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Articoli sugli alberi e boschi molise alberi

Forli del Sannio località Macchia un “silenzioso gigante” di roverella

Parafrasando un libro di Tiziano Fratus che sto leggendo dal titolo “I giganti silenziosi”, grandi alberi  nelle città d’Italia mi è venuto in mente di chiamare questa roverella “un silenzioso gigante”. Si trova a Forli del Sannio, contrada Macchia, in vicinanza della strada che dal Santuario di San Giuseppe Moscati porta ad un agriturismo. Pianta di grossa chioma, qualche ramo rotto.Tronco cavo, qualcuno ha acceso un fuoco all’interno. Nel vecchio censimento regionale aveva una circonferenza di 480 cm. Abbiamo misurato il tronco anche se con un po’ di difficoltà per la presenza di una folta vegetazione intorno, ha un circonferenza di tutto rispetto cm 450. Età stimabile intorno ai 200 anni.  Ci sono lesioni e ferite, alcuni rami sono spezzati, presenza di carie evidente.  Pianta di alto valore ecologico questa  roverella riesce comunque  a vivere nonostante la mano dell’uomo. Come dice il Fratus nel suo ultimo libro, “Ogni volta che incontro un albero lo incontro per la prima volta”. Questa roverella la conoscevo già nel 1997 mi pareva molto diversa. Enorme all’epoca ma ora un po’  cambiata nella forma, nelle dimensioni, nel tronco, ma anche nel contesto in cui era inserita. Ritornare nei luoghi dopo un po’ di anni per incontrare un vecchio grande albero e scattargli alcune foto e come se fosse la prima volta.

Il silenzioso gigante di Contrada Macchia a Forli del Sannio

    

Rionero Sannitico località Castiglioni/e. Un quercione di tutto rispetto

Castiglioni o Castiglione  di Rionero Sannitico, come scritto nella tabella di entrata. Frazione fantasma. Case abbandonate. Ruderi sparsi e qualche carrozzeria arrugginita di automobile  lasciata lì, età anni 70.  Molti anni fa ci fu una frana a Castiglione e la popolazione andò via. La strada in un primo tratto è asfaltata poi diventa brecciata, terminando in una zona impervia e ricca di arbusti . Attraversando questi luoghi, sembra che il tempo si sia  fermato, lo si nota anche da alcuni vecchi elettrodomestici lasciati e  attrezzi da lavoro, utilizzati per le attività agricole e per il pascolo. In una zona quasi inaccessibile, per la presenza di vegetazione e quasi dentro un vallone, si nota una quercia di notevole dimensioni con una chioma di forte  impatto visivo. Si raggiunge con difficoltà ma ne è valsa la pena. Ha una circonferenza del tronco superiore ai 400 cm. Sembra una roverella, ma no siamo sicuri. In base alle caratteristiche del luogo impervio all’interno di una zona cespugliosa e inaccessibile l’abbiamo definita “la quercia del paese fantasma”, anche per le numerose branche e rami contorti.

Quercia di Castiglione di Rionero Sannitico

Cerro a Volturno Frazione Foci un vero “Quercione”

Un palo della  linea elettrica come punto di riferimento della maestosità di questa quercia. Ha un chioma un po’ particolare e veramente notevole. La pianta si trova prima di arrivare nella Frazione Foci di Cerro a Volturno, ed è facilmente visibile. Emerge in un’area un po’ cespugliosa. Circonferenza misurata 440 cm. Si sviluppano grandi branche dal tronco, una in particolare più orizzontale.  Alcuni grossi rami tagliati in vicinanza della  linea  elettrica  

 

Cerro a Volturno- Frazione San Vittorino – La quercia e il “casotto”

