Già in un precedente articolo del 2013 http://www.molisealberi.com/alberimolise/ortobotanico/ e dopo un po’ di tempo siamo ritornati in compagnia dell’ “Arboricultore” Antimo Palumbo dell’Assoicazione Culturale Adea Amici degli Alberi all’Ortobotanico di Roma. Un trekking culturale, zigzagando, tra palme, magnolie, abeti, essenza esotiche, tropicali il tutto intessuto con spunti, aneddoti, notizie di carattere storico, botanico, culturale folkloristico, alimentare sui grandi alberi. Ecco un breve fotoracconto. Si tratta di alberi che non si incontrano facilmente nei nostri boschi e nelle nostre città che ci hanno stimolato l’interesse alla loro conoscenza. Molte delle foto comunque sono state scattate da noi di molisealberi in altre date. Abbiamo seguito in parte l’elenco che gentilmente ci ha concesso Antimo Palumbo.
Si comincia con l’Abies nebrodensis (Lojac) Mattei (Sicilia) in poche parole l’Abete dei Nebroidi o meglio delle Madonie, in quanto è una specie che per le sue carratteristiche occorre mantenere e conservare a lungo per i pochi esemplari rimasti
L’Abete dei Nebroidi è una specie rara e in via di estinzione. Sono rimasti alcune piante nelle Madonie in Sicilia nelle località di Vallone Madonna degli Angeli, Monte Scalone, Monte dei Pini e Monte Cavallo nel Comune di Polizzi Generosa a quota sopra i 1500 mslm (Fonte Ente Parco delle Madonie).
Qui si trovano forse le uniche al mondo, piante di Abies nebrodensis tutelate dalla Convenzione di Berna e da quella di Washington.
Forse 9000 anni fa era presente con l’abete bianco (suo parente stretto). Prima infatti era considerata un subspecie dell’Abete Bianco chiamata Abies pectinata (Lam.) DC. var. nebrodensis Lojac, A. alba Mill. var. nebrodensis (Lojac.) Svoboda; A. alba Mill. subsp. nebrodensis (Lojac.). Gli studiosi Lojacono Pojero e Giovanni Ettore Mattei solo agli inizi del 1900 hanno fatto una descrizione dettagliata indicandola come nuova specie, diversa dall’Abete bianco. Infatti per chi non è attento dalle foto la pianta sembra un Abete bianco (le due striscce bianche sotto gli aghi) ma la corteccia ha placche squamose le foglie sono più piccole (10 mm) più rigide e sub spinose, rispetto all’abete bianco. Sono in gruppi di 2, lineari-rigide e scanalate di sopra, verde scuro superiormente e glauche inferiormente, con un peduncolo alla base dilatato in piccolo umbone, all’apice poi sono arrotondate. Gli aghi quindi tendono a disporsi a sprrale e pettine per quelli che si trovanop più in ombra. Inoltre l’albero è a portamento più ridotto e i rami sono disposti quasi a croce. (Fonte modificata da S. Pignatti, Flora d’Italia, vol. I, pag. 74)