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La quercia di Casalincontrada sarebbe monumentale? da gli alberi di Valido

Valido ci racconta della grande quercia di Casalincontrada in provincia di Chieti un vero “Patriarca” con una grossa chioma. Alberi tra i più belli d’Abruzzo e non solo d’Abruzzo che man mano ha perso la sua monumentalità, forse anche perchè si poteva intervenire in tempi in cui non accusava problemi vari dalle radici al tronco, alle branche e ai rami e alle foglie che ma mano sono quasi “scomparse”.

Può accadere, anche se raramente, che un albero già considerato monumentale, a distanza di tempo, pur continuando ad esistere, non possa essere più considerato tale. La pianta di cui parleremo oggi è uno di questi casi. La quercia veniva fatta conoscere al pubblico con la PRIMA FOTO pubblicata nel mio “Abruzzo, 60 alberi da salvare” del 1988. Per farne la conoscenza, mi ero recato nella tenuta Sant’Agatopo, di proprietà dell’ing. Enrico Sbraccia, a Casalincontrada (CH).
Qualcosa del genere doveva esistere anche nel Paradiso Terrestre, e sicuramente Adamo ed Eva amavano trascorrere sotto di essa i loro momenti più intimi, prima che un giorno sbagliassero albero e si trovassero sbattuti fuori dall’uscio dal Padrone di casa.
La quercia era una delle più belle d’Abruzzo e d’Italia. Il fusto,molto basso, misurava m. 5,01 di circonferenza, la chioma raggiungeva i 30 metri di diametro e l’altezza complessiva era di 18 metri. La bellezza della pianta veniva esaltata dal suo isolamento lungo il lieve pendio della collina. Per la sua bellezza, la quercia in passato aveva attirato le attenzioni di personaggi illustri degli anni Venti e Trenta, quali il pittore Francesco Paolo Michetti e il ministro dell’agricoltura dell’epoca Giacomo Acerbo i quali, ospiti della tenuta, chiesero espressamente di visitarla da vicino.


La quercia faceva parte di un bosco più esteso poi smantellato per fare spazio alle colture. Era tanto apprezzata e amata dai proprietari, che essi accettavano ben volentieri di sacrificare per essa i 700 mq sotto la sua chioma sui quali non si poteva coltivare alcunché. La salute della quercia appariva eccellente, e si potevano prevedere ancora secoli di prosperità sul cammino della sua vita.
Quando, dopo quasi 25 anni, con l’animo ricolmo di allettanti prospettive, Francesco Nasini si recava a visitare la quercia per inserirla nel suo “Grandi Alberi d’Abruzzo”, il disastro era avvenuto da un paio di anni. Il fusto si era scisso in due parti e due terzi della chioma erano crollati al suolo (qualcuno ipotizzò un collegamento con il contemporaneo terremoto de L’Aquila). Quello che restava , cioè meno di mezzo fusto e un terzo della chioma, in luogo dello stupore e dell’ammirazione, suscitava ormai solo pena e rimpianto.

Oggi, nessuno prenderebbe più in considerazione la quercia per un suo inserimento fra gli alberi monumentali soggetti a tutela, essendo venuti meno i requisiti (dimensionali, estetici, paesaggistici), ma vale la pena porsi la domanda: se questo dovesse accadere a una pianta già tutelata, essa dovrebbe essere depennata dall’elenco? La legge 10/2013 non prevede casi come questo.