Nome scientifico: Quercus pubescens W. (Roverella)
Circonferenza tronco: mt 5.70
Siamo nel Comune di Cerro a Volturno lungo la strada che da San Vittorino porta a Foci, due frazioni del paese. Macchinetta fotografica con le pile quasi scariche. Succede spesso a noi di molisealberi. Sapevamo dell’esistenza di una quercia con circonferenza del tronco che abbondantemente supera i 5.00 metri.  Pur parlando della Roverella interessante è l’origine del nome “Cerro” a Volturno. Forse deriva dalla presenza nel suo territorio di un albero secolare “quercus cerris”. Ma sono sempre leggende e storie un po’ inventate.  Lo stesso stemma comunale porta inciso nel campo un cerro e sullo sfondo vi è un pastore che veglia al pascolo di tre suini e il motto: “Fortitudo Cerri”. In Molise alcune località hanno nome “Cerro”: Cerro Frazione vicino Campobasso, Cerro Savino (Carovilli), Cerreto (Vastogirardi) e altre ancora. Con il nome si potrebbe pensare che ci siano stati uno o grandi alberi, come per Cerro a Volturno. La quercia con tronco ben robusto e una chioma non indifferente fa ombra ad un casotto per ricovero di mezzi e attrezzature e  c’è  una recinzione. La pianta ha una lunga cavità sul tronco, un po’ sintomo di vecchiaia, ma ha anche un grande valore ecologico per il microhabitat presenti sulla pianta e nelle vicinanza. I microhabitat degli alberi sono substrati e strutture importanti per la biodiversità forestale. Una maggiore consapevolezza dell’importanza dei microhabitat degli alberi può contribuire a mantenere ed aumentare il valore degli habitat per la biodiversità, anche nelle foreste gestite.

Fonte http://www.integrateplus.org/uploads/images/Mediacenter/Catalogue_TreMs_IT_Final.pdf

Cerro a Volturno Quercia di San Vittorino


Visualizza Grandi Alberi in Molise in una mappa di dimensioni maggiori

Monteu Roero, Cascina Avai, Il grande castagno o meglio la “Castagna granda”

Siamo nel Roero in provincia di Cuneo,  alcuni amici del Piemonte, ci hanno mandato delle foto della “Castagna granda” situata nel Comune di Monteu Roero . L’albero è inserito nell’elenco regionale  degli alberi monumentali della Regione Piemonte con un circonferenza di 970 cm. Ha un’età presumibile  di circa 400 anni. Come molti alberi è  identificato con  un nome locale: “PRELA D’LA CASTAGNA GROSA” (Fonte: la Linfa nelle Vene di Tiziano Fratus).

Cantalupo nel Sannio – Il grande albero lungo la via del Cimitero


Nel territorio di Cantalupo nel Sannio spesso si vedono sparse grosse Roverelle. Tra le tante viste, colpisce una pianta che sta lungo la strada per il cimitero, che si  presenta con due tronchi a formare una specie di U. La Roverella  sembra uscire con la sua forza dal lato della strada. Le dimensioni sono sicuramente superiori  ai 500 cm,  considerati i due tronchi. La chioma  è molto espansa. Qualche difetto c’è sui tronchi. Come spesso succede non ho scattato una foto.  L’ho comunque facilmente individuata su  google earth. Il grande  albero ne ha visti  passare sicuramente tanti: di funerali.

Quercus virgiliana Ten (La quercia di Virgilio o La quercia Castagnara)

