Benvenuti su 'Molise Alberi', il blog dedicato agli alberi secolari e ai boschi rigogliosi della regione Molise. Scopri le storie, le curiosità e le meraviglie nascoste dietro ogni tronco e foglia
Specie: Quercus pubescens L. Nome Comune: Roverella Circonferenza (mt): 3,70 Quota Slm (mt): 730
Ad Acquaviva di Isernia spunta, di fronte la Piazza del Municipio, un bel esemplare di roverella. Siamo a quota 730 mslm. Cresce maestosa tra le case in leggera pendenza e con un tronco un po’ inclinato e un intreccio caratteristico di rami. Piu avanti lunga la strada per Forli del Sannio, sempre nel centro abitato, un’altra roverella che con il suo tronco serve da appoggio per la legna già ben “accattastata” per l’inverno. Le piante sicuramente di proprietà privata godono di un buon stato vegetativo. Queste piante secolari hanno l’ottima funzione d’appoggio e di una migliore conservazione del legname già tagliato. Il marciapiede e il muretto in vicinanza forse in futuro potranno creare problemi per la sua stabilità.
Acquaviva di Isernia La quercia con la legna accatastata
Nome comune: Castagni Nome scientifico: Castanea sativa Altezza stimata (m): 20 Circonferenza (misurata a circa 130 cm da terra): 500 cm
Numero esemplari: 80 circa Tipo: Alberi in gruppo Fusti: L’albero ha un solo fusto
Località: Pratopiano Comune di Pedace (CS)
Ambiente Urbano: Verde privato
Ambiente Extraurbano: Castagneto da frutto abbandonato
La pianta viene segnalata per: Forma o portamento particolari Valore storico-culturale Valore paesaggistico
Descrizione della motivazione: almeno il 30% di questi alberi sono innestati e l’innesto si nota da un grosso rigonfiamento sul tronco già di notevoli dimensioni. Il più grande misura a petto d’uomo 9 metri.
Minacce: Errata gestione e manutenzione Fuoco Rischio di taglio . Sono invasi da vischio, molti sono malati o sono invasi da rami secchi
Altre informazioni: la località è una valle intatta lungo il fiume Fiumicello affluente del Cardone e poi del Crati.
CASTAGNI a PEDACE (CS) segnalato da Giuseppe Curcio – Cosenza
La circonferenza di questo esemplare é di 9.20 metri
Nome comune: Roverella Nome scientifico: Quercus pubescens L. Circonferenza (misurata a circa 130 cm da terra): 350 cm
Numero esemplari: 3 Tipo: Alberi in gruppo Proprietà: pubblica Indicazioni per raggiungere l’albero: Le tre Roverelle di cui una più bella e interessante visibile nella foto sono ubicate a circa 2 km a sud-est di Roccasicura. La località si chiama Fontevecchia. Vengono chiamate le streghe. Per arrivare al centro abitato di Roccasicura dal capoluogo provinciale la via più breve (in futuro) sarà quella di percorrere la superstrada Isernia-Castel di Sangro. Ci sarà lo svincolo che attualmente non è ancora aperto. La strada passerà al di sotto del Santuario della Madonna di Vallisbona. Dopo circa 3 km dal Santuario percorrendo una interpoderale asfaltata ancora stretta e un po’ tortuosa si arriva in località Sant’Antonio del comune a 751 mslm. Per raggiungere le tre streghe (forse chiamate così per la loro bruttezza legata ai rami molto contorti) si gira a destra salendo verso Monte Amico facilmente individuabile perché c’è una grossa cava con ampio impatto visivo. La strada prima è asfaltata con molti tornanti e poi diventa brecciata e quasi rettilinea una volta superata la cava che si trova alla sinistra e in alto. Dopo circa 200 mt si entra in un boschetto e prima di arrivare in località Fonte Maiuri ( c’è una recinzione con una struttura in cemento dal basso un piccolo tubo da cui esce l’acqua) sulla destra sono subito visibili le 3 grandi roverelle che emergono dal boschetto. Una ha i rami che sembrano come un tracciato dei fuochi d’artificio che fanno zig zag senza un ordine preciso . Qualcuno si è scordato di tagliarle nonostante la vicinanza della strada e il facile accesso. Speriamo di trovarle ancora in futuro… Località: Fonte Maiuri Comune di Roccasicura
