Tag archivi: Alberi Monumentali

La Quercia “sacra” di Santa Lucia la Posta ad Agnone

Specie: Quercus cerris L.
Nome Comune: Cerro
Circonferenza (mt): 3,50
Età (anni): 100-130 presumibile

La Chiesetta di  Santa Lucia la Posta
La Chiesetta di Santa Lucia la Posta

In vicinaza del fiune Trigno in una zona a confine tra i comuni di Agnone Carovilli e Pietrabbondante in località Posticchia (il toponimo è tutta una filosofia ) c’è la cappella di Santa Lucia la Posta o delle Poste. Riportata anche sulle storiche IGM al 25.000 con il nome Santa Lucia a quota 950 mslm la chiesetta è stata ristrutturata di recente.

E’ un posto ideale per pellegrini e devoti per il silenzio e anche per l’elevata naturalità dell’area. Siamo in vicinanza della riserva MAB di Collemeluccio, il Bosco la Posta e la Selva di Castiglione. Qui regna sovrano il Cerro e nella riserva svettano le colonne di colore verde scuro degli  abeti bianchi. Il 29 giugno di ogni anno in questo luogo viene svolta una manifestazione religiosa in onore di Santa Lucia con relativa processione, rosario e vespri.

Chi arriva scendendo alla chiesetta nota subito lungo il sentiero un ostacolo rappresentato proprio dalla quercia ubicata a circa 50 mt dalla chiesetta. Per noi è un monumento naturale non tanto per il diametro del tronco ma per la sua chioma che svetta e si ramifica tra le altre piante in vicinanza e per la religiosità del luogo. D’autunno con i suoi colori appare sempre dominante nel bosco.

Come per ogni albero  anche qui c’è una storia da raccontare legata alla costruzione della Chiesetta.  Si narra  che un ricco signore della  Puglia percorreva il tratturo in vicinanza (l’attuale strada San Mauro – Pietrabbondante) in compagnia di sua figlia cieca. Ad un certo momento la figlia indicò al padre un punto dove ha visto comparire Santa Lucia protettrice della vista. La Santa era proprio sopra un albero, sorridente. La fanciulla, poi riacquistò la vista ed il padre, per devozione, fece erigere la chiesetta nel punto dove è avvenuto il miracolo.

Un albero “miracoloso” doveva esserci prima della chiesetta. L’albero prima e la chiesetta dopo rappresentano la sacralità e la religiosità dell’area  L’abbiamo chiamata allora la quercia “sacra” di Santa Lucia la Posta, ma sappiamo che non è vero perchè immaginiamo che la quercia dove apparve Santa Lucia fu tagliata per costruire la chiesetta. Per chi non crede ai miracoli possiamo solo dire che altre querce sono nate in vicinanza della chiesetta .

 


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Alcuni alberi di San Francesco

Come scritto nel nostro gruppo di facebook dal più famoso cercatore di alberi, Valido Capodarca: “Il primatista assoluto, in Italia, in quanto ad alberi dedicati al proprio nome, è certamente San Francesco. Fra Centro e Nord Italia sono almeno una decina gli alberi che lo ricordano”. Noi di molisealberi riprendendo un po’ di spunti bibliografici abbiamo fatto un elenco di tre alberi di San Francesco, con una breve descrizione. Oggi tutto è dedicato a San Francesco.

Partiamo da Assisi località Eremo delle Carceri. Qui ci sono due lecci censiti nel 2008 dalla Regione Umbria indicati con codice pianta 001 e 002. Il primo ha una circonferenza di cm 200 altezza mt 5 larghezza chioma mt 4. Il secondo circonferenza di cm 360 altezza mt 21 larghezza chioma mt 16. Storie e miracoli si associano a questi luoghi dove Francesco pregava e contemplava. Boschi di leccio grotte e pietre sono i testimoni della vita del Santo di Assisi.

