IL CASTAGNO DI VARNA
Varna: il nome di questo incantevole paesino dell’alta valle dell’Isarco, molti chilometri a nord di Bolzano, era l’incubo dei 71 partecipanti al 60° Corso Allievi Ufficiali di Complemento in quei primi giorni del dicembre 1970. Il corso volgeva al termine, e fra le destinazioni nelle quali avremmo potuto essere inviati a trascorrere 4 mesi da sergente AUC prima di diventare sottotenenti, c’era proprio Varna, dove c’era un posto presso la Brigata Alpina Tridentina. Ci spaventava l’enorme distanza da Roma ma soprattutto il fatto di dovervi trascorrere tutto l’inverno, nel bel mezzo delle Alpi. La sorte scelse proprio un romano, Carmelo Costantini, che partì con fosche prospettive sul suo immediato futuro. Lo avremmo rivisto l’11 aprile successivo, col suo berretto da alpino, visibilmente soddisfatto di come aveva trascorso i suoi 4 mesi a Varna.
Venti anni dopo, avrei avuto occasione, per alcuni anni, di andare a trascorrervi le vacanze con la mia famiglia, e potei comprendere il perché della soddisfazione di Carmelo.
Stando sul posto, mi accorsi che Varna, oltre alla bellezza delle montagne che la circondano, dei suoi fiumi, dei suoi boschi, poteva offrire anche ottimo materiale per un cercatore di alberi. In particolare, a monte dell’abitato, si possono ammirare dei castagneti molto ben curati, con diversi esemplari veramente monumentali. Dopo aver appagato lo spirito godendomi la visione di questi secolari vegliardi, scelsi questo castagno per la sua pubblicazione su Gardenia. L’albero superava di poco i 7 metri di circonferenza di tronco ma, a detta di qualche residente del luogo, nei boschi circostanti ce ne sarebbe dovuto essere qualcuno più grande. Valido Capodarca
Comune di Varna http://www.gemeinde.vahrn.bz.it/it
Il Castagno di questa foto si trova all’interno di un frutteto, a poche decine di metri dalla Pensione Meinhard, ai cui proprietari appartiene, sul territorio comunale di San Giorgio di Scena. Il fusto, alto e slanciato, misura ben 8,40 metri di circonferenza. La misura in sé è in realtà superata da altri castagni della provincia (10,50 quello di Lusenegg, 10 metri quello di Castel Verruca). La differenza sta nel fatto che, al contrario degli altri castagni quasi tutti ridotti a… capitozze (non quello di Lusenegg), sopra questo fusto si erge una chioma proporzionata ad esso, e l’albero raggiunge un’altezza di 30 metri. A metà del fusto, sul lato sinistro, si scorge la targhetta metallica circolare, bilingue, che attesta il riconoscimento del castagno come albero monumentale. Purtroppo, sono del castagno anche i ciocchi di legno visibili in terra: il gigante era attaccato da una delle temibili malattie cui la specie va soggetta. La foto è del 1992.