Ambiente Extraurbano: Bosco di latifoglie
La pianta viene segnalata per: Valore storico-culturale Valore paesaggistico
Minacce: Rischio di taglio
ROVERELLA a ROCCASICURA segnalato da Alfredo – Roccasicura
Nome comune: Eritrine Nome scientifico: Erythrina viarum Circonferenza (misurata a circa 130 cm da terra): 300 cm
Numero esemplari: 15 Tipo: Filare di alberi Fusti: L’albero ha un solo fusto
Proprietà: pubblica Indicazioni per raggiungere l’albero: Filare di alberi che costeggia il viale prospiciente al mare Via/c.so/piazza: Foro Umberto I Comune di PALERMO
Ambiente Urbano: Verde pubblico
La pianta viene segnalata per: Forma o portamento particolari Valore storico-culturale Valore paesaggistico Valore architettonico
Descrizione della motivazione: Proprio per l’abbondante fioritura di colore rosso vivace (“albero corallo”) e per la tipica morfologia della pianta, intorno al 1830 il lungo viale cittadino prospiciente al mare, noto come “La Marina” (Foro Umberto I o “Foro Italico”) e realizzato già nel XVI secolo, venne adornato con due file di tali esemplari, che caratterizzarono, così, “la prima alberatura stradale palermitana sul Foro Umberto I”. Attualmente, gli esemplari più antichi mostrano una lussureggiate vegetazione e tronchi particolarmente tormentati
Minacce: Errata gestione e manutenzione
ERITRINE a PALERMO segnalato da Livio Torta – Palermo
Immagini a confronto del viale di Foro Umberto I con esemplari di E. viarum rispettivamente di fine dell’800 e oggi nel 2007.
Tronchi di eritrine monumentali, cariati e tormentati.
Il Viale delle eritrine a Palermo (Foro Umberto I); esemplari di Erythrina viarum in fioritura; particolare dell’infiorescenza.
Tronchi di eritrine monumentali, cariati e tormentati.
Nel 2012 ebbe termine il censimento da parte del Corpo forestale dello Stato delle Formazioni Vegetali Monumentali delle Marche, Elementi singoli e insiemi omogenei: alberi, arbusti, gruppi, filari e boschi. Noi di molisealberi ringraziamo il coordinatore del progetto, il Dottore Forestale Gabriele Guidi, che ci ha autorizzato alla pubblicazione del Censimento sul nostro sito .
Sono descritti circa 400 tra alberi, gruppi, filari, boschi e tipologie speciali. Lo scopo resta sempre la tutela e la conservazione di questo enorme patrimonio per noi e per le generazioni future. E’ stato utilizzato anche uno specifico software per gestire un database da un numero di circa 950 formazioni monumentali poi man mano selezionate e 47.500 informazioni georiferite. Lo studio, dopo un’introduzione e la normativa regionale che definisce le formazioni vegetali monumentali, descrive gli aspetti organizzati e le metodologie per organizzare il censimento. Viene descritta una scheda di rilevamento tipo per il censimento molto dettagliata e poi indicate e descritte le formazioni con l’ubicazione, la distribuzione territoriale, la tipologia, le motivazioni (dimensioni eccezionali, valore paesaggistico, età forma e portamento particolare ecc..) e descritti gli alberi… per circa 160 pagine di lettura.
Specie: Quercus pubescens L. Nome Comune: Roverella Circonferenza (mt): 6.40 alla base del tronco ad una certa altezza presenta una grande branca orizzontale. Età (anni): 300-350, forse la più vecchia nella zona Quota slm (mt): 590
La grande roverella in località Santa Lucia a quota 590 mslm si trova al di sotto dell’abitato di Castelnuovo, frazione di Rocchetta a Volturno. Sembra un candelabro, ha un altezza superiore ai 20 metri con una grande branca verticale che emerge sulla vegetazione e sugli alberi circostanti. Da questa branca verticale dipartono alcuni rami orizzontali.
