolia Platano 640 13,5
Torino Giardini Cavour Platanus acerifolia Platano 550 33,5
Torino Parco Valentino – Fontana dei 12 mesi Platanus acerifolia Platano 550 39,5
Torino  Parco del Valentino – Dietro Borgo Medievale Platanus acerifolia Platano 510 36
Torino Parco Tesoriera Platanus acerifolia Platano 665 28
Torino Parco del Valentino – Fronte locale Eridano Platanus acerifolia Platano 600 26
Trofarello Valle Sauglio Quercus robur Farnia 430 30
Valdieri  Terme di Valdieri Fagus sylvatica Faggio 330 30,5
Valmacca Cascina Mezzano Platanus acerifolia Platano 505 41
Vernante Palanfrè Fagus sylvatica Faggio 495 25,5
Vernante  Vallone Grande Ulmus glabra Olmo montano 326 30
Vignale Monferrato Centro storico Cedrus atlantica Cedro dell’Atlante 405 23

Fonte Regione Piemonte Settore Foreste

 

Dieci anni di molisealberi

Sono passati dieci anni. Era il 2006 quando un po’ per  gioco, un po’ per  passione alcuni  soci dell’Assoiciazione Ophrys decisero di realizzare il sito www.molisealberi.com . Originariamente il sito era nato per fotografare e descrivere brevemente i boschi e gli alberi della Provincia di Isernia. Ci piaceva conoscere gli alberi e i boschi. Esisteva già un nostro sito sulle orchidee spontanee nato grazie ad un veccho poster.  Non si conoscevano i social network. Poi l’interesse verso  i “Grandi Alberi”  o più in generale deii “Patriarchi della natura” è aumentato anche grazie alla rete internet ai libri di pochi ma autorevoli autori come Valido Capodarca, Tiziano Fratus e altri ai censimenti del Corpo Forestale dello Stato e di alcune Regioni. Bisognava  cercare e scrivere per una maggiore cultura degli alberi e dei boschi. Tra alti e bassi, tra  periodi più o meno lunghi di “riposo” siamo, come dice la canzone di Jovannotti, “ancora qua” a descrivere,  raccontare e fotograrare di grandi alberi,  di  boschi  e aree protette della nostra piccola provincia. Dopo tutti questi anni forse è meglio un po’ camminare e fermarsi di più nei boschi ad osservare, ascoltare, respirare profondamente, riflettere, abbracciare un tronco, fotografare e se è possibile sedersi, riposare e dormire vicino un grande albero. Solo dopo, il raccontare e lo scrivere e solo quanto si ha voglia, diventa necessario un approfondimento sull’albero (età, dimensione, forma, valore paesaggistico, valore storico-leggendario, religioso valore ecologico, culturale, ecc..  ) e una maggiore conoscenza dei luogo dove si è stati, grazie anche all’aiuto di coloro (purtoppo pochi) interessati al  bosco e agli alberi.  Dopo 10 anni di  “molisealberi”  pensiamo che occorre leggere di più e scrivere di meno. Consigliamo infatti la lettura di un libro dal titolo:  “Ogni albero è un poeta”  di Tiziano Fratus che racconta la storia di un uomo che cammina nel bosco.  Oggi tutto è veloce, tutto è immagine e fotoracconti  anche per i grandi alberi e i boschi. Scrivere diventa “faticoso” per chi come noi non è uno scrittore, giornalista, poeta.  Noi di molisealberi non abbiamo mai guardato ai “numeri ” ai mi piace su facebook, agli accesssi al nostro sito. Spesso non rispodiamo a coloro che ci invitano a fare pubblicazioni su riviste, scrivere un libro o su altri siti.  Altre volte rispondiamo e ci scusiamo dicendo che non siamo costanti e non ci piace prendere impegni.  Molte delle nostre foto di alberi e articoli sono già su altri siti: metereologici,  blog,  giornali e riviste on line, ecc..   Chi è interessato alla cultura degli alberi e dei boschi allla selvicoltura al selviturismo ci trova  sul sito e chi vuole  può sempre segnalarci un garnde albero.  Non ci resta che ringraziare Tutti coloro che in questi anni ci hanno sostenuto, conosciuto  apprezzato e segnalato grandi alberi, e delle volte anche criticato. Buone camminate nei boschi  alla ricerca di alberi monumentali, alberi  sempre affascinanti, unici, di estrema bellezza e vere forze della natura.

Venafro: Gli Olivi millenari del Parco

Si può dire che “l’oro verde” di Roma antica erano gli olivi di Venafro. Piante millenarie quelle che si trovano nel  Parco degli Olivi di Venafro. La varietà oggi è chiamata Aurina. In epoca Sannita si chiamava “Licinia” da cui “olio Liciniano”.  L’olivo a Venfaro fu introdotto da Licinio, che era un Sannita o meglio cittadino di Venafro. Scrive Vincenzo Cuoco su questi monumenti verdi  “Dopo lunghe ricerche, fra le tante specie di questa pianta, ne ho trovata finalmente una capace di sostenere il freddo delle paterne montagne; e l’olio di questo ulivo non cede all’olio dei Salentini e dei Tarantini”.   La coltura olearia raggiunse livelli tali, da rendere Venafro famosa in tutto il mondo nel periodo romano. Hanno lascato scritti sull’olivo e sull’olio di Venafro:  Orazio, Plinio il Vecchio, e  Strabone, nel I sec. a.C.,  Poi  Giovanni Presta di Gallipoli, il maggiore studioso dell’olivicoltura di Venafro, un illustre botanco Michele Tenore, Vincenzo Petagna e in ultimo il  Prof. Ferdinando Alterio  nel suo  libro “La storia dell’olivo. Il cammino di una grande pianta. Venafro cuore del mediterraneo olivicolo”, edito dalla Volturnia edizioni (2011), scritto per conto dell’Ente Parco Regionale dell’Olivo.  Adesso parlano le immagini in cui si evidenzia l’unicità, la forza  e la bellezza di questi patriarchi  della natura.

OliviVenafro

Venafro Parco degli Olivi
Venafro Parco degli Olivi
Venafro Parco degli Olivi
Venafro Parco degli Olivi
Venafro Parco degli Olivi
Venafro Parco degli Olivi

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Il Parco degli Olivi di Venafro
Il Parco degli Olivi di Venafro
Il Parco degli Olivi di Venafro
Il Parco degli Olivi di Venafro
Il Parco degli Olivi di Venafro
Il Parco degli Olivi di Venafro

Sesto Campano un bel pioppo Tremolo isolato tra i campi

Specie : Pioppo Tremolo (Populus Tremula L.)
Circonferenza tronco:  cm 620

Per la Festa dell’albero dell’anno 2015 vogliamo ricordare un Pioppo tremolo isolato, che si trova nelle campagne del Venafrano. E’ un vero relitto  e che resiste ancora al tempo e all’uomo. Stranamente, non è stato ancora tagliato. Vive isolato in aperta campagna in un luogo in cui non si vede un albero. Ha una circonferenza di tutto rispetto per un pioppo. Si nota facilmente dalla Strada che conduce a Capriati vicino il Fiume Volturno. Nel 2014 in vicinazna di  questa pianta era stata organizzata la “festa dell’albero” da parte del Parco dell’Olivo di Venafro

Il pioppo Tremolo di località Rontorto
Il pioppo Tremolo di località Rontorto a Sesto Campano (Foto da google Earth)

Il nome del genere, Populus deriva forse da “arbor populi” = “albero del popolo”; l’attributo specifico (tremolo)  sempre dal latino, è riferito al movimento continuo delle foglie.

Il grande Pioppo a Sesto Campano