Leccio Eremo delle Carceri

Andiamo ora  a Rivodutri in provincia di Rieti frazione Cepparo a quota intorno i 1230 mtslm dove c’è un faggio con una forma particolare con rami che si intrecciano  ad ombrello dove la leggenda narra che Francesco si riparò da un temporale. Le dimensioni dell’albero sono  8 mt di altezza, la circonferenza è di 400 cm  L’età oscilla intorno ai 250 anni (Fonte: Alberi monumentali del Lazio di Valido Capodarca).  Capodarca lo definisce: originalissimo, un gigantesco cespuglio con i tronchi più grandi un po’ rovinati oggi come “radice quadrata” di una pianta madre (vecchio faggio di San Francesco che sta morendo ) in un nuovo faggio di San Francesco.

Si tratta comunque di fusti obliqui con rami contorti. Se l’albero ha 250 anni e San Francesco è vissuto 800 anni fa, qualcosa non quadra, ma a noi piacciono le leggende sugli alberi di San Francesco. Ci avviciniamo alle sue creature (non solo gli alberi), alla sua spiritualità, alle sue Lodi, al Creato, alla Natura, alla nostra sorella e madre Terra; “Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba”. Questo faggio forse è un discendente di quello originario. E’ stato, in questi 800 anni, sempre un faggio un po’ particolare e magico, come dalla foto, e a noi basta questo.

Il Faggio di San Francesco

Dopo il leccio e il faggio uno dei dieci monumenti della natura da non perdere in Italia come dice Tiziano Fratus nel suo manuale del: “Perfetto cercatore di Alberi è il cipresso di San Francesco a Verrrucchio in provincia di Rimini. La targhetta dell’albero dice: Piantato da San Francesco nel 1213. Età 800 anni.” Circonferenza base cm 530. Altezza 25 mt.

Che dire di questo Cipresso, qui intorno all’albero e nel chiosco del Convento di Santa Croce si respira aria miracolosa. E’ una rarità anche per gli studiosi di alberi. Possiamo dire, qui si ferma un po’ la scienza che  cede il posto alla fede e alla religione. Se non vuoi ardere, cresci ? diceva Francesco al suo bastone che non riusciva a bruciare. Così buttandolo a terra  nacque il nostro Cipresso. L’albero oggi sta ancora in piedi  dopo aver perso la cima e grazie anche ad  alcuni sostegni. Il tronco è  legato con filo di ferro e una cintura arrugginita.  

Tiziano Fratus, osservatore attento di alberi, dice che nel 1800 la cintura arrugginita era stata applicata per poter tenere insieme le diverse branche, dopo che i soldati napoleonici tentarono di bruciarlo. Questo Cipresso, si legge dai giornali di oggi, è stato clonato per donarlo all’attuale papa Francesco. E’ uscita una piantina alta 40  centimetri diretta discendente del cipresso che 800 anni fa piantò San Francesco.

Un Albero forte, storico, leggendario, miracoloso, favoloso, imponente non ci vengono in mente altri aggettivi. Ci sono altri Cipressi di età superiore a 600-700 anni Capodarca classifica al secondo posto quello di Toffia (messo un po’ male) in provincia di Rieti e Fratus un cipresso alle cinque Terre in Liguria di 800 anni e a Grizzana in Provincia di Bologna in frazione La Scola  con circonferenza di cm 550 Si tratta quindi di Cipressi che per circonferenza e per altri parametri arrivano all’età in cui visse San Francesco. Continueremo nei prossimi giorni a parlare di grandi alberi di San Francesco e delle loro storie e leggende.

Il cipresso di San Francesco

Regione Molise – La legge regionale di tutela e valorizzazione degli alberi monumentali

Pubblicata sul BUR Molise n. 39 del 16/12/2005
Fonte: www.regione.molise.it

logo-regione-moliseARTICOLO 1

(Finalità)

1. Allo scopo di tutelare e valorizzare il patrimonio ambientale e il paesaggio della regione, la presente legge detta norme per l’individuazione degli alberi monumentali di alto pregio naturalistico e storico, di interesse paesaggistico e culturale presenti nella Regione Molise.