All’albero ci si arriva facilmente perchè si trova ai lati della strada che sale verso Monte Marrone prima della chiesetta di Santa Lucia. Purtroppo la pianta non è in buone condizioni da diversi anni. Ha subito danni ai rami e nella parte di inserzione delle branche al tronco. Quest’ultimo deforme e un po’ obliquo verso la scarpata esterna della strada ha comunque una dimensione davvero considerevole. Non è stato facile misurarlo.
Tutti gli abitanti di Castelnuovo la conoscono. Una signora ci ha detto che questa pianta è il riferimento per la salita verso Monte Marrone. Più avanti c’e il ponticello sul Rio Molinello e alcune falesie per l’arrampicata. Posti incantevoli e di suggestiva bellezza quando si comincia a salire da Castelnuovo per Monte Marrone e aumenta la visuale sul paesaggio sottostante. E’ un albero che, se non viene curato, forse non lo rivedremo più ma non sapremo però fra quanti anni; ha già perso molti “pezzi”.
Consigliamo a tutti di recarsi nel parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise in zone meno conosciute tra Monte Castelnuovo, Colle Rotondo e Monte Marrone. ll territorio di Rocchetta a Volturno si dimostra luogo ideale per grandi alberi. Abbiamo trovato molte piante, per lo più di Roverella, che hanno aspetto, forme e fascini particolari. Girovagando a piedi per il territorio del comune alla ricerca di alberi non basta una intera giornata e si possono scoprire e fotografare ancora molti monumenti naturali.
La Grande quercia di Santa Lucia a Castelnuovo a Volturno Frazione di Rocchetta
Specie: Quercus pubescens L. Nome Comune: Roverella Circonferenza (mt): 5,90 Quota slm (mt): 500
Tra il paese di Rocchetta Alta e di Rocchetta Bassa secondo alcuni o tra Rocchetta vecchia e nuova secondo altri, nello splendido scenario delle Mainarde, c’è un “Patriarca” di tutto rispetto ai margini della strada. Un tronco da vero primato, quasi 6 metri di circonferenza, tale da competere con l’altra quercia del centro abitato. Si nota facilmente il tronco robusto un po’ screpolato in alcuni punti, possente e rami che dipartono da tutte le parti; alcune branche (qualcuna è stata tagliata forse perchè dava fastidio alla strada vicina) anch’esse non normali per una pianta del genere. La chioma é ben sviluppata tanto che risulta difficile come al solito fotografarla dalla strada. Anche per coloro che non si soffermano a guardare alberi, questa roverella vale la pena andarla a trovare. Per compensazione noi proponiamo di spostare più la strada che tagliare sempre i rami e branche che danno fastidio al passaggio.
Nel territorio di Rocchetta a Volturno si notano spesso grandi querce, alcune con dimensioni di tutto rispetto, su aie ed incolti in vicinanza di vecchi fabbricati, o meglio ruderi spesso abbandonati. Non possiamo far altro che “inchinarci” ad un esemplare del genere con un età sempre un po’ sbilanciata in avanti presumibile di 250-300 anni. Ecco una foto pre-primaverile del marzo 2013:
Comuni interessati: Pescopennataro e Sant’Angelo del Pesco; Sito di importanza comunitaria: codice IT7218215 “Abeti Soprani Monte Campo Monte Castelbarone Sorgente del Verde”; Superficie complessiva del Sito: Ha 3033; Superfice abetina stato puro ragguagliata indicativa: Ha 1000; Altitudine media: 1250-1300 mslm.
Cartina Bosco Abeti Soprani
Andiamo un pò in giro nel bosco degli Abeti Soprani di Pescopennataro a cercare grandi alberi sicuramente di abete. Non è semplice, sono molto alti e ci si perde spesso, in quanto tutto sembra uguale, ma lo scenario nel bosco è sempre da favola, è un po’ particolare e un po’ diverso dal solito. L’area degli Abeti soprani è compresa nei comuni di Pescopennataro e Sant’Angelo del Pesco; rientra all’interno del Sito di Importanza Comunitaria (SIC codice IT7218215) denominato “Abeti Soprani – Monte Campo – Monte Castelbarone – Sorgente del Verde”. Il sito presenta una superficie complessiva di 3033 ettari e la superficie dell’abetina allo stato puro è di circa 1000 ettari. L’altitudine media dell’area si aggira tra i 1250 ed i 1300 metri di quota.