Valle Castellana (TE) località Morrice -Fonte San Rocco. Il “Pianto’ d Nardo'” o Piantu’ d’ Nard “da gli Alberi di Valido

Il puntino verde indica la posizione del Pianò d Nardo’

Non possiamo non ricordare il grande Castagno “d Nard” , nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. L’albero comunque non è ancora morto, se lo ricordiamo e solo perchè ci ha sempre incuriosito. E’ un grosso “moncone” o meglio chiamarlo “piantone” con una circonferenza di circa 13 metri con tre branche disposte quasi a croce e una bella cavità. La sua particolarità è nel nome, nella forma insolita, facilmente riconoscibile dalle diverse foto presenti in rete nei vari periodi dell’anno. L’albero si raggiunge dopo 30 minuti da Morrice sul sentiero n. 320 del Parco, Itinerario n. 19 . C’i sono anche altri grandi castagni nell’area intorno al piantone. Pensiamo, quanti anni avrà ? A voi le risposte. Noi azzardiamo sempre a dire dei numeri forse 300-400 anni o anche più.

L’enorme Castagno è ‘ inserito nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia con circonferenza di mt 12,05, altezza 12 metri a quota 920 msl . Si ringrazia anche chi nel 2014 ci ha segnalato questo albero .

https://www.molisealberi.com/albero-monumentale-piantone-di-nardo-castagno-castanea-sativa-a-valle-castellana-te/

Il piantone di Nardo Foto di Francesco Nasini da libro i Grandi Alberi d’Abruzzo

Ecco l’articolo di Valido Capodarca pubblicato nel 2016 sul nostro gruppo facebook

L’albero che reca questo nome – qui in una foto che Francesco Nasini – è il castagno che, per dimensioni del fusto, può essere considerato il secondo di tutta l’Italia peninsulare. Considerati come “fuori quota” i siciliani Castagno dei Cento cavalli e Castagno della Nave, sull’Italia continentale ci sarebbe solo il calabrese Castagno di Grisolia, con i suoi 14 metri circa, a superare i 12,90 di questo colosso abruzzese, che si può ammirare in un castagneto di piante ultrasecolari presso Morrice, comune di Valle Castellana (TE). 
L’albero può essere portato a titolo di esempio di come talvolta un nome si sclerotizzi e si fossilizzi addosso a una pianta, anche a causa di un semplice errore di battuta, da divenire indelebile.
Il gigante aveva visto per la prima volta uscire il suo nome dai confini del suo paesino nel 1988, quando pubblicai “Abruzzo, 60 Alberi da salvare” e il suo nome era quello che la gente del posto mi aveva suggerito: “Piantone di Nardo”, appunto, per essere appartenuto a qualcuno di nome Nardo, di cui però nessuno aveva più memoria. 
Qualcuno, non si sa bene chi, riparlando successivamente della pianta in qualche libro o articolo, aggiunse un accento, probabilmente lasciandosi trarre in inganno dal nome dell’omonima cittadina pugliese. Tale nome, ingualcibile, è rimasto e non c’è verso di far sparire quell’accento (come si può vedere dalla foto, lo hanno pure scritto a vernice sul un ramo del Castagno). Che vogliamo fare? teniamoci questo nuovo nome, pur sapendo che è sbagliato.

Il castagno comunque ha sempre un tronco che è in grado di rigenerarsi anche da ceppaie vecchie e marcescenti. Il castagno di Nardo rappresentando uno dei più grandi alberi, non solo d’Abruzzo, ma del centro Italia speriamo possa mantenere questo primato a lungo e svolgere ancora il suo ruolo di grande vecchio.

