Così ci scrive Paolo Cantiani in merito alla richiesta di pubblicazione sul nostro sito del suo studio e che riportiamo in questo post: “Potete citare tutto dove ritenete più opportuno, ne sono solo lusingato e credo che certi tasselli della nostra storia recente, ma anche dell’attualità debbano essere divulgati…. Il caso ha voluto che anch’io abbia amato e lavorato in Molise. E’ stato un caso, ma un caso molto fortunato. La sua (rivolto a noi di molisealberi) terra ha ancora dei valori importanti. E’ una cosa per la quale andare molto fieri. Sono felice di avervi incontrato e veramente buon lavoro appassionato”.
Un ringraziamento è stato il minimo che potevamo fare a Paolo Cantiani. Troviamo sempre persone fuori regione che apprezzano il nostro Molise. Queste parole rendono orgogliosi un po’ tutti i molisani anche perchè dette da ricercatori che studiano giornalmente le foreste e che vivono di pane-alberi e boschi tutti gli anni. D’altronde di anni ce ne vogliono sempre di più visto che noi viviamo molto poco, 80-100 anni, rispetto ad un albero che puó vivere fino a 7000 anni.
Vediamo brevemente il lavoro pubblicato negli annali del Centro Ricerche per la Selvicoltura Vol 36, 2009-2010 pag 25-36, autori: Paolo Cantiani, Fabrizio Ferretti, Francesco Pelleri, Dalila Sansone, Giovanni Tagliente. Premesso che noi di molisealberi non siamo sempre “all’altezza” paragonandoci ai grandi alberi, abbiamo più o meno capito che è stata svolta un’ indagine sul trattamento delle Cerrete del Molise analizzando i piani d’assestamento ed altra documentazione storica. Nel territorio di un Comune (Carovilli) è stata analizzata “l’efficacia del trattamento applicato alla cerreta, valutando come le scelte gestionali abbiano influito sulla struttura di quattro popolamenti e stadi evolutivi successivi. L’Analisi conferma l’efficacia a tagli successivi delle fustaie di cerro del Molise”.
Che significa tagli successivi per chi non è addetto ai lavori? Diciamo che è una tecnica di rinnovazione e che oggi è lo strumento migliore per garantire le perpetuità delle cerrete. Questa rappresenta l’elemento gestionale più efficace per la stabilità delle stesse formazioni. O meglio, come si afferma nelle discussioni e conclusioni dello studio “le Fustaie di cerro del Molise rappresentano un valido e utile laboratorio per la sperimentazione sul trattamento della specie in Appennino. La persistenza nel territorio regionale della funzione produttiva di questa formazione, pur con variazioni nella tipologia di assortimenti prodotti per le diverse richieste del mercato nel tempo, ha fatto sì che le cerrete molisane siano state, e siano tuttora attivamente gestite”.
Noi di moliseaberi non possiamo che essere doppiamente contenti in quanto come si dice nello studio la pianificazione forestale in Molise è stata, ed è ancora oggi, particolarmente attiva. Obiettivo del lavoro è stato quello di fornire un contributo alla conoscenza delle modalità del trattamento delle cerrete molisane che sia di utilità per le scelte selvicolturali del futuro.
E’ possibile scaricare lo studio qui
Fonte: http://ojs-cra.cilea.it/index.php/asr/article/view/817
Un resoconto più semplice dello studio e del lavoro del Dr. Cantiani e del suo staff all’Università del Molise durante le giornate forestali molisane del 2011 potete scaricarlo qui
Fonte: http://web.unimol.it/Vecchio%20sito%20Unimol/serviziweb.unimol.it/unimol/eventi/Sim2011/cantiani.pdf