Benvenuti su 'Molise Alberi', il blog dedicato agli alberi secolari e ai boschi rigogliosi della regione Molise. Scopri le storie, le curiosità e le meraviglie nascoste dietro ogni tronco e foglia
Archivi della categoria: I Grandi Alberi in Italia
Ogni tanto ci piace parlare di Sequoie. Con la passione per i grandi alberi, vengono subito in mente le Sequoiadendron giganteum (lindl) Buch. Un maestoso esemplare ben tenuto con recinzione che si vede anche dall’autostrada per Aosta si trova nel parco del castello del Baron Gamba nel comune di Chatillon. Anche per un osservatore poco attento la Sequoia si evidenzia da tutte le parti. Dalla bibliografia sembra che molti alberi del parco siano giunti nel lontano 1884 per via ferrata. Oltre alla sequoia c’è un Taxodium distichum (L) Richiard un cipresso di Palude raro esemplare anch’esso monumentale. Quando poi si leggono circonferenze sopra i 7 metri e altezze sopra i 35 metri si rimane sempre incantati.
Specie: Castanea sativa L.(Castagno) Comune: Poppi (AR) Località: Metaleto (vivaio) Circonferenza: 8,5 mt, scesa rispetto a 9,30 di Valido Capodarca censita nel 1980 Età: circa 400-500 anni (difficile, sicuramente sopra i 300) Quota: 900 mslm
Siamo vicino a Camaldoli, in provincia di Arezzo, tra castagni monumentali. Siamo andati a trovare la pianta più conosciuta all’interno del Parco delle Foreste Casentinesi. Si trova nel vivaio forestale di Metaleto. Le sue dimensioni sono eccezionali.
Per i tanti visitatori e per evitare danni all’albero, è stata costruita una staccionata intorno. Le condizioni per noi non appaiono buone. L’età si comincia a sentire. La cavità nel tronco è una caratteristica che lo rende molto particolare ed unico per la sua grandezza. Si rimane sempre affascinati da questi monumenti della natura. Chiamato il Castagno di Miraglia forse per volontà del direttore del Ministero dell’Agricoltura, Nicola Miraglia che alla fine dell’800 dedicò questa pianta in onore della moglie, la contessa Elena Mazzarini. Non è da tutti dedicare un simile monumento di 300-400 anni alla propria moglie e per lo più contessa. Si racconta anche che la contessa fece mettere un piccolo tavolino e due sedie all’interno della grande cavità dell’albero dove trascorreva lunghe ore a ricamare. Il tavolo comunque c’era (lo dice Valido Capodarca) ed è rimasto a lungo anche come centro per “banchetti” forse di castagne.
Valido Capdarca, ci racconta di un’altra credenza popolare legata al nome dell’albero. Nella prima metà del Novecento venne visto per diverso tempo da quelle parti un ammiraglio il quale, ritiratosi in pensione, amava trascorrere gran parte del suo tempo in contemplazione davanti al castagno. L’azione del “mirare” (ammirare), associata al grado militare prestigioso, avrebbe originato il nome.
Per maggiori dettagli l’articolo di Valido Capodarca é a questo link oppure sul sito di Eno Santecchia nella sezione dedicata agli alberi.
Legge Regionale 31 marzo 2008, n. 10 Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea (articolo BURL n. 14, 1° suppl. ord. del 04 Aprile 2008 )
Articolo 12
1. La Regione promuove la tutela degli alberi monumentali quali patrimonio naturale e storico della Lombardia; con successiva delibera di Giunta, ai fini della miglior definizione degli alberi monumentali e della loro tutela, la Regione individua gli elementi paesistici, naturalistici, storici, architettonici, culturali che ne permettano il riconoscimento.
2. Per le finalità di cui al comma 1 gli enti competenti ai sensi dell’articolo 5, comma 9, individuano all’interno del loro territorio gli alberi monumentali da sottoporre a tutela.
3. Possono essere individuati quali alberi monumentali esemplari appartenenti alla flora autoctona e esemplari di specie di notevole valore storico, culturale e paesaggistico anche appartenenti a specie alloctone, purché non invasive ai sensi dell’articolo 1, comma 3, lettera e).
4. Sono vietati il danneggiamento e l’abbattimento degli alberi monumentali, salvo che per motivi di sicurezza e incolumità.