Pescocostanzo il grande faggio del Bosco di Sant’Antonio in autunno

Per chi va in giro nei boschi e alla ricerca di grandi alberi in Abruzzo e Molise deve almeno una volta andare a fotografare i maestosi esemplari di faggi, aceri e perastri del bosco di Sant’Antonio nel comune di Pescocostanzo. Siamo nelle vicinanze della  “Majella” la montagna madre,  tra Monte Rotella e Monte Pizzalto.  Abbiamo acquistato una pubblicazione del Parco, dal titolo:” Alberi e boschi di interesse monumentale del Parco Nazionale della Majella”,  anno 2016 ed è stata la nostra guida. Nel volume sono raccolti censiti e fotografati gli alberi e anche i boschi “vetusti” del Parco Nazionale della Majella. Sono analizzati  gli aspetti naturalistici ed ecologici degli amici alberi. Nella cartografia allegata al volume ben 8 grandi alberi di interesse monumentale su circa 50 censiti nel Parco si trovano nel territorio del Comune di Pescocostanzo e precisamente nel  Bosco di Sant’Antonio. Altri grandi esemplari sono stati catalogati  in altri comuni del Parco nazionale della Majella come un acero montano a Palena, un frassino a San Valentino e alberi che vanno dalle roverelle, all’alloro, all’albero di giuda, ad una cerro sughera a dei perastri, ai cerri, ai  salici, ad un megaleppo, fino al viale dei Gelsi bianchi di Sulmona. I comuni con il maggior numero di grandi alberi individuati sono a Lama dei Peligni,  Palombaro,  Caramico Terme, Sant’Eufemia a Majella, Civitella M.R, Pizzoferrato , diciamo che sono stati catalogati uno o più alberi di interesse monumentale rappresentativi per tutti i comuni del Parco nazionale. Il bosco di Sant’Antonio è un po’ il bosco delle “meraviglie” per i suoi grandi alberi, non potevamo che andare subito a trovare  il “faggione” per eccellenza con i suoi forse quasi 250-300 anni. Questo grande esemplare può sostituire l’ormai scomparso Faggio a candelabro descritto in questi ultimi 40-50 anni in riviste, articoli e libri,  forse l’albero che è stato più fotografato in Abruzzo. Siamo in autunno, ma qualsiasi stagione  è ideale per fare  una breve camminata lungo i sentieri e meditare tra questi colossi della natura.  Il grande faggio del Bosco di Pescocostanzo ha una circonferenza del tronco di 540 cm circa altezza 15 metri, portamento e forma davvero particolari, alto valore ecologico e con numerose branche e ramificazioni  disposte in modo regolare. Tronco caratteristico e inconfondibile, unico.

Il Grande faggio del Bosco di Sant’Antonio

Il grande faggio del Bosco di sant’Antonio a Pescocostanzo

 

 

Il Bosco di Feudozzo, un po’ di storia (prima parte)

Più che un bosco, ci piace chiamarla Foresta di Feudozzo, anche perchè fa parte di un ampio complesso boschivo a confine tra l’Abruzzo e il Molise in vicinanza della riserva MAB di Monte di Mezzo. Siamo nellaCartina del Bosco di Feudozzo parte più ad est del  Comune di Castel di Sangro  a confine con i comuni di San Pietro Avellana  Vastogirardi e Rionero Sannitico, in Molise. La Foresta prima era di proprietà dei Borboni e divenne demanio dello Stato nel 1892. Passò, nel 1915, nella Gestione dell’Azienda di Stato delle Foreste demaniali. Dai documenti di archivio dei primi del 900 e dal piano di assestamento del 1948 valevole per il qundicennio 1949-1963 emergono alcuni dati interessanti. Il bosco di Feudozzo fu particolarmente sfruttato in passato per produrre legna. Dei 505 Ettari del 1915, c’erano solo circa 170 ettari di cerreta di  il resto erano pascoli cespugli incolti coltivi e prati. Durante la seconda guerra mondiale il Comune di San Pietro Avellana fu completamemnte distrutto,  la popolazione trovò rifugio proprio in questa foresta. Ci furono quindi eccessivi tagli boschivi per creare zone a pascolo e alle coltivazioni. Siamo in un periodo in cui “la fame” la “disoccupazione” la presenza di manodopera a basso costo portarono allo sfruttamento irrazionale del bosco. Bisognava pur mangiare. Con il piano di assestamento del 1948 furono prescritti degli interventi di ricostituzione boschiva. Nel 1978 l’intero comprensorio di Feudozzo si divise tra Stato, Regione Abruzzo e l’ex Istiuto Sperimentale per la Selvicoltura di Arezzo.  La superficie boscata della Foresta di Feudozzo era in quel periodo di circa 500 ettari così distinti:

