Archivi della categoria: I Grandi Alberi in Italia

I Grandi Alberi in Italia

Donnas i 2 Platani delle Caves

Specie : Platanus Acerifolia (Aiton) Willd (Platano comune)
Circonferenza esemplare di destra 480 cm circa
Altezza circa 38 metri (Fonte: Le piante monumentali della Valle d’Aosta di Corrado Letey)
Età 325 anni (300 anni nel 1993)
Siamo stati a Donnas, in Valle dìAosta dove c’era molto probabilmente il più grosso
ippocastano d’Italia con una circonferenza di 570 cm chiamato la “Pianta Grossa” di cui avevamo già scritto qui  http://www.molisealberi.com/valle-daosta-a-donnas-cera-il-piu-grande-ippocastano-ditalia/  Dal 2012 l’ippocastano non c’è più. Ci siamo fermati velocemente ad osservare 2 Platani che svettano sull’abitato di Donnas lungo la strada statale 26. Una misura veloce, una toccata al tronco e una foto. Non avendo un obiettivo idoneo non ho potuto fotografarli per intero visto la notevole altezza. Inoltre avevo un po’ bloccato il traffico veicolare.
Siccome c’erano dei cartelli “AFFITTASI” o “VENDESI” su un palo in vicinanza dei due monumenti naturali , qui in Valle d’Aosta  vendono anche i grandi alberi ? Alberi come questi, di dimensioni, età e di alto valore paesaggistico, vincolati e tutelati dalla Regione Valle d’Aosta non hanno nessun prezzo. Devono essere osservati e toccati anche se solo per un attimo. Il Platano a sinistra ha un tronco un po’ più inclinato e una corteccia che sembra “bruciata”.

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Donnas I 2 Platani delle Caves
Donnas I 2 Platani delle Caves

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Un Pinus Pinea nel territorio di Pratella (CE)

Vogliamo ringrazire un gruppo di appassionati di alberi del territorio di Pratella e in particolare la Signora Graziella e il Signor Renzo che hanno effettuato una breve ricerca di grandi gli alberi  del loro territorio. Il tutto e’ stato inserito anche nella loro pagina Facebook Rocca Sancti Biti.
Selva incolta e boscosa con  cerri, e alberi selvatici ….. con montagne, colline, valli, monti e pianure con una totale estensione 1651 tomoli….
(descrizione del territorio di Rocca Vecchia -1808 )….. ( usi civici busta 224, Archivio di Stato di Caserta).
Il paesaggioarboreo Pratellese è abbastanza poliedrico e sfaccettato. Il tessuto dei boschi sempreverdi è permeato da uliveti e querce ora centenarie e solitarie a guardia degli antichi campi, ora in formazioni compatte insieme ad Aceri, Tigli, Pioppi, Olmi e Frassini. Colline e monti con folte schiere di Cerri e Faggi che coprono e proteggono i monti.  Tuttavia la conoscenza dei rappresentanti nel mondo vegetale qui a Pratella risulta ancora incompleta e frammentaria.
Tra le poche iniziative volte alla riscoperta della natura e destinate alla tutela, alla valorizzazione e alla conservazione degli “alberi monumentali” è parsa di particolare importanza la fase di accertamento sul territorio degli esemplari arborei degni di riconoscimento e di protezione. L’attenzione sul verde storico in Pratella è rivolta all’albero nella sua presenza reale ed affettiva, intesa come testimonianza storico-culturale del percorso umano. Alberi monumentali che carichi di anni, rimangono documenti viventi e archivi naturali su cui meditare per non perdere l’identità storico-culturale.

Pinus – Pinea
( Pigna ad ombrello )

Via Fontanelle
Rocca Vecchia – Pratella (CE)

PinusPineadi Pratella

Il Pinus Pinea di Pratella
Il Pinus Pinea di Pratella

Scheda dell’albero
Altitudine m. 284
Latitudine 41.395323
Longitudine 14. 158939

Circonferenza tronco: 345 cm  Buon vigore vegetativo  Eta’ – Ultracentenaria.
La memoria orale la indica come la “pigna r’ f-licion gl’ americanu.
Ha un valore paesaggistico nonche’ storico – affettivo.

 

Gli alberi monumentali della Regione Piemonte

Con Determinazione del Settore Foreste n. 3832 del 28/12/2015  la Regione Piemonte in applicazione della legge nazionale 10/2013 ha approvato il nuovo elenco degli alberi monumentali. Ecco l’elenco:

Fonte: Regione Piemonte Settore Foreste http://www.regione.piemonte.it/foreste/it/tutela/monumentali