Con D.G.R. n. 1044 del 22.12.2010: “Modalità per la definizione degli alberi monumentali e per la loro tutela (art. 12 L.R. 10/08). La nuova Direzione Generale nell’ambito delle proprie competenze in materia di tutela e conservazione della flora e vegetazione spontanea, individua con questa delibera i criteri per la definizione degli alberi monumentali e per la loro tutela. La monumentalità viene attribuita sulla base di sei caratteristiche: la dimensione, la rarità botanica, la forma e portamento, il valore paesaggistico, il pregio in termini di architettura vegetale ed il legame con particolare eventi storici o tradizioni locali.
Possono essere definiti monumentali non solo gli alberi ma anche gli arbusti e i rampicanti, intesi come singoli esemplari ma anche come gruppi di piante (es. in filare), o architetture vegetali di particolare pregio paesaggistico (es. i parchi di ville storiche) o storico culturali (es: i roccoli). Queste piante possono appartenere sia alla flora autoctona cioè tipica della regione, che alla flora alloctona cioè non originaria dell’area geografica di riferimento purchè non invasiva.
Siamo stati in Piemonte nel Bosco del Vaj e nel territorio di Castagneto Po’ e Casalborgone. Abbiamo preso un po’ di materiale relativo agli alberi e ai boschi di questi luoghi e scoperto che tutto si muove intorno ad un Quercus Crenata. Un po’ come “giriamo” attorno un albero.
Esiste una Associazione culturale «Attorno alla Ro Verda» che da anni si batte per la valorizzazione e la tutela di un albero monumentale, la rovere verde o cerrosughera (Quercus crenata) di Casalborgone, localmente nota come la “Rul verda” (della quale Tiziano Fratus ha parlato in vari libri, l’ultimo dei quali è “La linfa nelle vene”, anno 2012) e dell’intera area del Bosc Grand, e del Bosco del Vaj.
Siamo nella maggiore area boscata della Collina di Torino che si sviluppa intorno al Bric Turniola. Dal lavoro che da anni vede impegnati molti appassionati, c’è il sito del Bosc Grand dove è stata scelta una poesia di Tiziano Fratus, dal titolo Bagolaro, pubblicata nel 2010 in Nuova Poesia Creaturale (Edizioni della Manifattura Torino Poesia) e poi ripubblicata nella selezione antologica: “Gli scorpioni delle Langhe. Poesie con radici” (2012, La vita felice, Milano). .
Si ringrazia Florence Baptiste che ci ha fornito notizie e alcune foto del Quercus crenata dal sito www.boscgrand.eu e Tiziano Fratus a cui si rimanda all’ articolo del 2012.
Rul Verda di CasalborgoneArea SIC Cartografia e Tabellone d’Insieme
Larici di San Geltrude (Trentino Alto Adige) Specie:Larix decidua. Età stimata: meno di mille anni
Ci piace la parola “ultimo”, perchè pensiamo di poter andare nella Val d’Ultimo. Questa Valle esiste davvero. Si trova vicino il parco Nazionale dello Stelvio in zona contornata dalle cime dell’Ortles. Accanto al Maso Ausserlahner in località St. Gertraud (Santa Geltrude) a Ulten (Ultimo), crescono i tre Larici che per quasi un secolo sono stati considerati gli alberi più antichi forse del Nord Italia, con oltre 2200 anni. Recenti analisi dendrocronologiche ne hanno dimezzata l’età (1000 anni). Restano comunque un riferimento essenziale del patrimonio arboreo italiano. Noi abbiamo allegato la foto che ci ha mandato Guido Leonardi che ringraziamo e che gestisce un sito ricco di informazioni su quel territorio www.ultental-valdultimo.com e che inizia dal comune di Lana e le località San Pancrazio, Santa Valburga, Pracupola, San Nicolò e Santa Gertrude dove ci sono i Larici. Posti incantevoli per escursionismo, passeggiate, alpinismo ecc…
Poi c’è sempre una descrizione dettagliata sempre di l’Homo Radix (Tiziano Fratus) su questi Larici. Noi di molisealberi quando leggiamo di larici di altezze sopra i 30 mt o quasi e circonferenze sopra gli 8 metri, non possiamo far altro che mostrare rispetto per queste creature viventi. Poche parole, molte emozioni quando gli alberi sanno parlare da soli. Ecco una immagine dei Larici.