ARTICOLO 2

(Definizione)

1. Sono considerati alberi monumentali di alto pregio naturalistico e storico e di interesse paesaggistico e culturale:

a) Gli alberi isolati o facenti parte di formazioni boschive naturali o artificiali che per età o dimensioni possono essere considerate come rari esempi di maestosità o longevità;

b) Gli alberi che hanno un preciso riferimento a e-venti o memorie rilevanti dal punto di vista storico o culturale o a tradizioni locali.

ARTICOLO 3

(Elenco regionale degli alberi monumentali)

1. È istituito, presso l’assessorato regionale all’agricoltura, l’elenco regionale degli alberi monumentali.

2. A tal fine l’assessorato all’agricoltura, sentito il responsabile regionale del Corpo Forestale dello Stato, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, definisce la metodologia di rilevazione ed i contenuti informativi di una scheda tipo che deve contenere almeno i dati caratteristici di vegetazione e i criteri di tutela di cui all’articolo 2.

3. L’assessorato all’agricoltura, sulla base della scheda di cui al comma 2 ed esaminate le eventuali proposte pervenute ai sensi del comma 4, predispone l’elenco re-gionale degli alberi monumentali.

4. L’inserimento nell’elenco regionale degli alberi monumentali può avvenire anche su proposta del Corpo Forestale dello Stato, delle province, dei comuni, delle comunità montane, degli Enti parco ed anche a seguito di segnalazioni da parte degli Istituti scolastici, cittadini o associazioni ai medesimi Enti. In tale ultimo caso detti enti sono tenuti a trasmettere la segnalazione all’assessorato all’agricoltura, entro trenta giorni dal ricevimento, corredata dal loro parere trasmesso contestualmente a quanti hanno provveduto alla segnalazione o all’associazione interessata.

5. La scheda tipo di cui al comma 2 e l’elenco regionale degli alberi monumentali sono pubblicati nel Bollettino Ufficiale della Regione. L’elenco regionale degli alberi monumentali è aggiornato semestralmente.

6. Il Corpo Forestale dello Stato, le strutture regionali competenti in materia di servizi forestali, di servizi fitosanitari e l’assessorato all’agricoltura assicurano, ciascuno nell’ambito delle rispettive competenze, l’assistenza per gli aspetti agroforestali e di fitopatologia agli alberi dell’elenco di cui al comma 1.

ARTICOLO 4 (Iniziative di valorizzazione e tutela)

1. Gli alberi inseriti nell’elenco sono classificati come “Albero monumentale protetto”.

2. L’assessorato all’agricoltura e gli enti di cui all’articolo 3, comma 4, promuovono iniziative di pubblicizzazione e valorizzazione degli alberi inclusi nell’elenco, al fine cli divulgarne la conoscenza, il significato della tutela, nonché per migliorare il contesto territoriale e ambientale circostante.

3. I comuni riportano nel proprio strumento urbanistico generale gli alberi monumentali protetti e le relative aree di pertinenza dettando apposita normativa di tutela.

4. È vietato a chiunque abbattere, danneggiare o comunque modificare la struttura degli alberi monumentali inseriti nell’elenco regionale, salvo quanto previsto ai commi 5 e 6.

5. Gli interventi per una corretta manutenzione e conservazione degli alberi monumentali nonché il loro eventuale abbattimento, qualora non siano già attribuiti alla competenza di enti o amministrazioni diverse ai sensi della normativa statale e regionale vigente, sono autorizzati dal comune, previa acquisizione di un parere tecnico delle strutture regionali competenti in materia di servizi forestali e fitosanitari.

6. L’abbattimento di alberi inclusi nell’elenco di cui all’articolo 3, avviene per esigenze di pubblica incolumità o per esigenze fitosanitarie e comunque dopo aver accertato l’impossibilità ad adottare soluzioni alternative volte ad evitare l’abbattimento.

7. I comuni e le strutture regionali competenti in materia di servizi forestali e fitosanitari vigilano sull’applicazione delle disposizioni della presente legge.

