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Il limite superiore del bosco (seconda parte) – Il Matese e le specie al limite dell’areale

Riprendendo l’articolo precedente sul limite superiore del bosco nel nostro Appennino, abbiamo detto che non è sempre facile da poter individuare perchè molte sono le condizioni che lo fanno variare quali: tipo di gruppo montuoso, suolo, vegetazione, esposizione, latitudine, temperatura del suolo e dell’aria, impatto antropico (pascoli), durata stagione vegetativa, rocciosità, competizione tra le specie vegetali, periodo di presenza di neve, gelate tardive, valanghe, mancanza d’acqua, vento e condizioni microclimatiche particolari.

In particolare sul Matese in passato l’intenso carico di bestiame ovino e bovino ha rappresentato un fattore determinate per l’abbassamento del limite del bosco fino a 1500-1600 e quello che si è potuto notare é che mancano gli arbusteti di ginepro. Su Monte Mutria il limite della faggeta arriva fino a 1750-1800 metri circa, dopo dominano le praterie d’alta quota o di vetta in particolare a Sesleria apennina e cespuglieti a ridosso delle faggete di alta quota con specie quali Rhamnus fallax, Daphne, la cui straordinaria bellezza coincide con la fioritura di numerose specie legate agli ambienti impervi propri delle aree altomontane.

Se saliamo sulla cima di Monte Miletto e in zone vicinore possiamo constatare l’irregolarità di altitudine ove termina il bosco di faggio. In base alla morfologia del Matese, alla sua natura geologica ed anche all’azione dell’uomo, il limite del bosco nella parte nord del massiccio, dove ci sono le piste da sci di Campitello Matese, è variabile da 1550 mslm a 1650 mslm con un andamento quasi regolare.

Sul versante campano del Matese, invece, esposto generalmente a SO, il bosco tende a risalire anche a 1750 mslm nonostante le forti pendenze; qui oltre alle condizioni geomorfologiche, ci sono anche gli aspetti climatici come fattori determinanti per l’innalzamento del limite del bosco. Ciò sta a significare che sempre diversificati e difficili sono le valutazioni sui fattori che fanno variare in modo dinamico il limite superiore del bosco. Il bosco poi in queste aree ha importanza anche per la difesa da valanghe oltre che prevenire rischi idrogeologici.

 

In giallo la linea del limite superiore del bosco

 

Il Limite superiore del bosco del Matese

 

Che fine ha fatto il “Parco” del Matese? Dedicato a Flavio Bruni.

montidelmatese
Cartografia del Matese Scala 1:25000

Anno 2009. Cinque anni fa. Lodevole iniziativa per l’istituzione del parco “Regionale” del Matese. Da qui l’appello del Comitato promotore di allora e le battaglie a cui aderirono, cittadini, comuni, associazioni varie. Ne parlò anche in un articolo il geologo Mario Tozzi su Primapagnamolise  del 07/10/2009.

Anche noi di molisealberi ne parlammo un po’, in particolare c’è rimasto “nel cuore” lo studio e la tesi di laurea di Flavio Bruni dal Titolo “Per lo sviluppo del Comprensorio Matesino-Molisano“, Editore Società Geografica Italiana, Anno 2009.  I genitori di Flavio, che già ringraziammo pubblicamente,  ci hanno scritto e mandato la sua tesi con la seguente dedica: “Agli Amici dell’Associazione Ophrys-Molisealberi con stima e simpatia“  e che oggi (anno 2014) custodiamo ancora con cura nella nostra biblioteca. Flavio non c’è più dal 2008. A Lui viene dedicato un memorial annuale di calcio dal titolo: “Un pallone per amico” come per noi, che c’è sempre da trovare un albero per amico.