In Friuli Venezia Giulia la tutela di monumenti naturali non è solo riferita agli alberi ma anche ai boschi. Interessanti anche le ragioni “spirituali” per la tutela di monumenti naturali e le sanzioni fino a 100.000 Euro per ogni singola pianta distrutta o alterata e il ripristino ambientale, secondo le prescrizioni della Direzione centrale.
La sanzione dei 100.000 Euro è scritta anche nella legge nazionale 14 Gennaio 2013 n.10: “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani (GU Serie Generale n. 27 del 1-2-2013)”. In Friuli la stessa sanzione è stata prevista 6 anni prima della legge nazionale.
Legge Regionale Friuli Venezia Giulia n. 9 del 23-04-2007
Capo V
Funzione paesaggistica, turistica e culturale Sezione I
Tutela dei monumenti naturali ARTICOLO 79
(Funzioni della Regione)
1. Allo scopo di tutelare e valorizzare il patrimonio arboreo, paesaggistico e ambientale del Friuli Venezia Giulia, la Regione promuove l’individuazione, la manutenzione e la conservazione degli alberi e dei boschi di particolare pregio naturalistico, storico, paesaggistico, culturale e spirituale.
ARTICOLO 80
(Definizione di monumenti naturali)
1. Ai fini della presente legge, sono considerati monumenti naturali i singoli elementi arborei o specifiche aree boscate o formazioni geologiche a esse connesse, di origine naturale o antropica, che, per eta’, forme, dimensioni o ubicazione ovvero per ragioni storiche, letterarie, toponomastiche o paesaggistiche, culturali e spirituali presentino caratteri di preminente interesse e richiedano una loro speciale conservazione.
ARTICOLO 81
(Inventario regionale dei monumenti naturali)
1 La dichiarazione di monumento naturale si consegue mediante l’inclusione in un apposito elenco denominato <<inventario regionale dei monumenti naturali>>, contenente:
a) l’esatta ubicazione dei monumenti naturali tutelati, con riferimento anche all’individuazione catastale dell’area su cui gli stessi insistono;
b) le caratteristiche di tali monumenti con riferimento alle ragioni che ne giustificano l’inclusione nell’inventario e le modalita’ di segnalazione degli stessi in loco.
2. L’inventario e’ approvato con decreto del Direttore centrale da pubblicarsi nel Bollettino Ufficiale della Regione.
3. In sede di prima applicazione della presente legge, si assume come inventario quello approvato con decreto del Presidente della Giunta regionale 20 settembre 1995, n. 0313/Pres..
ARTICOLO 82
(Tutela e gestione dei monumenti naturali)
1. E’ fatto divieto a chiunque di distruggere o alterare i beni inclusi nell’inventario di cui all’articolo 81, fatti salvi gli interventi di conservazione e manutenzione di cui al comma 4.
2. I Comuni sul cui territorio insistono i beni inclusi nell’inventario sono tenuti ad adeguare il proprio strumento urbanistico generale alle prescrizioni previste dalla presente sezione.
3. Il decreto di cui all’articolo 81, comma 2, costituisce titolo per l’apposizione d’indicazioni informative dei beni soggetti a tutela.
4. Le Comunita’ montane, nel territorio di rispettiva competenza, e le Province assicurano, mediante specifici interventi conservativi e di manutenzione, la buona conservazione dello stato vegetativo dei singoli monumenti naturali e la valorizzazione ambientale dei siti che garantisca il mantenimento delle funzioni assegnate.
ARTICOLO 83
(Sanzioni)
1. La violazione del divieto di cui all’articolo 82, comma 1, comporta il pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 euro a 100.000 euro per ogni singola pianta distrutta o alterata e il ripristino ambientale, secondo le prescrizioni della Direzione centrale, fatto salvo il potere di quest’ultima di provvedere d’ufficio, previadiffida, in caso di inerzia del trasgressore, con diritto di rivalsa nei confronti del medesimo.
2. Le sanzioni possono essere ridotte fino a un decimo nei casi di tenuita’ del danno.
3. Gli importi versati ai sensi del comma 1 sono finalizzati all’esclusivo finanziamento del Fondo di cui all’articolo 90, comma 1.