ARTICOLO 5 (Sanzioni amministrative)

1. Chiunque compia gli interventi di manutenzione e conservazione degli alberi monumentali senza l’autorizzazione di cui all’articolo 4, comma 5 è assoggettato ad una sanzione amministrativa da un minimo di Euro 50,00 ad un massimo di Euro 100,00.

2. Chiunque danneggi o abbatta alberi sottoposti a tutela della presente legge senza l’autorizzazione di cui all’articolo 4, comma 5, è assoggettato a una sanzione amministrativa da un minimo di Euro 500,00 ad un massimo di Euro 2.500, 00 per ogni albero abbattuto.

3. L’area di pertinenza delle piante abbattute senza l’autorizzazione non può essere utilizzata per diversa destinazione per 50 (CINQUANTA) anni a decorrere dalla data di abbattimento delle piante.

4. All’applicazione delle sanzioni di cui al comma 1, provvedono i comuni nel cui territorio è stata commessa la violazione con le modalità e le procedure di cui al-la legge 24 novembre 1981, n. 689.

5. Il comune incamera i relativi proventi che destina esclusivamente alla cura, tutela, valorizzazione ed eventualmente alle cure colturali dell’alberatura pubblica.

ARTICOLO 6 (Reimpianto)

1. In caso di abbattimento i comuni provvedono al reimpianto di specie vegetali analoghe a quelle abbattute.

ARTICOLO 7 (Concorso per le scuole)

1. Per incrementare la conoscenza e l’amore per gli alberi è istituito il premio regionale “La storia del Molise attraverso gli alberi” aperto alle scuole di ogni ordine e grado.

2. Una commissione formata da un rappresentante dell’Università del Molise, dai Dirigenti Scolastici delle province di Campobasso ed Isernia, dal responsabile regionale del Corpo Forestale dello Stato, dall’Assessore all’agricoltura e presieduta dal Presidente del Consiglio Regionale, di anno in anno, stabilisce il tema del premio e la modalità della partecipazione.

3. Per ogni ciclo scolastico, (scuole materne, scuole medie e scuole superiori) saranno messi a disposizione vari premi. Per l’Università, per ogni anno accademico, sarà premiata con una Borsa di Studio una tesi di laurea attinente il tema del concorso.

ARTICOLO 8  (Norma finanziaria)

1. Alle spese di natura corrente derivanti dall’applicazione della presente legge, quantificabili in euro 80.000,00 per ciascuno degli esercizi 2006, 2007 e 2008, si fa fronte mediante legge di bilancio.

 ARTICOLO 9 (Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Re-gione Molise.

2. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla rispettare come legge della Regione Molise.

Il castagno di località le Cupe e per Sant’Egidio a Boiano

Specie: Castanea Sativa
Nome Comune: Castagno
Circonferenza (mt): 6,00
Altezza (mt): 15
Età (anni): 600-800 forse millenario
Quota Slm (mt): 950

Nell’ambito del censimento degli Alberi monumentali del Molise nella provincia di Campobasso,  il vecchio Castagno in località le Cupe si conosce da tempo. Dei castagni e del Matese c’è un bel binomio legato alla storia e alla natura di questi luoghi. Il nostro pluricentenario Castagno si trova facilmente lungo il vecchio sentiero che da Civita di Boiano sale verso la chiesa di Sant’Egidio che i boianesi, e non solo, conoscono molto bene. Su wikipedia si legge che questo castagno è tra i più antichi d’Italia, la cui presenza ha permesso di datare come probabile l’introduzione della pianta nella Penisola al periodo delle invasioni barbariche.

Noi ci mettiamo un “forse” o nel gruppo tra i più antichi sicuramente del Molise con la circonferenza del tronco di 6.00 mt. La pianta si trova su un piccolo pianoro un po’ aperto del bosco facile da notare a pochi metri dal sentiero, con alcuni grossi rami con diramazione orizzontale. Una particolarità: nel tronco abbiamo notato che qualcuno ha lasciato dei piccoli “lumini di cera” ormai spenti in corrispondenza della parte più chiara. Senso di pace e un po’ di sacralità dovrebbe emanare quest’albero.