L’Abete bianco nell’Appennino centro meridionale rappresenta una situazione ecologica abbastanza rara e di interesse particolare per lo studio della biodiversità. Non è facile trovare spesso abetine che riescono a vivere in condizioni edafiche e climatiche sui orizzonti fitoclimatici submontani anche perchè nei secoli passati c’è stata una forte riduzione di questa specie. L’Abete bianco si trova generalmente misto al faggio ed in alcuni casi anche al cerro come nel bosco della riserva di Collemeluccio.
L’abete bianco è una specie particolare un po’ delicata, è diffusa in diversi areali del centro-sud dell’Appennino. Nel centro Italia si trova, oltre che in Toscana (Abetone Bosco di Vallombrosa), in gruppi isolati sui Monti delle Laga nell’Appenino Teramano e del Gran Sasso. Si rinviene anche in Calabria in Sila, Aspromonte e Pollino. Vale ricordare che in Sicilia è presente ormai in forma di pochi esemplari con l’Abies nebrodensis. E’ proprio nell’Altissimo Molise e a confine con l’Abruzzo (Abetina di Rosello) e nel bacino del Trigno che l’abete bianco, se pur in alcuni casi consociato, trova ancora una sua certa diffusione anche se non si tratta di specie esclusivamente endemica. Non a caso già nel 1971 per il Bosco “Abeti Soprani” la Società Botanica Italiana aveva posto l’interesse nel censimento dei Biotopi di rilevante interesse vegetazionale.
Cartina del Bosco degli Abeti soprani
Il bosco degli Abeti soprani è anche un bosco da seme utilizzato per la riproduzione delle piantine nei semenzali. L’intera area SIC (Sito di importanza comunitaria) non è costituita solo da boschi ma per circa il 25% del sito prevalgono le praterie, i cespuglieti, gli arbusteti dove predomina la rosa, il prugnolo, il biancospino, i rovi, il perastro, i ligustri, l’acero campestre, il caprifoglio. Le praterie sono in zone pianeggianti a quote tra i 1050 i 1500 mt. Sono praterie xerofitiche della zona temperata caratterizzate da Bromus erectus, Poa bulbosa, e Festuca.
In località delle sorgenti Rio Verde (vicino l’area attrezzata) sono presenti zone umide con le tipiche canne palustri Phragmites communis e Magnocariceti. La classe Phragmiti-Magnocaricetea occupa una posizione intermedia e di raccordo tra i prati umidi e i boschi igrofili (Querco-Fagetea). L'”effetto mosaico” molto elevato in questi tipi di vegetazione che reagiscono molto sensibilmente alle micromorfologie, rende difficile l’inquadramento delle cenosi. Nel Bosco degli abeti Soprani l’attività antropica ha favorito la diffusione dell’abete a scapito del faggio, le abetine quindi hanno costituito una formazione stabile. Sicuramente mantenere l’abete più a lungo possibile non è semplice, particolari problematiche per la sua rinnovazione ci sono, ne parleremo nelle prossime parti dove faremo anche un po’ di storia dell’abetaia.
Alcune foto del Bosco degli Abeti Soprani, uno spettacolo da visitare senza perdersi.
Specie: Quercus pubescens L. Nome Comune: Roverella Circonferenza (mt): 3.8 Stato Vegetativo: buono Altezza (mt): 18 Età (anni): 100-150 Quota Slm (mt): 500
A Filignano nelle Mainarde in località Valle un bel albero di Roverella dal grande tronco e da una chioma che descrive un arco al di sotto del quale passano gli automezzi. Strano che ancora nessuno abbia pensato di tagliarlo visto il facile accesso dalla strada. Nel bosco di Cesa Martino inoltre ci sono alcune grandi specie di roverella. Qui è più difficile se non con occhio attento scorgere piante così grandi perchè si trovano all’interno di un bosco e fanno meno effetto che isolate su un terreno al pascolo. Più che la dimensione del tronco, è la forma della chioma che ci ha interessato.