Regione Veneto – Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali – Legge Regione Veneto 9 agosto 2002, n. 20

(BUR Regione Veneto del  13 agosto 2002 n. 78)

Fonte: Regione Veneto

Articolo 1
Finalità
1. Allo scopo di tutelare e valorizzare il patrimonio ambientale e il paesaggio della Regione, la presente legge detta norme per l’individuazione degli alberi monumentali di alto pregio naturalistico e storico, di interesse paesaggistico e culturale presenti nella Regione del Veneto.

Articolo 2
Definizione
1. Sono considerati alberi monumentali di alto pregio naturalistico e storico e di interesse paesaggistico e culturale:
a) gli alberi isolati o facenti parte di formazioni boschive naturali o artificiali che per età o dimensioni possono essere considerati come rari esempi di maestosità o longevità;
b) gli alberi che hanno un preciso riferimento a eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico o culturale o a tradizioni locali.

Articolo 3
Elenco regionale degli alberi monumentali
1. È istituito, presso l’azienda regionale Veneto Agricoltura, l’elenco regionale degli alberi monumentali.
2. A tal fine l’azienda regionale Veneto Agricoltura, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, definisce la metodologia di rilevazione ed i contenuti informativi di una scheda tipo che deve contenere almeno i dati caratteristici di vegetazione e i criteri di tutela di cui all’articolo 2.
3. L’azienda regionale Veneto Agricoltura, sulla base della scheda di cui al comma 2 ed esaminate le eventuali proposte pervenute ai sensi del comma 4, predispone l’elenco regionale degli alberi monumentali.
4. L’inserimento nell’elenco regionale degli alberi monumentali può avvenire anche su proposta delle Province, dei Comuni, delle Comunità montane, degli Enti parco ed anche a seguito di segnalazioni di singoli cittadini o associazioni ai medesimi enti. In tale ultimo caso detti enti sono tenuti a trasmettere la segnalazione all’azienda regionale Veneto Agricoltura, entro sessanta giorni dal ricevimento, corredata dal loro parere trasmesso contestualmente al cittadino o all’associazione interessata.
5. La scheda tipo di cui al comma 2 e l’elenco regionale degli alberi monumentali sono pubblicati nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto. L’elenco regionale degli alberi monumentali è aggiornato periodicamente.
6. Le strutture regionali competenti in materia di servizi forestali, di servizi fitosanitari e l’azienda regionale Veneto Agricoltura assicurano, ciascuno nell’ambito delle rispettive competenze, l’assistenza per gli aspetti agroforestali e di fitopatologia agli alberi dell’elenco di cui al comma 1.

Articolo 4
Iniziative di valorizzazione e tutela
1. Gli alberi inseriti nell’elenco sono segnalati come Albero monumentale protetto. Legge regionale “Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali”.
2. L’azienda regionale Veneto Agricoltura e gli enti di cui all’articolo 3, comma 4, promuovono iniziative di pubblicizzazione e valorizzazione degli alberi inclusi nell’elenco, al fine di divulgarne la conoscenza, il significato della tutela, nonché per migliorare il contesto territoriale e ambientale circostante.
3. I Comuni riportano nel proprio strumento urbanistico generale gli alberi monumentali protetti e le relative aree di pertinenza dettando apposita normativa di tutela.
4. È vietato a chiunque abbattere, danneggiare o comunque modificare la struttura degli alberi monumentali inseriti nell’elenco regionale, salvo quanto previsto ai commi 5 e 6.
5. Gli interventi per una corretta manutenzione e conservazione degli alberi monumentali nonché il loro eventuale abbattimento, qualora non siano già attribuiti alla competenza di enti o amministrazioni diverse ai sensi della normativa statale e regionale vigente, sono autorizzati dal Comune, previa acquisizione di un parere tecnico delle strutture regionali competenti in materia di servizi forestali e fitosanitari.
6. L’abbattimento di alberi inclusi nell’elenco di cui all’articolo 3, avviene per esigenze di pubblica incolumità o per esigenze fitosanitarie e comunque dopo aver accertato l’impossibilità ad adottare soluzioni alternative.
7. I Comuni e le strutture regionali competenti in materia di servizi forestali e fitosanitari vigilano sull’applicazione delle disposizioni della presente legge.

Articolo 5
Sanzioni amministrative
1. Chiunque compia gli interventi di manutenzione e conservazione degli alberi monumentali senza l’autorizzazione di cui all’articolo 4, comma 5 è assoggettato ad una sanzione amministrativa da un minimo di Euro 50,00 ad un massimo di Euro 100,00.
2. Chiunque danneggi o abbatta alberi sottoposti a tutela della presente legge senza l’autorizzazione di cui all’articolo 4, comma 5, è assoggettato a una sanzione amministrativa da un minimo di Euro 5.000,00 ad un massimo di Euro 15.000,00 per ogni albero abbattuto.
3. L’area di pertinenza delle piante abbattute senza l’autorizzazione non può essere utilizzata per diversa destinazione.
4. All’applicazione delle sanzioni di cui al comma 1, provvedono i Comuni nel cui territorio è stata commessa la violazione con le modalità e le procedure di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689 e alla legge regionale 28 gennaio 1977, n. 10
5. Il Comune incamera i relativi proventi che destina prioritariamente alla cura, tutela, valorizzazione e al reimpianto degli alberi monumentali ed eventualmente alle cure colturali dell’alberatura pubblica.

Articolo 6
Reimpianto
1. In caso di abbattimento i Comuni possono provvedere al reimpianto di specie vegetali analoghe a quelle abbattute.

Articolo 7
Norma finanziaria
1. Alle spese di natura corrente derivanti dall’applicazione della presente legge, quantificabili in euro 51.645,00 per ciascuno degli esercizi 2002, 2003 e 2004, si fa fronte mediante prelevamento di pari importo dall’unità previsionale di base U0185 Fondo speciale per le spese correnti”, partita n. 4 e contestuale incremento dello stanziamento autorizzato sull’unità previsionale di base U0167 Iniziative per attività editoriali e catalogazione” iscritta nello stato di previsione della spesa del bilancio 2002 e pluriennale 2002-2004, per competenza e cassa relativamente al primo esercizio e per sola competenza relativamente ai due esercizi successivi.

La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione veneta. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione veneta.

Regione Valle d’Aosta – Tutela delle piante monumentali – Legge regionale 21 agosto 1990, n. 50

Regione valle daosta(B.U. 28 agosto 1990, n. 35).

Art. 1

(Finalità).

  1. Con la presente legge la Regione Valle d’Aosta sottopone a particolare tutela le piante monumentali, radicate nel proprio territorio, come definite dal successivo articolo 2.

Art. 2 (Definizione di piante monumentali).

  1. Per le finalità di cui all’articolo 1 si considerano piante monumentali:

a) le piante, componenti relitte delle formazioni boschive poste a protezione dei villaggi, aventi un’età minima di anni 200 ed un tronco con diametro superiore a centimetri 80;

b) i castagni da frutto aventi un tronco con diametro superiore a centimetri 100 e una chioma vitale all’80 percento;

c) gli alberi di qualsiasi specie, esclusa la “Populus”, ovunque radicati, che per rarità, dimensioni, età o altre particolari caratteristiche possono ritenersi monumentali.

  1. La misurazione del diametro dei tronchi deve essere effettuata ad un’altezza di centimetri 130 dal suolo rilevata, nel caso in cui il terreno sia inclinato, dalla parte verso monte.

Art. 3

(Comitato per l’accertamento dei requisiti delle piante). (1)

[1. L’accertamento circa il possesso, da parte delle piante, dei requisiti di cui all’articolo 2, è effettuato da apposito Comitato, del quale fanno parte:

a) l’Assessore regionale all’Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale, o suo sostituto, con funzioni di presidente;

b) il Dirigente del Servizio Selvicoltura, Difesa e Gestione del Patrimonio Forestale dell’Assessorato dell’Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale, o suo sostituto;

c) il Sovraintendente per i Beni Culturali dell’Assessorato regionale del Turismo, Urbanistica e Beni Culturali, o suo sostituto;

d) un esperto in Scienze Naturali con indirizzo nella conservazione della natura, designato dalla Giunta regionale;

e) un rappresentante designato dalle associazioni protezionistiche presenti nella Regione Valle d’Aosta, scelto in quella più rappresentativa in materia di flora.

  1. Nel caso in cui le associazioni protezionistiche non provvedano alla designazione del rappresentante di cui alla lettera e) del primo comma entro trenta giorni dalla richiesta da parte dell’Assessorato dell’Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale, provvede la Giunta regionale, su proposta dell’Assessore all’Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale.
  2. Le riunioni del Comitato sono valide quando è presente la metà più uno dei componenti e le deliberazioni sono adottate a maggioranza dei presenti.
  3. Il Comitato esprime parere vincolante, per la Giunta regionale, sulla dichiarazione di monumentalità delle piante e la loro iscrizione nel registro di cui all’articolo 8, indicando il valore delle piante da iscrivere; esprime inoltre parere vincolante, per la stessa Giunta, sull’abbattibilità delle piante monumentali, indicando quelle di maggior interesse scientifico di cui, dopo l’abbattimento, deve essere prelevato un campione di legno.
  4. Ai componenti del Comitato non dipendenti dell’Amministrazione regionale spetta un gettone giornaliero di presenza alle riunioni, di importo stabilito dalla Giunta regionale in misura non superiore alla diaria giornaliera dei consiglieri regionali; a tutti i membri del Comitato spetta inoltre il rimborso delle spese documentabili eventualmente sostenute e di quelle di viaggio con mezzo motorizzato privato, da calcolarsi in base alla normativa vigente in materia per i dipendenti regionali.
  5. Per l’espletamento dei compiti ad esso affidati il Comitato può richiedere pareri verbali o scritti a specialisti di varie discipline].

Art. 4

(Dichiarazione di monumentalità).

  1. Qualunque cittadino o ente, attraverso apposita istanza indirizzata all’Assessorato regionale dell’Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale, può proporre che siano dichiarate monumentali piante ritenute in possesso dei requisiti di cui all’articolo 2.
  • Le istanze di cui al primo comma sono trasmesse dall’Assessorato regionale dell’Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale al comitato di cui all’articolo 3, corredate di una relazione tecnica preliminare riportante le principali informazioni circa l’ubicazione e le caratteristiche delle piante oggetto della proposta, predisposta dal Servizio Selvicoltura, Difesa e Gestione del Patrimonio Forestale.
  • L’inserimento delle piante nel registro delle piante monumentali di cui all’articolo 8 è stabilito dalla Giunta regionale con propria deliberazione, previa acquisizione del parere vincolante del comitato di cui all’articolo 3 e sentite, in merito, le osservazioni del comune entro il cui territorio le piante sono radicate; con la stessa deliberazione la Giunta regionale stabilisce, su indicazione del Comitato di cui all’articolo 3, il valore di ciascuna pianta.
  • Le piante radicate all’interno di parchi cittadini o di giardini di proprietà di enti o di privati possono essere dichiarate monumentali soltanto previa acquisizione dell’assenso scritto del proprietario.

Art. 5

(Abbattimento di piante monumentali).

  1. L’abbattimento delle piante monumentali protette ai sensi della presente legge deve essere autorizzato dalla Giunta regionale con propria deliberazione, previa acquisizione del parere vincolante di cui al quarto comma dell’articolo 3.

Art. 6

(Cura e straordinaria manutenzione delle piante monumentali).

  1. Il Servizio Selvicoltura, Difesa e Gestione del Patrimonio Forestale dell’Assessorato dell’Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale provvede alla cura ed alla straordinaria manutenzione delle piante dichiarate monumentali e dei castagni da frutto, anche se non monumentali purché aventi almeno il diametro di cui alla lettera a) del primo comma dell’articolo 2.
  • Sugli alberi monumentali di proprietà della Regione, dei comuni e delle Consorterie gli interventi saranno disposti d’ufficio, previa comunicazione informativa agli Enti richiamati.
  • Sugli alberi monumentali di proprietà privata e sui castagni da frutto gli interventi sono subordinati alla sottoscrizione di una richiesta da parte dei proprietari.

Art. 7

(Sanzioni amministrative).

  1. Ferma restando l’applicazione delle pene previste dalle leggi statali e regionali in materia di taglio e danneggiamento di piante, nei confronti di chiunque danneggi le piante dichiarate monumentali in base alla presente legge sono previste, ai sensi della legge 24 novembre 1981, n. 689, concernente ” Modifiche al sistema penale “, le seguenti sanzioni amministrative:

a) per il taglio o il grave danneggiamento, il pagamento di una somma in denaro da Lire 1.500.000 a Lire 4.500.000;

b) per la riduzione della chioma o i danni alla corteccia o all’apparato radicale, il pagamento di una somma in denaro da Lire 500.000 a Lire 1.500.000;

c) per lesioni, anche di modeste entità, su qualsiasi parte vegetativa viva, il pagamento di una somma in denaro da Lire 100.000 a Lire 300.000.

Art. 8

(Registro regionale delle piante monumentali).

  1. E’ istituito, presso l’Assessorato regionale dell’Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale, il registro regionale delle piante monumentali, ove sono conservate le schede relative ai dati dendrometrici, dendroauxometrici, morfologici, fitopatologici e altre importanti notizie concernenti le singole piante.
  • Il registro regionale delle piante monumentali è conservato presso il Servizio Selvicoltura, Difesa e Gestione del Patrimonio Forestale, che provvede all’aggiornamento delle relative schede, previo rilievo biennale dei dati di cui al primo comma.
  • Ciascuna pianta monumentale viene iscritta nel registro di cui al primo comma con il valore ad essa attribuito dalla Giunta regionale ai sensi del terzo comma dell’articolo 4 che costituisce termine di riferimento in caso di danneggiamento.

Art. 9

(Norme finanziarie).

  1. L’onere derivante dall’applicazione della presente legge valutato in annue lire 100.000.000 a decorrere dal 1990 graverà sui seguenti capitoli che verranno istituiti nel bilancio di previsione per l’anno 1990 e sui corrispondenti capitoli per gli anni successivi:

Cap. 29370 ” Spese per interventi di cura e manutenzione degli alberi monumentali e dei castagni da frutto “

LR 21 agosto 1990, n. 50, articolo 6 L. 40.000.000

Cap. 29375 ” Spese per retribuzione agli operai forestali addetti alla cura e alla manutenzione straordinaria degli alberi monumentali e dei castagni da frutto “(CCNL)

LR 21 agosto 1990, n. 50, articolo 6 L. 55.000.000

Cap. 29380 ” Spese per il funzionamento del Comitato per l’accertamento dei requisiti delle piante da considerarsi monumentali “

LR 21 agosto 1990, n. 50, articolo 3 L. 5.000.000

  1. Alla copertura dell’onere di cui al comma precedente si provvede:

a) per l’anno 1990 mediante prelievo dal fondo globale di cui al capitolo 50100 ” Fondo globale per il finanziamento di spese per ulteriori programmi di sviluppo (spese correnti) ” a valere sull’accantonamento previsto dall’allegato n. 8 del bilancio di previsione della Regione denominato ” Interventi su alberi monumentali e sui castagni da frutto “

b) per gli anni 1991 e 1992 mediante utilizzo per L. 200.000.000 delle risorse disponibili iscritte al programma 2.2.1.07. ” Forestazione e difesa dei boschi ” del bilancio pluriennale 1990/1992.

  1. A decorrere dal 1991 la ripartizione degli oneri sarà disposta con Legge finanziaria di cui all’articolo 19 della legge regionale 27 dicembre 1989, n. 90.

Art. 10

(Variazioni di bilancio).

  1. Alla parte spesa del bilancio di previsione della Regione per l’esercizio finanziario 1990 sono apportate le seguenti variazioni:

Variazione in diminuzione:

Cap. 50100 ” Fondo globale per il finanziamento di spese per ulteriori programmi di sviluppo (spese correnti) ” L. 100.000.000

Variazione in aumento:

Programma regionale: 2.2.1.0.8.: ” Parchi, riserve naturali e beni ambientali “

Codificazione: 2.1.2.1.0.3.10.29.04

Cap. 29370 (di nuova istituzione)

“Spese per interventi di cura e manutenzione straordinaria degli alberi monumentali e dei castagni da frutto “

LR 21 agosto 1990, n. 50, articolo 6 L. 40.000.000

Codificazione: 2.1.1.4.2.2.10.29.04

Cap. 29375 (di nuova istituzione)

“Spese per retribuzione agli operai forestali addetti alla cura e alla manutenzione straordinaria degli alberi monumentali e dei castagni da frutto ” (CCNL)

LR 21 agosto 1990, n. 50, articolo 6 L. 55.000.000

Codificazione: 1.1.1.4.2.2.10.29.04

Cap. 29380 (di nuova istituzione)

“Spese per il funzionamento del Comitato per l’accertamento dei requisiti delle piante da considerarsi monumentali”

LR 21 agosto 1990, n. 50, articolo 3 L. 5.000.000

Tot. in aumento L. 100.000.000

(1) Articolo abrogato dall’art. 7 del R.R. 17 agosto 1999, n. 3 ai sensi del combinato disposto degli artt. 11 e 66, comma 3, della L.R. 23 ottobre 1995, n. 45, limitatamente all’istituzione del Comitato per l’accertamento dei requisiti delle piante.

 

Una Giornata con i Grandi Alberi all’Ortobotanico di Roma

Premesso che, una dettagliata relazione sugli alberi dell’Ortobotanico di Roma è stata già scritta da Tiziano Fratus nel suo sito dedicato ai cercatori di alberi www.homoradix.com e che Loreta Gratani Direttrice dell’Ortobotanico nello splendido Libro “L’orto botanico di Roma”, parla di alberi monumentali, anche noi, di molisealberi, abbiamo voluto raccontare una giornata in compagnia di alcuni grandi alberi. Da non esperti ci siamo un po’ documentati. Quando si va nel Lazio e a Roma a vedere gli alberi dobbiamo citare anche Antimo Palumbo e la sua Associazione “l’Adea” a questo link.
Il File pdf può essere scaricato qui o anche su scribd.

Giganti verdi, le Sequoie anche in Molise?

Campobasso metasequoiaCi sono sulla terra alberi giganti. Come e perché il gigantismo è più diffuso tra le piante ? Come fa una pianta a crescere fino a quasi 120 metri d’altezza? Non abbiamo una risposta univoca. Anzi meglio non rispondere o si risponde facilmente: “Sono i segreti e la forza della Natura”. E l’argomento è chiuso.  Parlare di alberi giganti, vengono in mente  le Sequoie della California o meglio quelle del  dell’Humboldt Redwoods State Park.

Proprio in questo parco nazionale ci sono gli esseri viventi più alti del mondo. Qui c’è Hyperion una Sequoia Sempervirens scoperta nel 2006 da due naturalisti la cui altezza è stata accertata essere di 115,55 metri (precisione estrema). Sempre in California ma nel Parco nazionale delle Sequoie c’è il conosciutissimo Generale Sherman che non è una Sempervirens ma una Sequoiadendron gigantea, Lindl (Sequoiadendron giganteum, Buchholz)   con una altezza di circa 84 metri  un volume di circa 1500  metri cubi e il peso in 2000 tonnellate, numeri da  “brividi”. Questo  è considerato l’albero più grande del mondo.

Precedentemente il record di altezza apparteneva alla sequoia Helios, alta 114,30 metri, anch’essa situata nel  Parco nazionale di Redwood. Siamo comunque sempre in California. Un albero gigante  ha bisogno di una grande quantità di acqua che deve poter sollevare dalle radici fino alla foglia più alta. Nelle sequoie pare che una goccia d’acqua ci mette un mese per arrivare in cima.

In Italia forse quella più grande l’ha incontrata ultimamente alle porte di Biella, in località Chiavazza, Tiziano Fratus descrivendola egregiamente. Ma Fratus ha descritto molte sequoie anche nel suoi Piemonte in molti Parchi, a Merano a Reggello e cosi via. Ma le sequoie che ha descritto “l’Uomo radice” sono presenti un po’ in tutta Italia in  Piemonte,  Liguria,  Trentino Alto Adige,  Friuli Venezia Giulia, e in Toscana quasi tutte con una storia e con le loro particolarità. Alcune foto le potete vedere qui nell’Album: Giona delle Sequoie.  Buona parte delle Sequoie in Italia furono piantate intorno al 1850.

Qui in Molise ci accontentiamo di poco: abbiamo oggi 2 sequoie e mezzo a Campobasso. Quella di Piazza Cesare Battisti ormai a tronco “tagliato” perciò “mezza sequoia secca” con qulache foglia (vedi foto), le altre 2 in Via Mazzini all’interno del giardino del Convitto Mario Pagano e l’altra al Centro Potito. Queste ultime due stanno ancora bene, vuol dire che hanno una buona risorsa d’acqua, ma non potranno vivere molto a lungo (massimo 200-250 anni) dato che si trovano fuori del loro ambiente ideale. Qui alcune foto del 2010 in cui si cominciò a tagliare la Sequoia di Piazza Cesare Battisti.  Ecco dov’è ubicata la mezza Sequoia di Piazza Cesare Battisti a Campobasso per chi non la conosce ancora.

Visualizza Grandi Alberi in Molise in una mappa di dimensioni maggiori

Qui invece una foto del 2012 della Sequoia a circa 30 mt di distanza da quella abbattuta.

La sequoia al Convitto Mario Pagano
La sequoia al Convitto Mario Pagano Circonferenza 5,80 mt altezza 23-25 mt
La sequoia all'interno del Convitto Mario Pagano a Campobasso
La sequoia all’interno del Convitto Mario Pagano a Campobasso

 

La tutela dei boschi e dei grandi alberi serve ancora?

Agnone AlberoLa nostra Associazione, come da statuto, è impegnata a diffondere la cultura del territorio dei boschi e degli alberi in particolare dei grandi alberi denominati: “patriarchi”, “alberi monumentali”, “alberi secolari”, “grandi alberi” “monumenti della natura” Alberi quasi tutti protetti e salvaguardati oggi da una legge nazionale e da alcune leggi regionali. Le leggi comunque servono a ben poco se non c’è il rispetto e la consapevolezza dell’esistenza di un patrimonio vegetale, di monumenti naturali, di boschi, di alcune aree del Molise (collina e montagna) da difendere e valorizzare contro molti  pericoli dell’attività umana (incendi, tagli irrazionali, distruzione di specie rare o in via di estinzione, cave, impianti e centrali fortemente inquinanti e spesso inutili, impianti fotovoltaici eolici capannoni ecc…..) riducendo la biodiversità e aumentando la CO2 (anidride carbonica) nell’aria; problemi di cui i mass-media e studi di dettaglio parlano spesso ma che poco interessano la gente “comune” perchè in molte zone del Molise ancora non colpiscono da vicino “l’orticello di ognuno” anche se si sente parlare di diossina, pcb, nitrati, mercurio nell’aria e gravi malattie. In periodi di crisi economica, ed energetica, con l’ inflazione, i mutui, il costo del petrolio  che aumenta parlare di alberi, anidride carbonica, biodiversità interessa ben poco.

Ci rendiamo perfettamente conto che la materia e la terminologia forestale legate alla natura degli alberi e del bosco è un po’ complicata. Termini quali: biodiversità, biocenosi, valutazione di incidenza, habitat prioritari, zone di protezione speciale, rete natura 2000, condizionalità, unità ambientali, unità fitoclimatica, termotipi sintaxa, orno-ostrieti, dendrochirurgia, ipsometria, fitoiatria, fitosociologia, fotobionti, dendrocronologia, ecocertificazione forestale, e sigle varie come FSC, CFC, PFEC, GFS ecc…stanno complicando la vita anche a chi si occupa di alberi e  boschi.

Su questo sito cerchiamo il piu’ possibile di essere comprensibili e semplici con un vocabolario sui termini legati ai boschi e agli alberi più limitato. Dovremo fare un glossario ma forse non lo faremo mai: ne esistono già tanti. Come cita il Capodarca nel suo bellissimo libro “Alberi monumentali delle Marche”: gli alberi come ogni essere vivente seguono il ciclo eterno stabilito della natura crescono, vivono, fanno carriera, si ammalano e muoiono. Termini molto semplici. Si scrive molto, si fanno studi, relazioni, analisi, convegni ecc..  ma forse ancora si fa ben poco per gli alberi e i boschi mentre le frane, le erosioni, il degrado del territorio, il consumo di suolo continuano in molte zone del Molise.

Dei 136 comuni molisani circa 50 hanno una superficie boschiva sotto il 20% del loro territorio ed in particolare nella provincia di Campobasso. Questi boschi non sono poi in condizioni migliori, spesso non c’è rinnovazione, i boschi privati e spesso alcuni sono abbandonati o tagliati irrazionalmente per il solo scopo economico.

cartina_piccolaLa legna è un bene economico primario e le prescrizioni di massima e di polizia forestale pur se utili non sempre hanno un buon effetto visto le irrisorie sanzioni che prevedono. Se la superficie boschiva o meglio i terreni abbandonati all’agricoltura e “marginali” stanno sempre aumentando in Provincia di Isernia, non dobbiamo essere contenti perchè occorre vedere cosa fare con questi suoli polverizzati, frammezzati con vegetazione soggetta più facilmente ad incendi, degrado ,  ecc,

Occorre quindi partire da una azione programmatica come citava il vecchio Piano Forestale Regionale nel 2006:

– tutela e miglioramento del patrimonio forestale del Molise;
– miglioramento degli strumenti di conoscenza, normativi e informativi sulle risorse forestali;
– aumento dei livelli di occupazione e delle occasioni di impiego legati al miglioramento produttivo della filiera bosco – prodotti della selvicoltura.
– miglioramento dell’offerta dei servizi turistico – ricreativi connessi al patrimonio forestale.
– Gestione forestale sostenibile (GFS), che prevede il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali senza compromettere quelli delle generazioni future, garantendo la perpetuità dei valori del bosco, con specifiche azioni per il mantenimento ed il miglioramento della biodiversità.
Importanza strategica è attribuita alla migliore conoscenza delle risorse forestali della Regione, che il Piano pone fra i primi obiettivi da realizzare, al fine di avere tutte quelle informazioni che consentiranno di migliorare i futuri strumenti di programmazione.
Valorizzazione dell’aspetto paesaggistico delle aree montane inciderà positivamente sull’offerta dei servizi legati all’uso multiplo del bosco. E’ necessario attivare un insieme di iniziative culturali, sociali e turistiche che aiutino le aree interne ad uscire dall’ isolamento, rafforzando anche un processo di residenzialità a vantaggio sopratutto dei piccoli centri rurali.
– lavori selvicolturali di prevenzione degli incendi e manutenzione dei soprassuoli boschivi;
– ripulitura delle fasce boscate limitrofe alle strade d’accesso e d’attraversamento di superfici boscate;
– creazione di cinture verdi parafuoco ai margini dei boschi limitrofi ai campi coltivati;
– formazione e qualificazione professionale.
– l’allontanamento dei residui vegetali accumulati negli strati superficiali del suolo (resti di lavorazione, ramaglia, piante secche);
– la potatura dei rami secchi e bassi, onde evitare che eventuali incendi radenti possano tramutarsi in incendi di chioma;
– lo sfoltimento dei rimboschimenti troppo densi;
– l’allontanamento dal bosco di piante secche in piedi per evitare la risalita delle fiamme e la permanenza in loco del fuoco …
Quante cose ci sono da fare intorno e dentro un bosco  Forse molte  cose si fanno, ma molte no.  Basta guardarsi un po’ intorno.

 

Dov’è l’albero più antico del mondo?

PietrabbondanteQuando si parla di grandi alberi stimare l’età è sempre difficile, se poi cominciamo a farci  domande del tipo: dov’è l’albero più antico del mondo? Le cose si complicano e la risposta non è semplice. Diremo dov’è l’albero più vecchio del mondo? Che tipo di albero è? Girovagando sulla rete, abbiamo trovato che nel 2008 il prof Leif Kullmann della Umea University in Svezia studiando i cambiamenti climatici che influenzano il limite superiore del bosco ed estraendo de pezzi di legno e archivi naturali in alcuni luoghi della Svezia settentrionale attraverso metodi del radiocarbonio e l’analisi di megafossili è risalito a stabilire un’età intorno ad 8000 anni per un abete rosso. Sorprendentemente, Kullman ha trovato diversi  cloni di abete rosso, che sembrano essere resistiti dalla ultima era glaciale.

Da un punto di vista scientifico, l’aspetto più importante di questi risultati è che l’abete è emigrato in alta quota, fino a ovest in Scandinavia, molto prima di quanto sia stato stimato  con il  metodo standard di analisi dei pollini per esempio. Questo ha causato una discrepanza temporale dell’ordine di 6000-7000 anni, o anche più tra la prima presenza locale di abete desunti dall’analisi del polline e quelle mediante il  radiocarbonio. Questi studi sui megafossili rappresentano un modo diverso per la conoscenza della storia della vegetazione. Prima di questi studi, la convinzione generale era che gli abeti sopravvissuti all’ultima era glaciale erano molto più a est, in Russia e si diffusero  gradualmente verso ovest  in Svezia e Norvegia, 2000-3000 anni fa, o anche più tardi. Con gli studi sui megafossili invece e curiosamente, i cloni più antichi di abete rosso (“OLD TJIKKO” e “OLD RASMUS”), sono entrambi datati circa 9550 anni  Questi potrebbero essere i più antichi abeti rossi che vivono nel mondo, anche se attualmente vivono come steli e rami.

L’esatta posizione di questi alberi non viene rivelata al pubblico, dal momento che calpestando una zona vasta intorno alle abeti sarebbe certamente a rischio la loro sopravvivenza.  Se alcuni di questi abeti rossi sono gli alberi più antichi del mondo è, naturalmente, frutto di ricerca  che può essere messa subito discussione, senza la prospettiva di trovare una risposta definitiva.

Noi di molisealberi abbiamo capito che  alcuni steli e rami di abeti rossi presenti in Scandinavia forse sono gli alberi più vecchi del mondo (8000-9000 anni)  ma poi non ne siamo tanti sicuri e la ricerca anche sulla rete continua. Sta di fatto immaginare che ci sono alberi di 8000-9000 anni fa ancora “in vita”.

La Grande Quercia di Rocchetta a Volturno

Specie: Quercus pubescens L. (ibrida?)
Nome Comune: Roverella
Circonferenza (mt): 6,50
Altezza (mt): 25
Età (anni): 250-300
Quota Slm (mt): 550

La Grande quercia di Rocchetta a Volturno (2)Santa Maria delle Grotte ricorda uno dei gioielli di chiese rupestri Benedettine  che si trova nel territorio di Rocchetta a Volturno. Ne consigliamo una visita. Ma non solo, conviene anche  passare su Via  Santa Maria delle Grotte nel centro abitato di Rocchetta Volturno,  per vedere  un vero “colosso” Semplicemente è  la Roverella nel centro abitato di Rocchetta a Volturno. La larghezza del tronco e la chioma sono veramente possenti. In estate fa tanta ombra sulla strada e sulle case in vicinanza.

La roverella ha un tronco un po’ particolare e inclinato alto circa 2 metri da cui si dipartono alcune branche tutte quasi erette. Una branca sembra caduta ultimamente. Il tronco  quasi a sedia  regge le branche e una bella chioma che supera un filo della luce e i lampioni sovrastando le case in vicinanza. Vedendo dall’alto il centro abitato di Rocchetta emerge bene la chioma  a “palla”  della pianta quasi a dire: “io sono superiore e più alta di tutti quindi comando io”  Ubicata a quota 550 mslm la pianta risulta essere stata recintata da una staccionata in legno. Il terreno c’è e la  forza delle radici è possente anche sulla strada laterale, tanto che hanno dovuto scavare abbastanza intorno al tronco, evitando “strozzamenti”.

Le radici  hanno grande capacità di prelevare acqua ed elementi nutritivi per farla rimanere sempre in un buono stato vegetativo. In estate è un luogo ideala per un po’ di frescura. Le foto del “colosso” parlano da sole. Crediamo che la quercia è tra le più grandi del Molise come ubicazione nel centro abitato. Esemplare per cui essere fieri.

La Grande quercia di Rocchetta a Volturno


Visualizza Grandi Alberi in Molise in una mappa di dimensioni maggiori

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Ecco la stessa un po’ di anni fa anno 2008La

 

I Boschi in Molise sono considerati?

molisealberiPrendiamo lo spunto da un articolo di Francesco Manfredi Selvaggi del 25/02/2008 in cui si afferma  che “Il patrimonio forestale del Molise è considerevole, ma poco considerato, nonostante che produca benefici in termini ambientali, ricreativi e paesaggistici “. Sono passati 5 anni ma di boschi se ne parla poco perchè materia di addetti ai lavori  (forestale, imprese boschive, enti di gestione) e per i soli interessi economici. Ogni tanto quanto si comincia a tagliare un po’ troppo gli alberi o si vedono delle “brutture di alberi o scempi” i giornali ne parlano soprattutto se capitozzature e tagli raso avvengono nei centri abitati. Spesso  non si rispettano le minime norme e le prescrizioni di massima e di polizia forestale che ormai diciamo sono un po’ “vecchie”  come la legge forestale regionale (anno 2000) che si deve adeguare anche alle leggi statali successive al 2000.  E poi le infrazioni e le sanzioni  per tagli di alberi non rispettando le leggi  sono in alcuni casi irrisori. Nella legge forestale regionale non sono indicate le sanzioni, ma solo nelle Prescrizioni di massima e di Polizia Forestale Provinciali  che sono degli anni 70 e previste dal  Regio Decreto del 30 dicembre 1923, n. 3267. (legge forestale). L’articolo del 2008 per noi è ancora attuale. Si spera in una maggiore considerazione del bosco e degli alberi anche per i non addetti ai lavori. Riprendiamo l’articolo

I boschi nella nostra regione sono situati in ogni fascia altitudinale, pure in pianura (vedi le pinete litoranee). La gran parte della superficie forestale è, comunque, collocata al disopra degli 800 metri di quota. C’è un limite superiore, che qui da noi è di circa 1900 metri, superato il quale scompare la vegetazione arborea come si verifica nelle cime più alte del Matese (monte Miletto, la Gallinola, monte Mutria) e delle Mainarde (la Meta, la Metuccia, ecc.). la montagna è il luogo esclusivo del bosco d’alto fusto, il quale è prevalentemente una faggeta, seppure vi sono anche cerrete d’alto fusto quale il Bosco Mazzocca a Riccia e il Bosco Pianelle a Tufara.
Nelle zone montane o, comunque, in quelle cosiddette interne c’è un aumento dei terreni boscati per via dell’abbandono dell’agricoltura mentre, all’opposto, nelle aree pianeggianti si registra una loro diminuzione a causa dell’urbanizzazione e, cioè, l’espansione edilizia e lo sviluppo delle vie di comunicazione. Le tipologie di bosco nel Molise sono diversissime e vanno dalle macchie boschive che occupano le scarpate, gli angoli dei campi presentandosi in maniera così frazionata da non avere la dignità di bosco, ai rimboschimenti di pino . Pure i boschi possono essere inclusi tra i componenti del paesaggio antropizzato. Poche sono le foreste vergini le quali non sono solo quelle impervie, lontane dagli abitati e scomode da raggiungere, ma anche estensioni boschive lasciate allo stato naturale per ragioni particolari quale quella di essere riserve di caccia reale e questi sono i boschi di Colle Meluccio e di Monte di Mezzo.

Esse sono incluse tra le aree MAB dell’Unesco le quali costituiscono un sistema di superfici forestali scelte perché rappresentative dei diversi ecosistemi forestali; in questo campo si ha una estrema varietà poiché la montagna dove in prevalenza si situano i boschi è caratterizzata da una forte eterogeneità geomorfologica, superiore a quella di altre zone altimetriche, la quale dà luogo a un’ampia casistica di nicchie ecologiche. La gestione delle riserve biogenetiche dell’Unesco è connotata dal lasciare tali ambiti alla loro dinamica naturale. Il legname morto viene lasciato in situ, come succede a Colle Meluccio e a Monte di Mezzo, e ciò è l’indicatore più sicuro della naturalità di un bosco. . Infine, va sottolineato che i boschi, pur della medesima composizione e di uguale dimensione, non hanno tutti la stessa importanza, la quale dipende dal contesto in cui si trovano.

Le superfici forestali, ovunque stiano, sono soggette dal 1985 al vincolo paesistico il quale si aggiunge per molti di essi al vincolo idrogeologico che per decenni, a partire dal 1923, ha salvaguardato il patrimonio boschivo molisano. Con un gioco di parole si può dire che prima della legge Galasso si proteggevano i boschi perché essi, a loro volta, proteggono dalle frane e dalla caduta massi. Se i boschi planiziali e quelli di collina sono costantemente minacciati, le estensioni forestali montane non sono da considerare in pericolo se non per la probabilità, davvero bassa, di qualche valanga (2 decenni fa una slavina distrusse una striscia della pinetina di Campitello). (le frane e le erosioni e le zone a rischio comunque sono in aumento). In montagna dove, lo abbiamo visto prima, ci sono i boschi d’alto fusto le superfici boscose hanno un maggiore grado di naturalità che altrove, il quale ultimo può essere messo in relazione con il numero di strade forestali: ci sono meno strade di esbosco nei boschi di alto fusto rispetto a quelli cedui in quanto il turno di taglio è più lungo (80 anni contro 20). Queste stradine se, per un verso, sono di disturbo all’ambiente possono servire anche per la prevenzione incendi. 

L’economia del bosco è oggi nel Molise pressoché inesistente perché il legno non è competitivo con gli attuali materiali edilizi e neanche viene più usato tanto come combustibile. Se anche vi sono ditte boschive, che sono quelle del taglio degli alberi, queste non hanno collegamenti con le imprese industriali del settore del legno le quali, segherie, mobilifici, ecc. qui da noi peraltro non esistono. Ad influire su questo stato di cose sono state anche le politiche seguite nel campo della forestazione la quale ha avuto come obiettivo solo la prevenzione del dissesto idrogeologico e non quella produttiva se non limitatamente ai finanziamenti europei destinati ad incentivare il ritiro delle colture granarie dei terreni. Ad ogni modo si sottolinea la necessità di ridare centralità nel dibattito regionale al tema del bosco che è un elemento fondamentale dell’ecosistema e che può diventare un fattore di sviluppo per la nostra regione.

Si riportano gli articoli 1 e 2 della legge forestale regionale n. 6 del 2000, Alcune finalità oggi sono state raggiunte? Per noi qualcosa ancora non va nei punti  b)  e d) dell’articolo 1  e molti punti dell’art 2 quali c) e) f) h)  m) n) A Voi lettori  che ci seguite su molisealberi giudicare e trovare le priorità per intervenire nei vari punti degli art 1 e 2 ed quindi aprire un dibattito. Inoltre il piano e inventario forestale regionale è scaduto nel 2006.

Legge Forestale della Regione Molise del 18/01/2006 n. 6 “Patrimonio forestale regionale – Valorizzazione economica – Tutela ambientale – Disciplina Art.1 Finalità . La presente legge persegue, nel quadro degli obiettivi di sviluppo economico e sociale del Molise, le seguenti finalità:

a) la conservazione, il miglioramento e l’ampliamento del bosco, l’utilizzo e l’incremento della produzione legnosa, la valorizzazione delle bellezze naturali e paesaggistiche, la tutela degli habitat naturali, in sinergia con quella di altre risorse concorrenti allo sviluppo delle popolazioni rurali e alla promozione della qualità della vita;

b) la difesa del suolo e la sistemazione idraulico-forestale, la prevenzione e la difesa dei boschi da incendi e cause avverse;

c) la conservazione ed il miglioramento dei pascoli;

d) la massima occupazione della manodopera, rapportata alle singole realtà territoriali.

Art.2 Natura degli interventi

1. Per il conseguimento delle finalità di cui alla presente legge, si attuano i seguenti interventi:

a) redazione del Piano ed Inventario Forestale Regionale;

b) ampliamento delle superfici forestali con imboschimenti a fini protettivi e produttivi nonché conservazione e miglioramento del patrimonio boschivo;

c) sistemazione idraulico-forestale dei corsi d’acqua, delle pendici e consolidamento delle dune litorali nonché tutela delle zone umide e lacuali;

d) produzione vivaistica forestale nonché controllo del commercio di semi e di piante da rimboschimento;

e) prevenzione e difesa dei boschi dagli incendi, da agenti patogeni e cause avverse;

f) miglioramento della fruibilità forestale con creazione e manutenzione di aree attrezzate e di sentieri silvo-pastorali anche a fini turistici;g) realizzazione di opere di interesse pubblico di bonifica montana nonché recupero, ai fini forestali, di aree dissestate, di cave dismesse e di discariche abbandonate; recupero e valorizzazione di aree di particolare interesse ambientale; arredo verde di scarpate di svincoli stradali, di aree di raccolta di rifiuti solidi urbani e depuratori;

h) conservazione, miglioramento ed ampliamento del verde pubblico;

l) tutela della biodiversità e degli ecosistemi esistenti;

m) sviluppo e regolamentazione delle attività di utilizzazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti legnosi e di sottobosco;

n) riconoscimento e tutela delle aree naturali protette.

