Molti sanno che i licheni organismi derivanti dall’associazione di un fungo e di un’alga fotosintetizzante e che si trovano sui tronchi e rami degli alberi, sono degli “indicatori di biodiversità” e impiegati per il “biomonitoraggio” dell’inquinamento atmosferico tanto che ormai da trent’anni si scrive e si effettuano studi per calcolare l’ indice di biodiversità lichenica (I.b.l) in un determinato ambiente. Attraverso questo indice con alcuni metodi si valuta il livello di inquinamento dell’aria. Più è alto è l’indice più la naturalità è alta. Per semplificare più specie di licheni troviamo sulla corteccia di un albero, meno sarà la presenza di inquinanti dell’aria. Se ci sono poi molte specie di licheni su un albero e più alberi diversi c’è anche più biodiversità. I licheni epifiti, cioè che hanno delle foglioline, e quindi permettono gli scambi gassosi, reagiscano in modo diverso agli inquinanti dell’aria come gli ossidi di azoto, i PM10, l’Ozono e l’anidride solforosa, e i metalli pesanti, purtroppo i licheni non sempre sono in grado di identificare i singoli inquinanti in quanto non c’è una relazione causa effetto. Ma ci sono alcuni limiti per il loro uso come bioindicatori: sono numerose le specie di licheni, reagiscono in tempi lunghi e a condizioni climatiche diverse alla presenza alle sostanze tossiche dell’aria, quando invece è necessario sapere subito se si superano le “soglie” di inquinanti soprattutto in aree urbanizzate e industriali per i rischi per la salute umana.
I licheni subiscono con esposizioni ad inquinanti modifiche morfologiche e fisiologiche (cambiano colore, non si riproducono più, si staccano dai tronchi, riducono l’attività fotosintetica ecc..). Alcuni licheni tollerano di più di altri i fenomeni di eutrofizzazione ed inquinamento atmosferico, così si distribuiscono anche in modo diverso. I metodi di campionamento e di monitoraggio per stabilire l’indice di biodiversità lichenica non sono facili, bisogna trovare e scegliere le aree di studio in termini di estensione, uso del suolo, antropizzazione, topografia, condizioni meteo-climatiche sorgenti puntiformi, altitudine, uso del suolo, densità della popolazione residente, tipo di vegetazione. Inoltre per gli alberi è importante la loro distribuzione le specie con caratteristiche di corteccia, circonferenza, inclinazioni del tronco stato fitosanitario. Poi bisogna effettuare le operazioni in laboratorio la selezione del materiale lichenico, l’omogeneizzazione e la conservazione dei campioni ripulire il materiale estraneo ecc.. In conclusione pur con le difficoltà di campionamento e monitoraggio per determinare l’indice di biodiversità lichenica gli alberi e i licheni ci fanno conoscere in “silenzio” quanto è inquinata la nostra aria.