Se ne consiglia un visita anche per i non boianesi per poi proseguire alla Chiesa di Sant’Egidio del X secolo con in vicinanza una bella fontana oltre a tavoli e area pic-nic con accumuli comunque di rifiuti forse lasciati li’ dall’anno precedente durante la festa del 30 e 31 agosto.

Nel 2017 come riportano alcune cronache di giornali l’albero risulta essere stato bruciato  all’interno del maestoso tronco

Bojano, acceso un fuoco nel fusto di un castagno monumentale

 

http://caserta24ore.altervista.org/31032017/ha-quasi-800-anni-un-castagno-di-bojano-tra-i-faggi-e-castagni-del-parco-nazionale-del-matese-da-valorizzare/?doing_wp_cron=1492705063.9507958889007568359375

 

 

Regione Liguria – Norme in materia di foreste e di assetto idrogeologico – Legge regionale n.4 del 22 gennaio 1999

logo_regioneliguriaARTICOLO 12
(Alberi monumentali)
1. Sono tutelati gli esemplari arborei, ovunque radicati, quando costituiscono patrimonio di particolare interesse naturalistico, ambientale o storico-culturale della Regione.
2. Gli esemplari di cui al comma 1 sono inseriti in apposito elenco approvato dalla Regione.
3. E’ vietato abbattere gli esemplari iscritti nell’elenco. L’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste può autorizzare l’abbattimento di tali esemplari per motivi fitosanitari, di incolumità pubblica o per la realizzazione di opere di pubblica utilità.
4. Gli interventi di carattere fitosanitario, di potatura e di sostegno statico relativi agli esemplari iscritti nell’elenco sono preventivamente autorizzati dall’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste. L’autorizzazione può contenere particolari prescrizioni anche in deroga a quanto stabilito dal regolamento di cui all’articolo 48.
5. Gli esemplari iscritti nell’elenco sono indicati sul posto con apposita segnalazione, da realizzarsi a cura dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste territorialmente competente.

Il grande vecchio faggio di Fonte della Contessa di Civitanova del Sannio

Specie: Fagus sylvatica L
Nome Comune: Faggio
Circonferenza (mt): 5,80
Stato Vegetativo: mediocre
Altezza (mt): 30
Quota slm (mt): 1250

Il grande vecchio faggio (2)Siamo vicino al lago di Civitanova del Sannio (IS)  sulla strada per Sant’Egidio di Frosolone in località Fonte della Contessa. Un bivio ci porta  su una brecciata per un breve tratto. C’è un boschetto. Qui alcuni faggi. Troviamo il più grande, il più alto e il più strano con tronco doppio alla fine e branca a ciuffo.

L’albero comunque non sta tanto bene. Il tronco unico in basso è un po’ messo male. Qualche problema interno. Siamo a sud della zona della Montagnola vicino il lago di Civitanova o meglio lago di San Lorenzo. Un lago “strano” perchè l’acqua  delle volte c’è e poi scompare.  Ecco le foto del lago “fantasma”.

Il lago di Civitanova o di San Lorenzo maggio 2007 con acqua
Il lago di Civitanova o di San Lorenzo maggio 2007 con acqua
Il Lago di Civitanova anno 2012 senza acqua
Il Lago di Civitanova anno 2012 senza acqua

C’è sicuramente un inghiottitoio che in tempi brevi e dopo alcuni  giorni da abbondanti piogge fa allontanare l’acqua. Il faggio è qui vicino assieme ad altri esemplari  in un ambiente, quello della Montagnola, ancora un po’ selvaggio tipo Far West. Ci sono in giro cavalli e animali al pascolo, almeno nel periodo primaverile-estivo.

