Un breve video sull’importanza dei grandi alberi
Tag Archives: tiziano Fratus
Il fascino del Larice di Morgex località Grignes Rosses
Non ci siamo stati a Morgex in Valle d’Aosta. Sapevamo del famoso vino D.O.C. “Blanc de Morgex et de La Salle” (i vitigni tra più alti d’Europa). Il vino è stato trovato e anche bevuto ma per pensare al vino ci si è dimenticati di andare a trovare un Larice millenario. Tiziano Fratus descrive il suo incontro con questo Larice nel 2012. Arrivati nel paese di Morgex si seguono le indicazioni per località Villair, Da qui si parte per l’Alpe Licony e per circa tre ore di cammino non facile si arriva al Larice. Fratus lo descrive come: un patriarca della terra che gli uomini hanno stimato in mille anni. Le misure ufficiali sono riportate nell’immancabile targhetta in ferro arancione che la Regione Valle d’Aosta ha posizionato ai piedi di tutti i monumentali, 505 cm la circonferenza del tronco (a petto d’uomo, ovvero a 130 cm da terra) e 30 metri di altezza. Come tutti i larici monumentali è cresciuto leggermente inclinato. A otto metri di altezza il tronco emette le prime branche laterali. Le ramificazioni più basse sono state spezzate. Dal Libro delle Piante Monumentali della valle d’Aosta si legge che questo è il larice tra i più longevi della Valle d’Aosta dal quale si è potuto risalire all’età che supera i 1000 anni. Dal sito del navigatore cartografico della Regione oltre ai sentieri sono localizzati anche gli alberi monumentali http://geonavsct.partout.it/pub/geosentieri/
Salviamo la Quercia di Santa Lucia di Castelnuovo a Volturno? Una lettera
Si ringrazia il Sig Roberto per la lettera che ci ha inviato e che ci ha autorizzato a pubblicare:
In una mail inviata al quotidiano La Stampa di Torino il Sig Roberto fa rilevare un errore storico (gli Americani e non i Tedeschi distrussero per esigenze cinematografiche nel 1944 Castelnuovo al Volturno) riportato nell’articolo del 10 ottobre “La quercia di Santa Lucia nel cuore sperduto del Molise” e ha concluso “Qualcuno la salverà?”. Difatti Tiziano Fratus scrive fra l’altro: “… il monumento verde a bordo strada, combatte ogni giorno una battaglia silenziosa per la sopravvivenza. Il tronco è carico di colonie di muschi, si torce e sputa quattro ramificazioni; quella più in basso si allunga a proboscide e pare la più in salute, una seconda è marmorizzata, le superiori spezzate e secche … Il piede è pesantemente danneggiato dalla parte della strada…” Il Sig Roberto si chiede “Chi si prenderà cura e tenterà di salvare la quercia sotto la quale da ragazzino giocavo più di mezzo secolo fa ogni estate?” Risposta non facile.
ll paese di Castelnuovo al Volturno fu distrutto nell’estate del ’44 dai Tedeschi per esigenze cinematografiche. Vero il fatto, ma non gli attori. Furono infatti gli Americani che il 4 giugno 1944, come citano tutte le fonti, “superarono la fantasia” (Il Paese del 21 gennaio 1949; La Domenica del Corriere n° 23 del 10 giugno 1962; Cronaca dell’11 febbraio 1967 e ABC n°47 del 22 novembre 1964; 1 agosto 2003 quotidiano RINASCITA “Una tragica Hollywood 1944: Castelnuovo al Volturno” Francesco Fossa). I Tedeschi in quel periodo perpetrarono ben altre indicibili azioni. E’ unicamente per amor di storia. Anche della storia della mia famiglia: mio nonno Federico (1865-1948) era fra coloro che furono allontanati prima della distruzione.Come sarebbe bello che qualcuno riprendesse questa storia di 70 anni fa e le altre storie di questo paesino “attaccato con lo sputo” alle grigie montagne del Molise. Grazie Sig. Fratus da parte di quel ragazzino che più di mezzo secolo fa, ogni estate andava a giocare sotto quella quercia.
Qualcuno la salverà?