Noi non abbiamo conosciuto Flavio ma l’avremmo voluto conoscere. Su Flavio c’è il sito che consigliamo di visitare www.flaviobruni.it.  Si legge della sua intensa vita, delle sue idee sulla natura e sull’ambiente. Flavio era uno studioso di geografia, amante del Molise e in particolare del Suo Matese. Flavio aveva una forza del “sapere“ innata. Ce ne siamo accorti leggendo per caso la tesi di laurea qui allegata e pubblicata dalla Società Geografica Italiana. Sono 56 pagine che descrivono con semplicità  e dettaglio il Suo Matese. Risponde in sintesi a tutto quello che c’é da dire e da fare sul territorio. Affronta gli argomenti della pianificazione, dello sviluppo sostenibile, della valorizzazione delle risorse del Matese. Valuta il valore aggiunto per le attività economiche e turistiche e conseguentemente le possibilità di lavoro del comprensorio matesino. Combatte in casa e fuori e divulga le sue idee di amante della natura.

Forse Flavio, come dicono i suoi genitori, conosceva già il nostro sito molisealberi. Nella sua tesi Flavio dedica alcune pagine all’escursionismo, ai tratturi, alla tracciatura e valorizzazione dei sentieri. Quello che noi abbiamo sempre voluto per le nostre zone. Siamo convinti che il Matese non è solo lo sfruttamento di Campitello. Come diceva Flavio, “il comprensorio Matesino è un territorio molto sensibile ma con delle potenzialità“. Sensibile forse perché viene spesso sfruttato nelle sue risorse naturali e culturali (acqua, legna,  cave,  ecc…) in modo sbagliato. Potenzialità perché crediamo che occorra una gestione migliore delle risorse e del territorio e che Flavio si è battuto, nella sua vita per realizzarla.

La soluzione sta nella creazione di un’area protetta sul Matese. Ormai se ne parla da sei anni, da quando Flavio non è più con noi. Noi vogliamo continuare a divulgare i suoi scritti e a combattere ogni giorno affinché quello che Flavio descrive e analizza nella sua Tesi di laurea possa realizzarsi, cioè il Parco del Matese e conseguentemente tutto quello che ruota intorno ad un Parco come: il minor sfruttamento della montagna, l’ottimale gestione dell’acqua, l’artigianato tipico, il turismo storico-culturale, l’agriturismo, l’escursionismo a piedi e a cavallo, il selviturismo, l’alpinismo, la speleologia, il recupero del patrimonio edilizio, l’agricoltura biologica, la certificazione forestale, le terme, la ricettività diffusa, le aree archeologiche, il parco del sottosuolo, lo studio della flora e della fauna. Nella tesi Flavio vuole valorizzare l’area del Matese in termini di risorse ambientali, economiche ed umane. I figli di questa terra potranno un giorno trovare un lavoro ed un futuro un po’ “più verde“ non legato allo sviluppo “utopico“ industriale basato sullo sfruttamento delle risorse e che Flavio non voleva. Abbiamo voluto non dimenticare Flavio.  Forse è stato un caso riproporre questo articolo a gennaio 2014 non sapendo che era proprio un gennaio di 6 anni fa che Flavio se ne andato lassù,  ma il Tuo ricordo, le Tue idee sull’ambiente e sul territorio e sulla volontà di istituire un Parco del Matese sono rimaste in noi e credo di tutti gli amici di molisealberi.

Condividiamo la tesi di Flavio come una lezione di vita e consigliamo di leggerla attentamente.

Concludiamo riprendendo  un parte della Tesi che oggi dopo 6 anni è ancora più attuale:

“L’economia molisana ha sempre vissuto grazie ad aiuti esterni e ora ne sta pagando le conseguenze. Infatti, il tessuto industriale che si era andato strutturando è per la maggioranza opera di operatori extraregionali che ora, causa anche il momento non facile di congiuntura economica, non esitano a smantellare le proprie attività produttive. Un po’ tutto il Molise sta risentendo del momento poco favorevole, ma sono soprattutto le zone interne, come l’area matesina, a subirne di più gli svantaggi. È una storia che si ripete, come afferma lo scrittore molisano Franceso Jovine”.

Per dettagli: www.flaviobruni.it

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Per leggere la  e scaricare la Tesi di Flavio Bruni cliccare qui Tesi di Flavio

Il Sito del Comitato Promotore Parco del Matese