Diametro del tronco di tutto rispetto mt 5,80. Tronco un po’ dritto poi si dirama in due. E’ ubicato in una piccola conca.  Censito nell’elenco degli alberi monumentali della Regione Molise nell’anno 2009 nel  Comune di Civitanova del Sannio in Località Valle Banca. L’albero  fa vivere forti emozioni a chiunque ho portato a farlo vedere. Non ci si aspettava un vecchio grande faggio. Speriamo che possa resistere un’altro po’ di anni, ormai è dal 2006 che lo conosciamo.

Emette poche foglie e solo nella parte alta. La chioma è molto ridotta con rami secchi. Il tronco vale la pena abbracciarlo. Non sappiamo l’età ma 200-250 anni li potrebbe avere.


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Da Google Earth si vedono molti rami secchi. Qui siamo in versione sicuramente invernale.


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Regione Puglia – L.R 12/2013 “Integrazione alla legge regionale 4 giugno 2007 n. 14”

Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia.

La legge regionale 14/2007 integrata e modificata con L.R 12/2013.

Regione_Puglia-logoAnno 2007, la Regione Puglia forse per prima in Italia ha parlato di tutelare gli olivi monumentali. La legge ripresa dal sito della regione puglia, è la  L.R. 14/2007, dal titolo “Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali”,  vuole contribuire a creare un patrimonio di olivi  non solo come coltura ma anche come cultura, sviluppo turistico e paesaggistico della Regione.

L’art. 1 infatti recita: “La Regione Puglia tutela e valorizza gli alberi di ulivo monumentali, anche isolati, in virtù della loro funzione produttiva, di difesa ecologica e idrogeologica nonché quali elementi peculiari e caratterizzanti della storia, della cultura e del paesaggio regionale”. L’art. 8  “in considerazione dei peculiari aspetti storici, rurali, sociali, ambientali e paesaggistici che caratterizzano il patrimonio regionale degli ulivi secolari, l’Assessorato al turismo e industria alberghiera (…) promuove uno specifico progetto di valorizzazione turistica (…)”. L’art. 10, secondo cui “è vietato il danneggiamento, l’abbattimento, l’espianto e il commercio degli ulivi monumentali inseriti nell’elenco regionale di cui all’articolo 5”, ad eccezione di deroghe esclusivamente per motivi di pubblica utilità o per opere i cui procedimenti autorizzativi siano stati completati alla data di entrata in vigore della presente legge” (art. 11.1).

Quindi in teoria solo per pubblica incolumità e sicuramente per fisiopatie (malattie) e per opere i cui procedimenti autorizzativi siano stati completati nel 2007 (forse ma non è chiaro per noi) questi alberi possono essere abbattuti.

Si è poi visto che con la L.R. 12/2013, il cui art. 1 ha integrato l’art. 11.1 della L.R. 14/2007 con queste parole: “ovvero per piani attuativi di strumenti urbanistici generali adeguati alla legge regionale 31 maggio 1980, n. 56 (Tutela ed uso del territorio), ubicati nelle zone omogenee B e C e con destinazioni miste alla residenza, nonché per aree di completamento (zona B del Decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444 (Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell’art. 17 della L. 6 agosto 1967, n. 765), ricadenti nei centri abitati delimitati ai sensi del Codice della strada, approvati prima della data di entrata in vigore della presente legge.

Per tali ultimi interventi non si applicano le previsioni di cui al comma 3 dell’articolo 6.  Si è complicato il tutto: si preferisce non capirci più nulla e alla fine pare che adesso si possano espiantare gli ulivi perchè si elimina  l’applicazione dell’art. 6 comma 3 della L.R. 14/2007 che dice che questi ulivi sono sottoposti a prescrizione delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del Piano Urbanistico territoriale tematico per il paesaggio  PUTTP.