Che cos’e la  Quercus virgiliana Ten. (Tenore).  Secondo alcuni è una subspecie della roverella classificata come Quercus pubescens Willd. subsp. pubescens. Tenore, un autorevole botanico, la classificò già nel 1835. Non sappiamo comunque dire se è una subspecie di  Quercus pubescens o una specie a se stante. Si può solo evidenziare  come si differenzia da una roverella, almeno morfologicamente,  poi sappiamo che in molti casi  le querce si ibridizzano. Michele Tenore nel 1826 scrisse  Osservazioni sulla Flora Virgiliana  . In questa libro fa cenno alle  piante che Virgilio descrive nelle sue opere. Si legge l’Escolo di Virgilio come Quercus esculus L. di Linneo. L’esistenza di Quercus esculs L, scrive  Tenore, è problematica per la flora delle Regioni che abitiamo, mentre  abbondantissimo cresce nei nostri boschi l’Escolo Virgiliano, che si distinque dalle altre querce per la mole colossale e per il carattere delle sue larghissime foglie così ben espresso con la frase di Virgilio quae maxima frondet. Questo albero e senza fallo la varietà latifolia del Quercus robur L. (Farnia) del Linneo. Le ghiande di questo albero sono dolci e buone a mangiarsi onde i nostri contadini le mangiano abbrustolite con le castagne e la chiamano perciò la quercia castagnara. La Quercia castagnara quindi non ha originariamnete nulla a che vedere con la roverella ma secondo Tenore  è la varietà latifolia del Quercus robur L. (Farnia) e o meglio Q. robur L. var. virgiliana Ten. (questo rappresenta il basionimo assegnato dal Tenore nel 1830. Altri autori hanno assegnato nomi differenti ma che, sostanzialmente, possono essere considerati dei sinonimi (BRULLO et al., 1998) e sono: Q. cupaniana Guss.; Q. appennina Guss.; Q. insularis Borzì; Q. vulcanica Borzì; Q. minaae Lojac. Andiamo a leggere il Pignatti nella sua Flora d’Italia (1982). Quercus virgiliana Ten (Ten) =( Quercus cuneata Ten) Rami giovani grigio tomentosi Foglie a contorno ellittico. Lobi profondi 1/2 della lamina o più, il cui asse forma con la nervatura centrale un angolo di 45° circa, nervi intercalari, 0-3 per lato. Picciuolo in popolazioni naturali , forse ibridata con Quercus pubescens L., 8-13 mm. Ghiande talora dolciastre e commestibili brevemente peduncolate e subsessili, cupola breve con squame strettamente lanceolate (1-2 mm al max) in punta leggermente rialzate.  Diffusione prevalentemente in Italia meridionale su suoli debolmente acidi, rara e spesso confusa.

Vediamo alcune caratteristiche morfologiche della Quercia vrigiliana che la differenziano dalla Roverella. In particolare occorre andare a vedere le squame della cupola che in Q. virgiliana appaiono tipicamente lanceolate e strette, più o meno embriciate, ed inoltre le distali si prolungano così che il bordo della cupola appare fortemente irregolare; inoltre la pubescenza del margine inferiore delle foglie spesso è molto meno marcata e in alcuni casi le foglie appaiono glabre. La quercia castagnara ha anche una ghianda grande di colore simile alla castagna e quanto cotte  hanno un sapore dolce. La ghainda era  cibo per i poveri in periodo di carestia, essiccate erano utilizzate come farina aggiuta al frumento e orzo. Una pianta rara i cui grandi esemplari sono pochi e che è necessario cercare e conservare.

Per dettagli

http://oaks.of.the.world.free.fr/quercus_virgiliana.htm

Quercus virgiliana descritta da Tenore in Flora Napolitana
Alcune grandi esemplari di Quercus Virgiliana  Ten sono presenti in Calabria, Sicilia , Isola di Ponza, nei boschi poco lontani dal mare in Campania, in Puglia nel Salento http://portal.eufgis.org/search/simple/list/details/?tx_wfqbe_pi1[unit_number]=ITA00047 

e in altre regioni centro-meridionali

 