–  200 ettari di cerreta quasi pura in fustaia transitoria che occupava la parte  a destra del Fiume Vandra che fu avviata ad alto fusto nel 1960-1963  di età di circa 36 anni dove furono rilasciate le matricine di due classi di età di 50-55 anni e di 65-70 anni. Il sottobosco della cerreta era ricco di specie erbacee, arbustive con specie quali Pungitopo, Biancospino, Sanguinella, Rovo, Prugnolo, Pero comune, Ligustro , Berretta del prete, Edera, Vitalba, Euforbia Brachipodio, Maggiociondolo, Euforbia, Sesleria.

– 150 ettari di faggeta mista che si estende nelle alte quote di Monte Pagano

-12 ettari di rimboschimenti utilizzati a scopo sperimentale.

Cartografia del complesso di Feudozzo
Cartografia del complesso di Feudozzo

 

San Giovanni Lipioni – Santa Liberata: “La quercia del Lozzi”

Siamo passati a vedere come sta la Quercia del Lozzi che in dialetto viene chiamata la “Cerq du Luzz” (nome del proprietario). Siamo lungo la Strada che va da San Giovanni Lipioni a Torrebruna. La quercia é stata descritta molti anni fa dal Capodarca e ripresa nel libro di Francesco Nasini: “I grandi alberi d’Abruzzo”. Abbiamo notato che l’albero si mantiene bene. C’è stato sicuramente qualcuno che avrà pensato di tagliarla perché in vicinanza di una strada.

In effetti, con una circonferenza intorno ai 5 metri e in un contesto in cui sembra dominare il territorio circostante, sarebbe un vero peccato un taglio di questo meraviglioso esemplare. Con la legge dello Stato 10/2013 per gli alberi monumentali, le multe minime sono da 5.000 Euro e salgono anche fino a 100.000 Euro.

Bisogna dare un premio a chi non l’ha fatta tagliare: stavolta la strada si è adeguata alla pianta, spesso non è così. Una sosta meritata, anche di un osservatore distratto, ed osservare questo gioiello della natura. Due grossi tronchi mantengono la chioma in alto sempre possente e con rami molto intrecciati.

Qualche taglio c’è stato in basso ed una piccola cavità si è formata sul tronco. Assieme ad un’altra roverella in vicinanza, crea una chioma vastissima che sicuramente è in grado formare un ampia galleria d’ombra nelle giornate soleggiate e calde d’estate. Viene in mente subito di andarci a fare un “pisolino” sull’erba in vicinanza dell’albero per contemplarlo ancora un po’.

San Giovanni Lipioni la Quercia del Lozzi
San Giovanni Lipioni la Quercia del Lozzi

San Giovanni Lipioni la Quercia del Lozzi
San Giovanni Lipioni la Quercia del Lozzi

San Giovanni Lipioni la Quercia del Lozzi
San Giovanni Lipioni la Quercia del Lozzi

Regione Abruzzo – Elenco degli alberi monumentali censiti dal C.F.S.

AbruzzoElenco degli esemplari censiti in Abruzzo che presentano le caratteristiche di maggiore interesse ambientale e culturale.

I dati sono aggiornati al 2014 , per gli aggiornamenti  dell’elenco ufficiale occorre fare riferimento al sito del MIPAF Ministero delle Politiche Agricole e Forestale