Conclusione: noi di molisealberi nel 2013 non ci abbiamo ancora capito niente di quello che sta succedendo per gli olivi monumentali  della Puglia. Comunque si sta effettuando un grande lavoro di censimento di queste piante  in continuo aggiornamento. Il Corpo forestale dello Stato aveva già nel 2010 censito 13.000 ulivi monuemtali (Delibera di approvazione Regione Puglia n. 345 del 08/03/2011)  

Dovrebbero arriva a 5 o 6 sei milioni gli ulivi monumentali (come si legge sulla stampa locale ) in Puglia. Noi abbiamo visto l’elenco excel scaricabile dal sito dell’Assessorato Ambiente della Regione Puglia con gli aggiornamenti di cui l’ultimo della DGR Puglia 1417/2013  e abbiamo visto l’elenco di ben 350.000 (da verificare meglio) ulivi monumetali  con indicazioni delle coordinate di ubicazione e dei fogli e particelle catastali.

Un Censimento é un lavoro davvero notevole; crediamo occorra ancora molto tempo. Ma gli ulivi secolari se non millenari della Puglia sanno aspettare le generazioni future.

Regione Emilia Romagna L.R. 24 gennaio 1977, n. 2 e succ. mod.

REGIONE EMILIA ROMAGNA – LEGGE REGIONALE 24 gennaio 1977, n. 2 E SUCC MOD ED INTEGRAZIONI PROVVEDIMENTI PER LA SALVAGUARDIA DELLA FLORA REGIONALE – ISTITUZIONE DI UN FONDO REGIONALE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA – DISCIPLINA DELLA RACCOLTA DEI PRODOTTI DEL SOTTOBOSCO

Art. 6 (già sostituito da art 39 L.R 2 aprile 1988 n. 11 e poi modificato dall’ art 30 L.R 1 agosto 2002  n. 18)
regione emilia romagnaCon decreto del Presidente della Giunta regionale, anche su proposta dei Comuni, delle Comunità montane, della Amministrazioni provinciali, del Comitato circondariale di Rimini, delle Assemblee di Comuni di Imola e Cesena, degli Istituti universitari interessati, delle associazioni naturalistiche, ricreative e del tempo libero, dell’Istituto per i beni artistici culturali e naturali e dell’Azienda regionale delle foreste, sono assoggettati a particolare tutela esemplari arborei singoli o in gruppi, in bosco o in filari, di notevole pregio scientifico o monumentale vegetanti nel territorio regionale, sentito il parere del Comitato consultivo regionale per l’ambiente naturale e della competente Commissione consiliare.
Il decreto è emanato sulla base di un elenco degli esemplari arborei individuati annualmente a seguito di istruttoria compiuta dall’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali che dovrà contenere gli elementi conoscitivi e le indicazioni di cui alle lettere a), b), c) e d) del comma successivo.
Il decreto dovrà indicare:
a) la esatta ubicazione degli esemplari arborei tutelati con riferimento anche all’individuazione catastale dell’area ove insistono;
b) le caratteristiche di tali esemplari e le modalità di segnalazione degli stessi in loco;
c) i criteri e la durata di applicazione del regime di tutela nonché i soggetti pubblici e privati cui la tutela viene affidata;
d) il tipo e le modalità degli interventi necessari ad assicurare la buona conservazione dello stato vegetativo degli esemplari tutelati.
Il decreto regionale è atto definitivo e deve essere notificato ai soggetti proprietari degli degli esemplari arborei assogettati a tutela entro sessanta giorni dalla data di esecutività.
Sulla base di appositi finanziamenti annuali assegnati dalla Regione, l’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali provvederà ad erogare ai soggetti di cui alla lettera c) del terzo comma i fondi eventualmente necessari per gli interventi conservativi e di salvaguardia degli esemplari arborei tutelati.

Regione Abruzzo L.R. 28 maggio 2013, n. 12 Tutela del patrimonio arboreo della regione

Art. 6
(Tutela del patrimonio arboreo della regione)

1. La Regione, ai sensi dell’articolo 9 del proprio Statuto, protegge e valorizza il paesaggio, le bellezze naturali e l’ambiente, garantisce la tutela ed il rispetto delle risorse e dei beni naturali, assicurandone la fruizione a tutti i cittadini.