Se scriviamo di Sequoie e di Platani e anche di Castagni non possiamo far altro che parlare di Tiziano Fratus che ha stilato una classifica basata sulla circonferenza dei tronchi a petto d’uomo dei Platani del Piemonte. Ecco l’elenco:
1) Campiglione Fenile – uno dei due del Campo dei Miracoli, 768 cm;
2) Alessandria – Platano detto di Napoleone, 760 cm;
3) Luserna San Giovanni – platano messo a dimora nel 1540, 736 cm;
4) Savigliano – il maggiore della coppia presente in piazza Nizza, 720 cm;
5) Frazione Ova, Castelnuovo Scrivia – il solitario che svetta nella campagna, 684 cm;
6) Torino – il maggiore dei platani del capoluogo di regione, 660 cm;
7) Santena – il platano detto di Cavour nel parco dell’omonima fondazione, 640 cm.
Abbiamo ripreso un suo scritto del 2012, con una descrizione minuziosa, dettagliata e molto bella, oltre che nelle foto, per fare un itinerario dei Platani del Piemonte. Itinerari facili perchè di solito i Platani si trovano lungo viali nei parchi storici. Omaggio al Piemonte “patria dei platano” in quanto è l’albero scelto storicamente per decorare viali, piazze, parchi e giardini. Come dice Fratus oggi ci troviamo ad accudire un patrimonio di tutto rispetto dislocato in varie sedi, fra città e campagne, fra aree pubbliche e proprietà private. Non perdetevi la descrizione dei Platani battezzati: Imbronciati di Campiglione Fenile.
L’itinerario tra i Platani del Piemonte lo potete scaricare qui
Torino è una delle poche città in Italia che ha un Regolamento del verde pubblico e privato dal 2006, anno in cui iniziammo anche noi di molisealberi a parlare di “grandi alberi”. I regolamenti sul verde servono a poco se poi non vengono applicati, come succede in molte altre città. Torino, forse è da chiamare la città “degli alberi di pregio” per l’attenzione e la cura da parte del Settore Gestione del Verde per i propri alberi e alberature, tanto da riuscire a numerarli e classificarli. E’ una città tra le più verdi d’Italia. Ci sono 70 specie diverse di piante, con alberi come il Platano (Platanus acerifolia), con oltre 15.000 esemplari, Il Tiglio (Tilia ibrida), con circa 10.000 esemplari, Il Bagolaro (Celtis australis), con circa 5.000 esemplari L’Acero (Acer Platanoides), con oltre 5.000 esemplari L’Ippocastano (Aesculus ippocastanum), con oltre 4.000 esemplari e aggiungendo molti altri si arriva a 160 mila alberi inclusi quelli dei parchi e aree a verde come si legge dall’opuscolo e sito internet del Comune.
Tiziano Fratus ha scritto nel 2013 un bel libro da titolo “Vecchi e grandi alberi di Torino”. Una guida insolita alla ricerca dei maggiori e più annosi alberi della città. Ben tredici “itinerari per camminanti” scritti in forma epistolare: Parco del Valentino, Giardini Reali, Parco della Tesoriera, Parco di Villa Genero, Parco Rignon, Parco Millefonti, Cimitero Monumentale, Parco della Rimembranza, Parco Ruffini, Orto botanico, Parco pubblico Giacomo Leopardi, gli spazi verdi ascendendo alla Basilica di Superga, Giardini Cavour. Val e la pena leggerlo. Inoltre Tiziano Fratus ha stilato e crediamo non sia stato facile, una classifica dei più grandi platani di Torino che come detto è la specie più numerosa della città. Noi di molisealberi abbiamo visto il grande Platano che sta al parco della Tesoreria, che è il più famoso, e che i Torinesi chiamano “il nonno” sicuramente per la sua età (forse inizio 700) con i suoi cm 660 di circonferenza. Ecco il Platano della Tesoreria in una nostra foto del febbraio 2013:
Il grande Platano del Parco della Tesoreria a Torino cm 660 di circonferenza età 300-400 anni
Il patrimonio arboreo Torinese comprende diversi esemplari particolarmente pregiati, per:
Dimensioni
Età
Sviluppo complessivo
Particolarità del genere e della specie
Inserimento nel paesaggio
Particolarità botaniche
Riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, tradizionale.
Questi alberi, che possono non solo essere parte del patrimonio pubblico della città, ma anche essere proprietà privata, necessitano di particolare attenzione, cura e tutela, ed è a questo proposito che il Regolamento del Verde Pubblico e Privato della Città di Torino, adottato nel marzo 2006, ha introdotto specifiche norme in questo senso.
