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Regione Marche – Legge regionale 23 febbraio 2005, n. 6 “Legge Forestale”

logoregionemarcheNella Regione Marche la legge indica le “formazioni vegetali” definite come: “… gli alberi di qualunque specie, i filari, i gruppi e qualsiasi altro elemento o formazione vegetale di particolare interesse storico-culturale o di particolare pregio naturalistico-paesaggistico, che per età o dimensioni possono essere considerati come rari esempi di maestosità e longevità o che recano un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, o delle tradizioni locali”.

ARTICOLO 26
(Formazioni vegetali monumentali)
1. Nel territorio regionale sono tutelate le formazioni vegetali monumentali così come definite all’articolo 2, comma 1, lettera l), e censite nell’elenco di cui all’articolo 27.
2. E’ vietato effettuare qualsiasi intervento sulle formazioni vegetali monumentali o abbatterle senza autorizzazione del Comune. In zona montana l’autorizzazione è rilasciata dalla Comunità montana qualora delegata dal Comune. L’autorizzazione è rilasciata solo in caso di eccezionale necessità o gravità.
3. Le Comunità montane e i Comuni comunicano alla struttura regionale competente in materia di foreste le autorizzazioni rilasciate, ai fini dell’aggiornamento dell’elenco di cui all’articolo 27.

ARTICOLO 27
(Censimento ed elenco regionale delle formazioni vegetali monumentali)
1. La Giunta regionale, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, definisce i criteri, le modalità ed i tempi per la realizzazione del censimento delle formazioni vegetali monumentali ed istituisce a tal proposito un apposito elenco, periodicamente aggiornato.
2. La struttura regionale competente in materia di foreste provvede a notificare ai proprietari le formazioni vegetali monumentali inserite nell’elenco con l’indicazione della specifica tutela.
3. Ogni formazione vegetale monumentale è contrassegnata con apposita targa di riconoscimento, fornita dalla Giunta regionale.
4. I Comuni provvedono, d’intesa con i proprietari, alle spese necessarie per la manutenzione delle formazioni vegetali monumentali utilizzando i proventi derivanti dalle sanzioni di cui all’articolo 30.

ARTICOLO 28
(Registro comunale delle formazioni vegetali abbattute abusivamente)
1. Ai fini della inedificabilità prevista dall’articolo 30, comma 14, i Comuni istituiscono, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, un registro contenente l’elenco degli alberi e delle formazioni vegetali monumentali tutelate ai sensi del presente capo abbattute senza la prevista autorizzazione. Nel registro sono indicati, per ciascuno di essi, l’esatta ubicazione e l’estensione dell’area di incidenza della chioma.
2. Nei casi in cui l’area di incidenza della chioma non sia accertabile, la stessa viene stabilita con le modalità previste dall’allegato 2 alla presente legge.

Fonte: Leggi e regolamenti regionali della Regione Marche

 

A Castel Del Giudice il più grande cerro del Molise

Comune:  Castel del Giudice
Specie: Cerro
Località: Le Vigne
Circonferenza: 6,20 mt
Età: 200-250 anni

Non ci siamo dimenticati di Lui; siamo tornati a fotografarLo in questo periodo (marzo 2014) prima della sua ripresa primaverile. E’ il cerro tra i più grandi del Molise. La sua chioma svetta un po’ da tutte le parti. Facilmente raggiungibile. In vicinanza c’è un’area attrezzata con cartelloni, tabelle, staccionate, panchine e una fonte, ma senza cestini per la raccolta dei rifiuti.

C’è un cartello sulla strada in vicinanza del cimitero di Castel del Giudice ad indicare la sua presenza. Si può fotografare benissimo in quanto c’è un bel prato in vicinanza. Un po’ d’impatto in veste autunnale è un edificio bianco sullo sfondo. La presenza dell’acqua e del fango nella zona crediamo lo faccia “campare” per molti altri anni. Ci preoccupa una incavatura sul tronco. Stavolta facciamo parlare le foto:


Visualizza Grandi Alberi in Molise in una mappa di dimensioni maggiori

Nel 2017 l’albero è caduto, rimangono le foto e un ricordo di un grande patriarca.

Le fustaie di cerro del Molise. Uno studio del Centro di Ricerca per la Selvicoltura

fustaieCosì ci scrive Paolo Cantiani in merito alla  richiesta di pubblicazione sul nostro sito del suo studio e che riportiamo in questo post: “Potete citare tutto dove ritenete più opportuno, ne sono solo lusingato e credo che certi tasselli della nostra storia recente, ma anche dell’attualità debbano essere divulgati…. Il caso ha voluto che anch’io abbia amato e lavorato in Molise. E’ stato un caso, ma un caso molto fortunato. La sua (rivolto a noi di molisealberi) terra ha ancora dei valori importanti. E’ una cosa per la quale andare molto fieri. Sono felice di avervi incontrato e veramente buon lavoro appassionato”.

Un ringraziamento è stato il minimo che potevamo fare a Paolo Cantiani. Troviamo sempre persone fuori regione che apprezzano il nostro Molise. Queste parole rendono orgogliosi un po’ tutti i molisani anche perchè dette da ricercatori che studiano giornalmente le foreste e che vivono di pane-alberi e boschi tutti gli anni. D’altronde di anni ce ne vogliono sempre di più visto che noi viviamo molto poco, 80-100 anni, rispetto ad un albero che puó vivere fino a 7000 anni.

Vediamo brevemente il lavoro pubblicato negli annali del Centro Ricerche per la Selvicoltura Vol 36, 2009-2010 pag 25-36, autori: Paolo Cantiani, Fabrizio Ferretti, Francesco Pelleri, Dalila Sansone, Giovanni Tagliente. Premesso che noi di molisealberi non siamo sempre “all’altezza” paragonandoci ai grandi alberi, abbiamo più o meno capito che è stata svolta un’ indagine sul trattamento delle Cerrete del Molise analizzando i piani d’assestamento ed altra documentazione storica. Nel territorio di un Comune (Carovilli) è stata analizzata “l’efficacia del trattamento applicato alla cerreta, valutando come le scelte gestionali abbiano influito sulla struttura di quattro popolamenti e stadi evolutivi successivi. L’Analisi conferma l’efficacia a tagli successivi delle fustaie di cerro del Molise”.

Che significa tagli successivi per chi non è addetto ai lavori? Diciamo che è una tecnica di rinnovazione e che oggi è lo strumento migliore per garantire le perpetuità delle cerrete. Questa rappresenta l’elemento gestionale più efficace per la stabilità delle stesse formazioni. O meglio, come si afferma nelle discussioni e conclusioni dello studio “le Fustaie di cerro del Molise rappresentano un valido e utile laboratorio per la sperimentazione sul trattamento della specie in Appennino. La persistenza nel territorio regionale della funzione produttiva di questa formazione, pur con variazioni nella tipologia di assortimenti prodotti per le diverse richieste del mercato nel tempo, ha fatto sì che le cerrete molisane siano state, e siano tuttora attivamente gestite”.

Noi di moliseaberi non possiamo che essere doppiamente contenti in quanto come si dice nello studio la pianificazione forestale in Molise è stata, ed è ancora oggi, particolarmente attiva. Obiettivo del lavoro è stato quello di fornire un contributo alla conoscenza delle modalità del trattamento delle cerrete molisane che sia di utilità per le scelte selvicolturali del futuro.

E’ possibile scaricare lo studio qui
Fonte: http://ojs-cra.cilea.it/index.php/asr/article/view/817

Un resoconto più semplice dello studio e del lavoro del Dr. Cantiani e del suo staff all’Università del Molise durante le giornate forestali molisane del 2011 potete scaricarlo qui
Fonte: http://web.unimol.it/Vecchio%20sito%20Unimol/serviziweb.unimol.it/unimol/eventi/Sim2011/cantiani.pdf