2. Ai fini della tutela e della salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale, nelle more della redazione degli elenchi comunali e regionale di cui al comma 3, dell’art. 7, della Legge 14 gennaio 2013, n. 10, avente ad oggetto “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, è vietato sul territorio dei centri urbani regionali il danneggiamento, l’abbattimento e l’espianto di:
a) alberi ad alto fusto isolati o facenti parte di formazioni boschive naturali o artificiali ovvero alberi secolari tipici, suscettibili di considerazione ai sensi della lett. a), comma 1, articolo 7, della Legge n. 10/2013;
b) filari e alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale;
c) alberi ad alto fusto inseriti in particolari complessi architettonici di importanza storica e culturale, quali ad esempio ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche private.

3. L’abbattimento e l’espianto del patrimonio arboreo di cui al comma 2, esclusivamente per casi motivati e improcrastinabili, è consentito previo parere obbligatorio e vincolante del Corpo forestale dello Stato, idoneo ad escludere la praticabilità di soluzioni alternative o complementari aventi minore impatto ambientale.

Pizzone Il Grande Acero di Valle Ura

Specie: Acer pseudoplatanus L.
Nome Comune: Acero Montano
Circonferenza (mt): 6.60
Stato Vegetativo: buono tranne il fusto cavo diviso subito in 2 grossi tronchi
Altezza (mt): 25-30
Età (anni): 400-500

Acero di Valle Ura
Acero di Valle Ura

Nessuno sa che quest’ Acero è tra i primi 5 più grandi d’Italia. Qualche primato c’è anche qui in  Molise. L’amico Francesco Nasini che ha scritto un bellissimo libro sui grandi Alberi d’Abruzzo ha trovato di meglio dai nostri cugini abruzzesi a Pescasseroli, non solo a Monte Tranquillo.

Gli Aceri Montani con circonferenze superiori a 5,50 mt  nascosti nelle faggete non è semplice trovarli . Oltre all’età plurisecolare un Acero montano con una circonferenza di 6,60 mt  risulta sempre più complicato incontrarlo. Sfidiamo chiunque a dimostrarci il contrario. A Pizzone quasi tutti lo conoscono e pensiamo che la gente è orgogliosa del loro grande Acero, un vero Re.

Un signore nel 2005 ci fece vedere una gigantografia dell’albero composta da 6-7 fotografie sovrapposte per una lunghezza di 70-80 cm. Ciò a dimostrare la grandiosità e l’affetto per l’albero. Nella foto si vede Vincenzo che esce dalla cavità del tronco solo con la testa, eppure Vincenzo sta in piedi all’interno dell’albero. 2-3 persone vi entrano tranquillamente, dipende dalla loro circonferenza toracica non tanto dall’altezza. Quest’Acero deve essere scampato per secoli a intemperie e pericoli di frane, al peso della neve, al vento e ai tagli e alle valanghe.

Sembra che una valanga nel 2002 o 2003 abbia fatto danni alle specie in vicinanza, ma lui si è salvato. Un miracolo che è rimasto ancora lì, secondo noi per due motivi: il primo è che la natura ci fa dei “belli scherzi” e il secondo perché è un pò difficile da raggiungere se non si è esperti del luogo. Forse e meglio così.

All’Acero ci si può arrivare dalla strada che da Pizzone porta sul Pianoro delle Forme (denominato anche Valle Fiorita). Si percorre la tortuosa asfaltata con l’automobile per circa 7 km (meglio a piedi) poi a sinistra si prende un sentiero a circa 1250 mtslm vicino un fontanile. Il sentiero passa all’interno di un bellissimo bosco di faggio. Lo si percorre per circa 1-2 km. Poi le tracce si perdono e comincia la vera ricerca dell’albero. Qui si sale sempre più e l’Acero dovrebbe essere su una quota intorno ai 1680 mtslm. Bisogna mantenere le forze fino alla fine visto che l’ultimo tratto è davvero difficile per le forti pendenze ma bisogna insistere e se è possibile farsi accompagnare dalle guardie del parco nazionale d’abruzzo lazion e molise o da persone conoscitori del luogo

L'amico Giovanni sbuca dall'Acero
L’amico Giovanni sbuca dall’Acero

 


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