Queste norme, valide per il territorio comunale, si aggiungono a quelle previste, per tutto il territorio della Regione Piemonte, dalla Legge Regionale n° 50/1995 “Tutela e valorizzazione degli Alberi Monumentali, di Alto Pregio Naturalistico e/o storico del Piemonte” e s.m.i. che prevede procedure e tutele particolari per gli alberi che hanno le caratteristiche ivi previste.
In particolare, il Regolamento comunale istituisce un “Elenco degli alberi di pregio della Città di Torino” e l’inserimento in tale elenco può essere proposto non solo da enti pubblici, ma anche dai privati, per esemplari anche non in loro proprietà.
Un’apposita Commissione, istituita dal Settore Gestione Verde della Città, in presenza di segnalazioni, valuta i seguenti parametri prima di procedere ad inserire un esemplare in elenco:
Dimensioni (gli alberi per essere di pregio devono avere una dimensione (diametro) del tronco, misurata a 130 cm di altezza, superiore a 80 cm di diametro per le specie di prima grandezza, superiore a 60 cm di diametro per le specie di seconda grandezza e superiore a 40 cm per le specie di terza grandezza)
Esistenza per l’esemplare di precisi riferimenti ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico o culturale
Esistenza per l’esemplare di riferimenti tradizionali riguardanti l’esemplare per la popolazione locale, o significative potenzialità di diventare un riferimento tradizionale per la città
Una volta deciso l’inserimento dell’albero nell’elenco, è prevista una condizione di particolare tutela e attenzione:
L’inserimento dell’albero nell’Elenco è comunicato al proprietario entro 30 giorni
È fatto obbligo ai privati di rimuovere le cause di danno alla vitalità delle piante e di adottare i provvedimenti necessari per la protezione contro eventuali effetti nocivi. In caso di inerzia protrattasi per almeno 30 giorni dalla notifica della rilevazione della causa di danno o in caso di grave pericolo per la vita delle piante, l’Amministrazione Comunale potrà effettuare gli interventi necessari in danno del privato proprietario
Qualsiasi intervento su un albero di pregio riveste carattere di assoluta eccezionalità
È vietato l’abbattimento; in caso di rischio di schianto andranno preventivamente individuate opere provvisionali di mantenimento in sito alternative all’abbattimento
Eventuali inderogabili interventi di abbattimento, interventi di potatura drastica, di modifica sostanziale della chioma e dell’apparato radicale che si rendessero indispensabili devono essere preventivamente autorizzati dall’Amministrazione Comunale tramite la Commissione Alberi di Pregio, previo parere del Settore Fitosanitario Regionale per quanto riguarda il genere Platanus. Il proprietario degli alberi di pregio può eseguire, senza necessità di autorizzazioni comunali, la potatura a tutta cima con la tecnica del taglio di ritorno, la rimonda periodica del secco e conservare la forma della chioma degli esemplari allevati in forma obbligata, per i quali un abbandono al libero sviluppo vegetativo comporterebbe pericoli di scosciatura o instabilità
Salvo casi particolari, in caso di abbattimento autorizzato di alberi di pregio, per ogni albero dovranno essere poste a dimora, in sostituzione, e secondo le indicazioni impartite dalla Commissione Alberi di Pregio, piante della stessa specie
L’Amministrazione Comunale potrà erogare contributi per la cura ordinaria e straordinaria degli alberi di pregio ai proprietari o agli aventi diritto che ne facciano richiesta, nel limite massimo del 50% delle spese sostenute e compatibilmente con le risorse disponibili
L’Amministrazione Comunale, anche su istanza dei proprietari o degli aventi diritto, può promuovere iniziative di valorizzazione degli alberi, filari ed alberate monumentali e/o di pregio, al fine di divulgarne la conoscenza ed il significato della tutela, nonchè per migliorare il contesto territoriale ed ambientale circostante
È possibile scaricare segnalazione alberi di pregio Torino in formato pdf, che va inviata a Città di Torino – Divisione Ambiente e Verde, Settore Gestione Verde, via Padova 29 – 10152 TORINO
E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 12.02.2018 il Decreto di approvazione del primo Elenco degli alberi monumentali d’Italia del Capo Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale, prot. n. 5450 del 19.12.2017, che è sato redatto ai sensi dell’art.7 della legge 14 gennaio 2013, n.10 e del relativo decreto attuativo del 23 ottobre 2014 Per la Regione Emilia Romagna l’elenco è scaricabile qui: