Benvenuti su 'Molise Alberi', il blog dedicato agli alberi secolari e ai boschi rigogliosi della regione Molise. Scopri le storie, le curiosità e le meraviglie nascoste dietro ogni tronco e foglia
Nome comune: Quercia Nome scientifico: Quercus Robur ? Altezza stimata (m): 15-20 Circonferenza (misurata a circa 130 cm da terra): 480 cm
Numero esemplari: 1 Tipo: Albero singolo Fusti: L’albero ha un solo fusto
Proprietà: pubblica Indicazioni per raggiungere l’albero: Strada prov.le della Marsiliana dopo l’omonima fattoria, prendere la sterrata per Montebamboli, dopo 400mt svoltare a sinistra e percorrere la strada interna al bosco fino a oltre 200mt dall’attuale taglio. Sul lato destro a circa 15mt. dalla strada si trova la pianta. Via/c.so/piazza: Poggio Poggirossi-Costa Grassini Località: Marsiliana-Montebamboli Comune di Massa Marittima
Ambiente Urbano: Verde pubblico
Ambiente Extraurbano: Bosco di latifoglie
La pianta viene segnalata per: Valore paesaggistico
Descrizione della motivazione: Pianta di notevoli dimensioni in zona sottoposta a taglio periodico.
Minacce: Rischio di taglio
QUERCIA a MASSA MARITTIMA segnalato da Marco Cantini – Massa Marittima
Specie: Quercus pubescens L. Nome Comune: Roverella Circonferenza (mt): 3,70 Quota Slm (mt): 730
Ad Acquaviva di Isernia spunta, di fronte la Piazza del Municipio, un bel esemplare di roverella. Siamo a quota 730 mslm. Cresce maestosa tra le case in leggera pendenza e con un tronco un po’ inclinato e un intreccio caratteristico di rami. Piu avanti lunga la strada per Forli del Sannio, sempre nel centro abitato, un’altra roverella che con il suo tronco serve da appoggio per la legna già ben “accattastata” per l’inverno. Le piante sicuramente di proprietà privata godono di un buon stato vegetativo. Queste piante secolari hanno l’ottima funzione d’appoggio e di una migliore conservazione del legname già tagliato. Il marciapiede e il muretto in vicinanza forse in futuro potranno creare problemi per la sua stabilità.
Acquaviva di Isernia La quercia con la legna accatastata
Roccaravindola, frazione di Montaquila, località Santa Lucia. Dietro una nicchia votiva ai margine della strada che conduce ad alcune case sparse, una quercia ben piazzata e molto interessante per la sua chioma. E’ inclusa nell’elenco regionale degli alberi monumentali. Zona d’ombra in estate. Dimostrazione che i grandi alberi spesso sono in vicinanza o di vecchi ruderi o vicino statue e nicchie votive. Non avendo la foto, l’abbiamo ritrovata su google maps.
Specie: Quercus cerris L. Nome Comune: Cerro Circonferenza (mt): 3,50 Età (anni): 100-130 presumibile
La Chiesetta di Santa Lucia la Posta
In vicinaza del fiune Trigno in una zona a confine tra i comuni di Agnone Carovilli e Pietrabbondante in località Posticchia (il toponimo è tutta una filosofia ) c’è la cappella di Santa Lucia la Posta o delle Poste. Riportata anche sulle storiche IGM al 25.000 con il nome Santa Lucia a quota 950 mslm la chiesetta è stata ristrutturata di recente.
E’ un posto ideale per pellegrini e devoti per il silenzio e anche per l’elevata naturalità dell’area. Siamo in vicinanza della riserva MAB di Collemeluccio, il Bosco la Posta e la Selva di Castiglione. Qui regna sovrano il Cerro e nella riserva svettano le colonne di colore verde scuro degli abeti bianchi. Il 29 giugno di ogni anno in questo luogo viene svolta una manifestazione religiosa in onore di Santa Lucia con relativa processione, rosario e vespri.
Chi arriva scendendo alla chiesetta nota subito lungo il sentiero un ostacolo rappresentato proprio dalla quercia ubicata a circa 50 mt dalla chiesetta. Per noi è un monumento naturale non tanto per il diametro del tronco ma per la sua chioma che svetta e si ramifica tra le altre piante in vicinanza e per la religiosità del luogo. D’autunno con i suoi colori appare sempre dominante nel bosco.
Come per ogni albero anche qui c’è una storia da raccontare legata alla costruzione della Chiesetta. Si narra che un ricco signore della Puglia percorreva il tratturo in vicinanza (l’attuale strada San Mauro – Pietrabbondante) in compagnia di sua figlia cieca. Ad un certo momento la figlia indicò al padre un punto dove ha visto comparire Santa Lucia protettrice della vista. La Santa era proprio sopra un albero, sorridente. La fanciulla, poi riacquistò la vista ed il padre, per devozione, fece erigere la chiesetta nel punto dove è avvenuto il miracolo.
Un albero “miracoloso” doveva esserci prima della chiesetta. L’albero prima e la chiesetta dopo rappresentano la sacralità e la religiosità dell’area L’abbiamo chiamata allora la quercia “sacra” di Santa Lucia la Posta, ma sappiamo che non è vero perchè immaginiamo che la quercia dove apparve Santa Lucia fu tagliata per costruire la chiesetta. Per chi non crede ai miracoli possiamo solo dire che altre querce sono nate in vicinanza della chiesetta .
Nome comune: Roverella Specie: Quercus pubescens Località: Masserie Papali/Macchione Età: circa 500 anni Circonferenza a m. 1,30: cm. 600 Altezza mt 25 Morfologia della chioma: uniforme Stato vegetativo: buono Posizione: in filari di n° 3 piante (Caratteristiche inviate dal Dr Forestale Lino Cirucci. Fonte: Schede redatte dal Corpo Forestale dello Stato (Comando stazione di Riccia anno 2000)
Alcuni simpatiche persone di Jelsi ci hanno trasmesso la foto di una delle più grandi roverelle esistenti in Provincia di Campobasso. Siamo ad Jelsi paese della festa del grano, del ballo dell’uomo orso e noi aggiungiamo anche di grandi querce. Ben cinque roverelle (ma ce ne saranno anche di più) dai dati del Censimento della Regione Molise del 2009, hanno una circonferenza superiore ai 5 metri.Il “Mazzone” di cui la foto qui sotto è di 6 mt con ben sette persone sopra il palco da cui si diramano 6 branche e rami. Dalla foto si vede che è un vero colosso. E’ una quercia a candelabro. Il Dr Forestale Lino Cirucci, che con la sua Associazione: “Centro studi di storia, cultura, tradizioni e territorio San Amanzio” ci racconta che a questo albero i Briganti, dopo l’unità d’Italia erano soliti legare i loro cavalli data la vasta ombra che proiettava al suolo. Il numero 6 è un numero fortunato per quest’albero, speriamo che continui a vivere per altri 66, per non dire 666 anni.
La quercia di 6 mt di circonferenza con 7 persone. Foto di Michele Fratino.
Specie: Quercus cerris L. Nome Comune: Cerro Circonferenza (mt): 4,90 Stato Vegetativo: buono Altezza (mt): 25 Età (anni): 200-250 Quota Slm (mt): 860
E’ la grande quercia di Carovilli. Si trova in vicinanza di un ristorante che prende il suo stesso nome. Si scorge facilmente dalla strada verso San Pietro Avellana. Un po’ tutti la conoscono nella zona, almeno per coloro che da diversi anni vanno a pranzare al ristorante. La sua chioma è davvero considerevole. Il tronco e’ in leggera pendenza e si biforca a circa tre metri d’altezza. E’ talmente regolare la chioma che nel periodo autunnale distribuisce la sua ghianda in modo sempre “uniforme” sul terreno.
Ecco cosa scrive Valido Capodarca sulla grande quercia di Carovilli:
IL CERRO DI CAROVILLI
Concludiamo il nostro viaggio fra i grandi alberi del Molise con quello che, forse, è esteticamente più valido fra quelli visitati. Purtroppo, questa volta le notizie biografiche disponibili sono poche, per il mancato incontro con un interlocutore debitamente informato. Gli stessi proprietari dell’agriturismo ne hanno il possesso solo da pochi anni. Dobbiamo perciò limitarci ad alcune osservazioni.
La quercia in questione si trova in comune di Carovilli, nei pressi di una struttura di agriturismo che prende il nome proprio dalla quercia. La circonferenza del suo fusto è prossima ai 5 metri (esattamente 4,96). Il diametro della chioma è di 26 metri, circa 22 se ne possono attribuire all’altezza. Visto dalla strada provinciale, il fusto sembra più esiguo di quanto sia in realtà, per la pronunciata ovalizzazione dello stesso. Solo facendo un giro attorno ad esso ci si accorge della sua imponenza. L’aspetto della pianta è dei più sani, e la sua silhouette è un prodigio di armonia e di simmetria.
In mancanza di notizie storiche, si può solo interrogare la pianta e ascoltare cosa essa ci racconta. Il fusto è internamente cavo e alla base, sul lato nord, appare un foro alla sua base, poco sopra il livello del suolo. In mancanza di altre interpretazioni circa la sua origine si può solo formulare una ipotesi: che siano stati gli stessi proprietari a praticarlo per fornire un’uscita all’acqua piovana che altrimenti, ristagnando nella cavità del fusto, potrebbe danneggiarlo. La preghiera che rivolgo agli eventuali lettori che conoscessero questo cerro e le sue vicende biografiche, è di fornirle con un commento.
Santa Maria delle Grotte ricorda uno dei gioielli di chiese rupestri Benedettine che si trova nel territorio di Rocchetta a Volturno. Ne consigliamo una visita. Ma non solo, conviene anche passare su Via Santa Maria delle Grotte nel centro abitato di Rocchetta Volturno, per vedere un vero “colosso” Semplicemente è la Roverella nel centro abitato di Rocchetta a Volturno. La larghezza del tronco e la chioma sono veramente possenti. In estate fa tanta ombra sulla strada e sulle case in vicinanza.
La roverella ha un tronco un po’ particolare e inclinato alto circa 2 metri da cui si dipartono alcune branche tutte quasi erette. Una branca sembra caduta ultimamente. Il tronco quasi a sedia regge le branche e una bella chioma che supera un filo della luce e i lampioni sovrastando le case in vicinanza. Vedendo dall’alto il centro abitato di Rocchetta emerge bene la chioma a “palla” della pianta quasi a dire: “io sono superiore e più alta di tutti quindi comando io” Ubicata a quota 550 mslm la pianta risulta essere stata recintata da una staccionata in legno. Il terreno c’è e la forza delle radici è possente anche sulla strada laterale, tanto che hanno dovuto scavare abbastanza intorno al tronco, evitando “strozzamenti”.
Le radici hanno grande capacità di prelevare acqua ed elementi nutritivi per farla rimanere sempre in un buono stato vegetativo. In estate è un luogo ideala per un po’ di frescura. Le foto del “colosso” parlano da sole. Crediamo che la quercia è tra le più grandi del Molise come ubicazione nel centro abitato. Esemplare per cui essere fieri.