Pergine Valsugana un platano con tanti amici,da gli alberi di Valido Capodarca

Le immagini che posso proporre di questo platano sono state da me scattate nel 1992. Allora le sue dimensioni parlavano di m. 5,25 di circonferenza, 30 metri di altezza e 30 metri di diametro di chioma. Chi guardasse invece, oggi, le immagini che ci fornisce Google Earth, vedrebbe un albero di dimensioni sensibilmente maggiori, una pianta rigogliosissima, un’autentica meraviglia della natura. Infatti da decenni è stata riconosciuta ufficialmente come “monumento naturale”. Non poteva essere diversamente, viste le attenzioni che essa riceve da parte sia dei suoi concittadini di Pergine Valsugana (TN) che dell’amministrazione comunale. I perginesi ne vanno orgogliosi: guai a chi lo tocca! L’albero, che ombreggia larga parte di piazza Gavazzi, sembra essere messo lì apposta, per dare il benvenuto a chi entra in paese proveniente da Trento. L’età dovrebbe superare i 200 anni: si pensa sia stato piantato in occasione di un passaggio di Napoleone nel 1990. Sicuramente era già grande quando, nel novembre del 1918, il generale Pennella entrava in città con le sue truppe dopo la cacciata degli austriaci.
Dicevamo delle attenzioni che riceve da sempre da parte del suo comune. Quando, decine di anni fa, venne costruita l’aiola attorno al suo tronco, essa venne costruita in modo da convogliare verso le radici tutta l’acqua piovana che si raccoglieva in essa. Le radici hanno un’estensione di almeno 30 metri tutto attorno al piede della pianta, e creano non pochi problemi quando si deve scavare per lavori di riparazione alle varie condutture sotterranee, ma ogni volta gli operai pongono la massima attenzione a non danneggiarle.
Periodicamente, arrivano presso il platano i Vigili del Fuoco, a scandagliare l’interno della chioma con le scale dei loro automezzi, asportare gli eventuali rami secchi e apportare tutte le cure necessarie per la salvaguardia, oltre che della pianta, anche dell’incolumità dei cittadini. Quanti comuni, dovrebbero prendere esempio!

Fonte Valido Capodarca dal gruppo facebook molisealberi e amanti degli alberi monumentali

Platano di Pergine Valsugana anno 1992-1993 Foto di Valido Capodarca

Platano di Pergine Valsugana  a inizi del 900

Fonte http://www.vitatrentina.it/rivista/2014/anno-89-n-32/Nel-cuore-pulsante-di-Pergine-Valsugana/Pergine-il-platano-agli-inizi-del-1900/(language)/ita-IT

 

Platano di Pergine Valsugana anno 2016 da Google Earth

IL PLATANO DI PERGINE OGGI
Grazie a Google, possiamo oggi vedere subito qual è la situazione attuale del platano di Pergine Valsugana. A distanza di 21 anni dall’ultima foto, abbiamo una ulteriore dimostrazione di quanto la pianta sia amata dalla sua gente e dagli amministratori comunali della cittadina trentina. Oggi il Platano è circondato da un’ampia aiola verde e il traffico è stato allontanato. L’albero ricompensa le attenzioni ad esso dedicate, fornendo un eccezionale biglietto da visita della sua città per chi entra in Pergine.

Un classico esempio di un albero amico di tutti.

 

 

Sardegna Illorai località “Sa Melabrina” la roverella tra le più grandi d’Italia

Un omaggio di molisealberi  alla Sardegna,  dove probabilmente c’è una roverella che supera gli 800 cm di circonferenza, tra le più grandi d’Italia.  Andiamo a leggere su wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Quercus_pubescens ed è scritto: la più grande roverella  comunque sembra essere in Sardegna ad Illorai in località “Sa Melabrina” le sue dimensioni sono di metri 8.80 di circonferenza e metri 24 di altezza ed un’età plurimillenaria inserita in un bosco ad evoluzione naturale gestito dall’Ente Foreste della Sardegna. Valido Capodarca così nel 2014  in un post scrive: “Fino ad oggi la  classifica delle querce italiane che superano gli otto metri vedevano la roverella di Sa Melabrina  con una circonferenza del tronco di mt 8. 37”. Nel libro Grandi alberi in Sardegna di  Siro Vannelli del 1989 era indicata la circonferenza mt di 7,40. Nel 2014 dal censimento degli alberi monumentali della Regione Sardegna i cui dati possono essere visti a questo link  http://www.datiopen.it/it/opendata/Regione_Sardegna_Alberi_Monumentali la circonferenza indicata mt 7,50. Noi di molisealberi non facciamo classifiche,  sta di fatto che nella  Foresta Burgos di Illorai c’ è un sentiero che attraversa  maestosi esemplari di roverelle e lecci, fra cui poter ammirare anche la roverella, in località Sa Melabrina e il nuraghe Sa Paule Ruja, e Murones  Ecco alcune foto trovate sulla rete della maestosa Roverella.