Il Senso degli Alberi

A memoria di Enzo Biagi (tratto da Alberi e uomini di Michela Ivancich).

Rami di nottePiangono gli alberi? Si chiedeva Enzo Biagi in Quante Storie. E parafrasando ci si può chiedere qual’è il senso degli alberi? Il nostro mondo è legato all’immagine, all’apparire al vedere, ma quanti di noi hanno mai annusato il delicato fiore del larice e quanti di noi hanno mai assaggiato la giovane pigna del pino cembro, o accarezzato i nuovi germogli del larice?

Scrive Michela Ivancich nel suo libro “Alberi e Uomini”

Pratogentile1000“Gli alberi e i boschi ci parlano, e non si tratta solo delle voci degli alberi, ma di note diverse in luoghi diversi, sotto chiome diverse, in momenti diversi del giorno e dell’anno. Cupi risuonano  spesso gli abeti, ma sanno anche sospirare adagio, quando la brezza tocca solo le corde delle cime, mentre più lievi sussurrano larici e faggi alla carezza del vento; tintinnano i pioppi, tremando e scricchiolano a volte i tronchi ondeggiando. Crepitano le foglie dei castagni, frusciano quelle dei faggi; tonfano pigne e castagne. Ovattata arriva la loro voce quando l’inverno ammanta le cime, più secca, quasi un fischio, quando l’autunno prepara le selve al sonno. E spandono profumi: di umido e buio dove il bosco è più fitto di frassini e ontani, di sole e di resina, pini isolati al calore delle altezze, di frescura dissetante l’ombra che piove dai faggi, di estate e di vento il profumo inconfondibile dei pini. Sono profumati i tigli turriti, i ruvidi carpini, lisci e  grigi i giovani faggi; sono freddi e caldi, bagnati dalla pioggia e arsi dal sole, palpitano sotto la corteccia, tremano al rombare della tempesta”.  

 

Hermann Hesse – La Natura ci parla

Abeti SopraniGli alberi sono sempre stati per me i più persuasivi predicatori. Io li adoro quando stanno in popolazioni e famiglie, nei boschi e nei boschetti. E ancora di più li adoro quando stanno isolati. Sono come uomini solitari. Non come eremiti che se la sono svignata per qualche debolezza, ma come grandi uomini soli, come Beethoven e Nietzsche. Tra le loro fronde stormisce il vento, le loro radici riposano nell’infinito; ma essi non vi si smarriscono, bensì mirano, con tutte le loro forze vitali, a un’unica cosa: realizzare la legge che in loro stessi è insita, costruire la propria forma, rappresentare se stessi. Nulla è più sacro, nulla è più esemplare di un albero bello e robusto. Quando un albero è stato segato ed espone al sole la sua nuda ferita mortale, dalla chiara sezione del suo tronco e lapide funebre si può leggere tutta la sua storia: negli anelli corrispondenti agli anni e nelle escrescenze stanno fedelmente scritti tutta la lotta, tutta la sofferenza, tutti i malanni, tutta la felicità e la prosperità, anni stentati e anni rigogliosi, assalti sostenuti, tempeste superate. E ogni contadinello sa che il legno più duro e prezioso ha gli anelli più stretti, che sulla cima delle montagne, nel pericolo incessante, crescono i tronchi più indistruttibili, più robusti, più perfetti.
Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi sa ascoltarli, conosce la verità. Essi non predicano dottrine o ricette, predicano, incuranti del singolo, la legge primordiale della vita. Un albero dice: in me è nascosto un seme, una scintilla, un’idea, io sono vita della vita perenne. Unico è l’esperimento e il disegno che l’eterna madre con me ha tentato, unica è la mia forma e la venatura della mia epidermide, unica la più piccola screziatura di foglie delle mie fronde e la più piccola cicatrice della mia corteccia. Il mio compito è – nella spiccata unicità – dare forma ed evidenza all’eterno.
alberoUn albero dice: la mia forza è la fiducia. Io non so niente dei miei padri, non so niente degli innumerevoli figli che ogni anno nascono in me. Vivo fino al termine il segreto del mio seme, non mi preoccupo d’altro. Confido che Dio è in me. Confido che il mio compito è sacro. Di questa fiducia vivo.
Quando siamo tristi, e non possiamo più sopportare la vita, un albero può dirci: sta calmo! Sta calmo! guardami! Vivere non è facile, vivere non è difficile. Questi sono pensieri puerili. Lascia parlare Dio in te e questi pensieri taceranno. Tu sei angosciato perché il tuo cammino ti porta via dalla madre e dalla casa. Ma ogni passo e ogni giorno ti portano nuovamente incontro alla madre. La tua casa non è in questo o quel posto. La tua casa è dentro di te o in nessun luogo.
La nostalgia del peregrinare mi spezza il cuore quando ascolto gli alberi che a sera mormorano al vento. Se si ascoltano con raccoglimento e a lungo, anche la nostalgia del peregrinare rivela la sua quintessenza e il suo senso. Non è, come sembra, un voler fuggire al dolore, è desiderio della propria casa, del ricordo della madre, di nuovi simboli di vita. Conduce a casa. Ogni strada porta a casa, ogni passo è nascita, ogni passo è morte, ogni tomba è madre.
Così mormora il vento a sera, quando siamo angosciati dai nostri stessi pensieri puerili. Gli alberi hanno pensieri di lunga durata, di lungo respiro e tranquilli, come hanno una vita più lunga di noi. Sono più saggi di noi, finché non li ascoltiamo. Ma quando abbiamo imparato ad ascoltare gli alberi, allora proprio la brevità, rapidità e fretta puerile dei nostri pensieri acquista una letizia senza pari. Chi ha imparato ad ascoltare gli alberi non brama più di essere un albero. Brama di essere quello che è. Questa è la propria casa. Questa è la felicità.
Hermann Hesse – La Natura ci parla – Oscar Mondadori. Arnoldo Mondadori. Milano.1990.