Comune Prov Località Genere Specie Circ.mt. Alt.mt. Nome comune Nome inglese
Alfedena AQ S.Francesco Quercus Cerris L. 4,08 30 cerro Turkey oak
Barrea AQ Serrone Acer pseudoplatanus L. 5,34 22 acero montano sycamore
Barrea AQ centro abitato Ulmus campestris L. 3,46 10 olmo campestre smooth leafed elm
Cagnano Amiterno AQ Capo del Colle Quercus pubescens Willd.* 7,23 10 roverella downy oak
Cansano AQ Renicce Populus nigra L. 4,4 30 pioppo nero black poplar
Castel di Sangro AQ Scodanibbio Quercus Cerris L. 4,08 14 cerro Turkey oak
Civitella Roveto AQ Collalto Acer pseudoplatanus L. 7,23 22 acero montano sycamore
Civitella Roveto AQ Rifugio Cerasoli Fagus sylvatica L. 4,08 24 faggio common beech
Civitella Roveto AQ Pachetta Quercus robur L. 4,08 21 farnia English oak
Gioia dei Marsi AQ Terraegna Fagus sylvatica L. 5,7 25 faggio common beech
L’Aquila AQ Sessa Quercus pubescens Willd. 4,24 20 roverella downy oak
L’Aquila AQ S. Giuliano Quercus pubescens Willd. 5,65 13 roverella downy oak
L’Aquila AQ SS 17 Tiburtina Valeria Km 31 Populus alba L.* 6,7 30 pioppo bianco white poplar
Lecce nei Marsi AQ centro abitato Quercus pubescens Willd. 4,65 18 roverella downy oak
Lecce nei Marsi AQ Campo di Moricento Fagus sylvatica L. 6 20 faggio common beech
Lecce nei Marsi AQ Vallone Fascina Quercus pubescens Willd. 5,9 22 roverella downy oak
Lecce nei Marsi AQ Macchia Quercus pubescens Willd. 4,9 12 roverella downy oak
Lecce nei Marsi AQ La Cicerana Fagus sylvatica L. 5 22 faggio common beech
Magliano dei Marsi AQ Santa Maria Valle Quercus pubescens Willd. 6 18 roverella downy oak
Pesacsseroli AQ Macchiarvana Acer pseudoplatanus L. 5,9 17 acero montano sycamore
Pesacsseroli AQ Monte Tranquillo Acer pseudoplatanus L.* 6,32 17 acero montano sycamore
Pescasseroli AQ Monte Tranquillo Fagus sylvatica L. 5,1 25 faggio common beech
Pescasseroli AQ Bivio di Monte Tranquillo Fagus sylvatica L. 5,21 30 faggio common beech
Pescasseroli AQ Macchia la Rocca Fagus sylvatica L. 7,1 15 faggio common beech
Pescasseroli AQ Cucculuso Fagus sylvatica L.* 6,2 28 faggio common beech
Pescocostanzo AQ La Difesa Fagus sylvatica L. 6,28 27 faggio common beech
Pescocostanzo AQ Primo Colle Fagus sylvatica L. 4,65 26 faggio common beech
Pescocostanzo AQ La Difesa Acer pseudoplatanus L. 4,74 26 acero montano sycamore
San Vincenzo Valle Roveto AQ Cerqua Grande Quercus robur L. 3,52 18 farnia English oak
Sante Marie AQ Feucito di Monte Rossito Quercus robur L. 4,82 13 farnia English oak
Scanno AQ Stazzo Monte Fagus sylvatica L. 5,5 25 faggio common beech
Scanno AQ Sorgente del Tasso Fagus sylvatica L. 5,18 18 faggio common beech
Scurcola Marsicana AQ Ceppeti Quercus petraea Liebl. 5,18 20 rovere durmast oak
Tagliacozzo AQ Pagliarini Quercus pubescens Willd. 4,08 25 roverella downy oak
Villetta Barrea AQ Pontone Fagus sylvatica L. 8,1 25 faggio common beech
Casalincontrada CH Brecciarola Quercus pubescens Willd. 5 20 roverella downy oak
Castelguidone CH Colle delle Tane Quercus pubescens Willd. 4,71 18 roverella downy oak
Castelguidone CH Colle del Litale Quercus pubescens Willd. 4,82 19 roverella downy oak