Illorai roverella di Sa Melabrina

Fonte: http://www.civica19.com/img/album/alberi_antichi_2012/slides/093%20SS%20Illorai%20roverella%20di%20Sa%20Melabrina%2003.html

Illorai roverella di Sa Melabrina

Fonte https://www.flickr.com/photos/jokermanssx/8165033568/sizes/l/

per ulteriori dettagli e per chi va in cerca di alberi in Sardegna si consiglia di Tiziano Fratus “Itinerari per cercatori di alberi in Sardegna” anno 2013 a questo link

https://homoradixnew.files.wordpress.com/2013/12/itinerari_sardegna_2013.pdf

 

 

Monleale in Piemonte la roverella ormai scomparsa dal libro: “la Linfa nelle Vene” di Tiziano Fratus

Partiamo dall’anno 2005.  Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 12 del 24/03/2005  con la Deliberazione della Giunta Regionale 14 febbraio 2005, n. 83 ad oggetto (omissis) LA GIUNTA REGIONALE ..delibera  di approvare la dichiarazione di notevole interesse pubblico ai sensi dell’art.140 del D.LGS. 22.01.2004 n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) in riferimento all’ Elenco di Alberi Monumentali giudicati di interesse paesaggistico-ambientale e storico-culturale del Piemonte, ai sensi della L.R. n. 50/95 situati nei Comuni di Novi Ligure (AL) Stresa (VB) Pietraporzio (CN) Monleale (AL) Bioglio (BI);   di dare atto che i soggetti arborei interessati risultano, nello specifico, come dall’elenco appresso riportato:  Novi Ligure (AL)    Rovere    In strada Castellone n.11  Stresa (VB)    Cedro    In C.so Re Umberto I n.15  Pietraporzio (CN)    Larice    Nel Vallone del Piz,  Monleale (AL)    Roverella    In direzione San Sebastiano  presso la località Cà del Pep o Pepnei  Bioglio (BI)  Castagno   Nel parco ex Villa della Famiglia  Sella.

Roverella di Monleale ormai scomparsa

La storia della Roverella in località Cà del Pepnei o del Pep del Comune di Monleale in provincia di Alessandria c’è la racconta Tiziano Fratus nel sul libro: “La Linfa nelle Vene”. Quest’albero, faceva parte del volume: “Gli Alberi monunematli d’Italia” e nell’elenco dagli alberi monumentali del Piemonte anno 2006 era scritto: “esemplare di singolare bellezza”. Poi non è stato più inserito  nel libro degli alberi monumentali del Piemonte (II edizione anno 2008). Per un  cercatore di alberi qualcosa non tornava, per cui Fratus si chiese come mai fosse stata esclusa da Alberi monumentali del Piemonte. L’albero come scritto nel libro (anno 2012): è spento è un relitto archeologico, circondato dagli sbancamenti di una cava che hanno ben pensato di attivare a ridosso dlell’albero, di ciò che resta di questo che è stato un albero grandioso. Infatti la circonferenza del tronco misurata era di 576 cm,  ma l’aspetto che potrebbe far ridere o piangere nel racconto alla fine e che sul tronco della roverella c’era affisso un documento, protetto dentro una camicia in plastica con su scritto: “Ho resistito quasi 100 anni fino a quando ci ha messo le mani l’Assessoe provinciale (omissis)…. Alla fine Tiziano cita una frase di Alexander von Humboldt e che noi condividiamo:” Vi è qualche cosa d’imponente e maestoso nell’aspetto dei vecchi alberi e la violazione di questi monumenti della natura è severamente punita in paesi privi di monumenti artistici”. Non so se pensare di vivere in una civiltà avanzata oppure in una declinazione prossima al suo complemento.

Ecco alcune foto  della ex Roverella di Monleale ultima circonferenza del tronco 575 cm  ormai morta Fonte Comune di Monleale è scritto: ora purtroppo seccata, e dal sito sugli alberi monuemntali della Provincia di Alessandria http://digilander.libero.it/alberial/01index/0100hp00.htm Altra Fonte: Terre di grandi alberi di Tiziano Fratus  https://homoradixnew.files.wordpress.com/2012/01/terredigrandialberi_doku_elenchialberimonumentali.pdf

Roverella di Monleale ormai scomparsa