Benvenuti su 'Molise Alberi', il blog dedicato agli alberi secolari e ai boschi rigogliosi della regione Molise. Scopri le storie, le curiosità e le meraviglie nascoste dietro ogni tronco e foglia
Vastogirardi, in Alto Molise, Riserva della biosfera dell”UNESCO di Monte di Mezzo, un luogo dell’Appennino ricco di storia forestale e di grandi valori ambientali. Circa 300 ettari da visitare per una “immersione salutare” nei boschi e lungo i sentieri della riserva. Tra questi c’è ne uno un po’ particolare: quello di Colle San Biagio, perchè è un percorso senza barriere architettoniche accessibile a tutti. Il sentiero è attrezzato con passerelle, tabelle informative per i non vedenti, staccionate in legno.
Tra diversi alberi, lungo il sentiero, i cerri la fanno da padrone. Le foto non rendono mai l’idea della dimensioni e dell’aria che si respira in una giornata invernale passeggiando nella riserva.
Il fajone o faon o r’ faone poi chiamato da tutti il “re fajone” è caduto al suolo nella notte tra il 29 e 30 Novembre 2017 .Quella notte tirava in zona un forte vento. Aveva forse più di 300 anni ed era tra i primi faggi in Italia monocormici ad avere una circonferenza del tronco che si avvicinava ai 700 cm . Si può solo dire che non tutto è perduto, almeno per la parte di tronco rimasta saldamente al suolo con un ramo laterale che ancora è in grado, speriamo, di tirar fuori nuovi germogli e foglie. Sarebbe auspicabile far rimanere il tutto come prima togliendo solo rami, branche e frascame secco. Nella cavità del tronco una volta eliminate le parti “marcescenti” potrebbe ridare dei nuovi “polloni”. Madre natura è sempre maestra, ma non sappiamo come si comporterà. Siamo stati a Vastogirardi nel bosco in località San Nicola nel pomeriggio del 01/12/2017. Ecco alcune foto:
il moncone rimasto
particolari
il moncone rimasto la la parte esterna fuori terra si trova a 4-5 mt
le parti di legno morte
ex r fajone a Vastogirardi
r fajone il moncone rimasto
il tronco nella parte più esterna
l’ancoraggio a terra del moncone rimasto è ancora molto forte
Specie: Fagus Sylvatica Nome Comune: Faggio Circonferenza (mt): 3,80
Non è r’ fajone, il faggio più grande del Molise (il primo dei primi a Vastogirardi) che un po’ tutti conoscono, ma un secondo “faggione” di tutto rispetto che si trova in località Santa Maria in un bosco un po’ “tenebroso” sempre nel Comune di Vastogirardi. Ci si arriva scendendo da masseria Marinelli lungo la strada Vastogirardi-Staffoli. Si entra prima in un boschetto superando un fosso, poi si risale leggermente fino ad incontrare ed attraversare la linea del metanodotto.
Proseguendo si incontra anche una “casella” (ricovero in pietra) ben conservata. Da qui già si può notare, rivolgendo lo sguardo a sud, un albero più alto del solito nel bosco. E’ il nostro faggio che fa da padrone e sembra dire agli altri alberi “qui sono io il più alto”. L’albero ha un unico tronco con un età presumibile di 200-250 anni. La quota è a 1100 mslm. E’ un po’ malaticcio, qualche fungo sta attaccando il suo tronco policormico. Ha anche alcune branche e rami rotti. Ci potrebbero essere altri giganti in zona, in questo bosco un po’ “stregato”.
Comunque, pur se la circonferenza non è da record, l’altezza e il suo aspetto colpiscono subito il visitatore. Per la sua forma, un po’ particolare e bizzarra dovuta forse alla sua età, sembra un “uomo” a braccia aperte. Un ringraziamento ad Anna e Nicola per la scoperta.
il Faggio di Santa Maria
Il Faggio di Santa Maria
Il faggio di Santa Maria
il ricovero in pietra in vicinanza del “secondo” faggio
R’ Fajone o meglio “r’faone” il più grande faggio d’Italia con una circonferenza misurata di 7,20 mt da Valido Capodarca comincia a perdere qualche pezzo.
Come lui stesso afferma:
“Eh, sì. Credo che il destino del più grande faggio d’Italia sia questo, speriamo il più tardi possibile, magari fra cento anni: una tempesta di vento, più forte del solito, lo farà crollare al suolo, col tronco spezzato a pochi metri da terra. Intanto continuiamo a godercelo!
Nelle foto si vede il buco nel tronco in basso e un ramo spezzato che cadendo ha rotto parte della staccionata sottostante.
Riprendiamo con grande emozione ciò che ha scritto Valido Capodarca nel nostro gruppo facebook (molisealberi).
Il RE FAJONE – CHE EMOZIONE!
Può capitare anche a un incallito cercatore di alberi, di emozionarsi, anche dopo 34 anni di ricerche e migliaia di grandi alberi esplorati, visti, toccati. Può capitare, quando si ha la ventura di trovarsi al cospetto di “Sua Maestà” il Re Fajone, dopo averlo in precedenza solo conosciuto di fama, o in foto.
L’eccezionale personaggio abita a Vastogirardi (IS) e lo si raggiunge attraverso un agevole cammino di mezz’ora a piedi, lungo un sentiero che parte dalla Masseria San Nicola, un edificio che si trova lungo la strada che porta da Vastogirardi a San Pietro Avellana.
La circonferenza del suo fusto, rigorosamente misurata all’altezza di m. 1,30 dal suolo, è di m. 7,23. Salvo smentite che non si vede da quale parte possano arrivare, si tratterebbe del record italiano, e forse europeo, per un faggio con fusto monocormico. L’altezza complessiva dell’albero è di circa 40 metri.
Lo stato del fusto risente della non lieve età e si presenta con ampi vuoti all’interno. Lungo il fusto, alto non meno di venti metri, in alcune cavità con legno marcio si sono annidati degli sciami di vespe.
L’albero è meta di numerose visite e spesso è la nostra accompagnatrice, Anna Scocchera, a far loro da guida, riscontrando sempre lo stesso stupore e gli stessi elogi da parte dei visitatori. Di recente il comune ha voluto agevolare l’avvicinamento al gigante costruendo una utile e non impattante gradinata con tronchi di legno sugli ultimi quaranta metri (i più ripidi) del percorso.
A proposito del nome di Re Fajone, è la stessa Anna Scocchera a informarci che esso è dovuto a un equivoco generato da un giornalista. In realtà, il nome originario sarebbe “Faone” , ma la pronuncia locale inserisce una lieve “i” fra la “a” e la “o”; abbiamo così: Fajone. Per maggiore esattezza, la dicitura fa precedere il nome dall’articolo determinativo “il”, che, in gergo locale si dice “r”. Perciò “Il Faggione” diventa “’R Faione”. Intorno al 1980, un giornalista, involontariamente, aggiunse una “e” alla R e il nome divenne “Re Fajone”. Oggi si sta cercando di far tornare in auge il nome originario, apponendo dei cartelli con scritto “Faone” lungo il percorso. Il mio consiglio è di lasciare invariato il nome corrente: Il Re dei faggi italiani, ha ben il diritto di fregiarsi del titolo.
Un sentito grazie a Valido Capodarca che ci ha raggiunto qui in Provincia di Isernia per parlare e scrivere di grandi alberi.