Chieti CH Santa Filomena Quercus pubescens Willd. 4,1 24 roverella downy oak
Fraine CH Vallone dell’Aquila Quercus pubescens Willd. 6,3 16 roverella downy oak
Gessopalena CH Coccioli Quercus pubescens Willd. 4,27 15 roverella downy oak
Gissi CH Serre Quercus pubescens Willd. 4,08 20 roverella downy oak
Guilmi CH Piano di Guilmi Quercus pubescens Willd. 4,6 20 roverella downy oak
Lama dei Peligni CH Colle della Madonna Quercus pubescens Willd. 3,77 15 roverella downy oak
Montazzoli CH Lago Negro Fagus sylvatica L. 4,27 18 faggio common beech
Palombaro CH Prete Quercus pubescens Willd. 5,34 13 roverella downy oak
Palombaro CH centro abitato Populus alba L. 4,1 15 pioppo bianco white poplar
Pennapiedimonte CH Molino Quercus pubescens Willd. 4,65 28 roverella downy oak
Pizzoferrato CH Turchi – Casa Fanini- Quercus Cerris L. 3,75 20 cerro Turkey oak
Pollutri CH San Barbato, Tre Croci Quercus pubescens Willd.* 5,4 23 roverella downy oak
Rapino CH Madonna della Libera Quercus pubescens Willd. 5,35 26 roverella downy oak
Rapino CH Coste Micucci Quercus pubescens Willd. 5,35 26 roverella downy oak
Roccamontepiano CH Madonna della Neve Quercus pubescens Willd. 4,5 22 roverella downy oak
S. Buono CH Convento di S.Antonio Ulmus campestris L. 4,33 25 olmo campestre smooth leafed elm
San Giovanni Lipioni CH Santa Liberata Quercus pubescens Willd. 4,4 15 roverella downy oak
San Vito Chietino CH Castellana Quercus petraea Liebl. 4 17 rovere durmast oak
Tollo CH Colle Grotta Fassone Quercus petraea Liebl. 4,85 20 rovere durmast oak
Torrebruna CH Chiarella Quercus pubescens Willd. 3,95 18 roverella downy oak
Torricella Peligna CH Solegna di Pennadomo Quercus pubescens Willd. 4,4 20 roverella downy oak
Caramanico Terme PE Ponte Roberto Quercus pubescens Willd. 4,4 15 roverella downy oak
Caramanico Terme PE Santa Croce Quercus pubescens Willd. 4,4 20 roverella downy oak
Caramanico Terme PE Spineto Quercus pubescens Willd. 4,25 15 roverella downy oak
Scafa PE Italcementi Cedrus atlantica Man. 3,27 18 cedro dell’Atlante Atlas cedar
Torre de’ Passeri PE Strada Prov.le d’Orte Pinus pinea L. 3,14 28 pino domestico stone pine
Turrivalignani PE La Fonte Quercus pubescens Willd. 3,7 20 roverella downy oak
Crognaleto TE Il Vallone Quercus pubescens Willd. 3,9 18 roverella downy oak
Crognaleto TE Piano Macchia Castanea sativa Mill. 5,5 19 castagno swett chestnut
Crognaleto TE fraz. Macchia Vomano Quercus pubescens Willd. 4,02 22 roverella downy oak
Crognaleto TE Ara Vecchia Quercus pubescens Willd.* 7,8 17 roverella downy oak
Montorio al Vomano TE fraz. Collattoni Quercus pubescens Willd. 4,1 18 roverella downy oak
Montorio al Vomano TE Ridiano Quercus pubescens Willd. 4,1 18 roverella downy oak
Montorio al Vomano TE Schiarano Quercus pubescens Willd. 4,1 20 roverella downy oak
Penne Sant’Andrea TE contrada Solagna Quercus pubescens Willd. 5,35 20 roverella downy oak
Tossicia TE contrada Fornace Quercus pubescens Willd. 4,24 20 roverella downy oak

* esemplare ritenuto di eccezionale valore storico o monumentale

I dati sono forniti dal sito del Corpo Forestale dello Stato