Comune Località Specie Nome volgare Circonf. (cm) Alt. (m)
 Alba Giardino “Vittime dei campi di sterminio”  Fagus sylvatica var. asplenifolia  Faggio asplenifolia 135/140  13
Acqui Terme Concentrico Cedrus atlantica Cedro dell’Atlante 460  30
Acqui Terme Bagni Popolus nigra Pioppo nero 600 32
Alba  Strada Castelgherlone Morus alba  Gelso 300  6
Arona  Mercurago di Arona – San Giorgio Juglans regia  Noce comune 250  16
Asti Giardini Palazzo Alfieri Platanus Acerifolia Platano 520 37
Avolasca Tassare Morus alba Gelso 410 8
Avolasca Frazione Oliva Quercus pubescens Roverella 430
Bardonecchia  Concentrico Pyrus communis Pero domestico 310  16,5
Biella Giardino pubblico A.M. Zumaglini Cedrus atlantica Cedro dell’Atlante 450 25,5
Biella Giardino pubblico A.M. Zumaglini Cedrus deodara Cedro dell’Himalaya 670 37,5
Biella Giardino pubblico A.M. Zumaglini Aesculus Hippocastanun Ippocastano 380 30
Bra  Concentrico Aesculus hippocastanum  Ippocastano 320 20
Bra Lo Monte Zelkova carpinifolia  Olmo del Caucaso 715 38
Buttigliera d’Asti Via Principe di Piemonte – Parco Maffei Quercus robur Farnia 460 22,5
Caluso  Piazza Valperga, 2 Sequoia sempervirens Sequoia sempreverde 510 38
Casalborgone  Bric Turniola Quercus crenata Cerro-sughera 325 22
Castagneto Po Strada Chivasso Fagus sylvatica Faggio 415 27
Castagneto Po  Strada Chivasso Aesculus hippocastanum Ippocastano 430 15
Castelnuovo Scrivia Frazione Secco Populus alba Pioppo bianco 458 24
Cavallermaggiore  Concentrico Quercus robur Farnia 380 28
Cavallermaggiore  Madonna del Pasco Aesculus hippocastanum  Ippocastano 440 23
Cavallermaggiore  Fraz. Madonna del Prone Platanus acerifolia Platano 620 33
Comignago  Concentrico Cedrus deodara  Cedro dell’Himalaya  600  33
Coniolo Argine Morano / Populus nigra  Pioppo nero 600 28,5
Crescentino Rabeto Tilia x vulgaris Tiglio comune 345 24
Crodo Alpe Cheggio Picea abies Abete rosso 410 24
Cumiana  Torre S. Giacomo Aesculus hippocastanum Ippocastano 270 21
Cumiana Frazione Costa Ulmus laevis Olmo bianco 385 20
Cumiana Concentrico Pinus strobus Pino strobo 480 28,5
Dormelletto Strada Enrico Fermi Populus nigra  Pioppo nero  520 29
Dormelletto  Lungo lago Salix alba  Salice bianco  360 24
Dronero Centro Aesculus hippocastanum Ippocastano 352 24
Druento  Lanche Ferloch Prunus avium Ciliegio selvatico 308 27
Druento Piano Mule Quercus petraea Rovere 396 21
Farigliano  Naviante Quercus pubescens  Roverella 410 18
Fenestrelle  Bandita Puy Larix decidua Larice 380 25
Fenestrelle Bandita Puy Larix decidua Larice 299 37
Fenestrelle  Chambons-Depot Larix decidua Larice 395 25,6
Fontanile Cornaleja Salix alba Salice bianco 530 17
Fresonara Concentrico Morus alba  Gelso 280  9,5
Giaglione Chiesa Parrocchiale Castanea sativa Castagno 810 10,5
Ivrea  Sponda sinistra Dora Carpinus betulus Carpino bianco 320/235 14
Mirabello Monferrato Strada Comunia, 30 Quercus pubescens Roverella 293 18
Moiola  Tetto Tederei Castanea sativa Castagno 485 22,5
Moncenisio  L’Ila Fagus sylvatica Faggio 240/530 35
Monterosso Grana  Borgata Techè Castanea sativa Castagno 610 27
Nichelino  Corte della Palazzina di Stupinigi Quercus robur Farnia 488 27
Nichelino Parco Naturale Stupinigi Salix alba Salice bianco 352 20
Novara  Cimitero urbano Cedrus atlantica  Cedro dell’Atlante 240/190 18,5
Novara  Frazione Olengo – Villa Segù Juglans nigra  Noce nero 495  30
Oulx Beaulard – Puy S. Chiara Larix decidua Larice 385 22
Oulx Beaulard – Puy Refour Larix decidua Larice 335 16,6
Oulx Borgata Beaume (Bandita soprastante) Pinus sylvestris Pino silvestre 250 15
Piobesi d’Alba  Garbianetto Salix alba Salice bianco 420 3,5
Premosello-Chiovenda Cuzzago Taxus baccata Tasso 362 8,5
Rivara Parco sede del Comune Cupressus sp. Cipresso 590 20
Rivara  Parco sede del Comune Magnolia hypoleuca Magnolia 109 12
Rivara Parco sede del Comune Sequoia sempervirens Sequoia sempreverde 467 35
Rocchetta Tanaro Val Du Ge’ Fagus sylvatica Faggio 315 25
Rocchetta Tanaro Fraz. S. Emiliano Juniperus virginiana Ginepro virginiano 290 14
Rorà Borgata Rounzéi Fraxinus excelsior Frassino maggiore 480 23
San Sebastiano Curone Gazzarola Cedrus atlantica Cedro dell’Atlante 580/160 33
Serravalle Langhe  Concentrico Aesculus hippocastanum Ippocastano 300 21,5
Torino  Parco del Valentino Celtis australis Bagolaro 475 23
Torino  Parco del Valentino Quercus robur Farnia 400 28
Torino Parco del Valentino Borgo Castello Quercus robur Farnia 280 27
Torino  Giardini Cavour Gingko biloba Gingko biloba 370 27
Torino  Giardino Sambuy Pterocarya fraxinifolia Noce del Caucaso 605 27
Torino Giardini Reali Zelkova carpinifolia Olmo del Caucaso 350 24
Torino Cimitero Monumentale di Via Catania Platanus acerifolia Platano 494 27
Torino  Villa Rey Platanus acerifolia Platano 640 13,5
Torino Giardini Cavour Platanus acerifolia Platano 550 33,5
Torino Parco Valentino – Fontana dei 12 mesi Platanus acerifolia Platano 550 39,5
Torino  Parco del Valentino – Dietro Borgo Medievale Platanus acerifolia Platano 510 36
Torino Parco Tesoriera Platanus acerifolia Platano 665 28
Torino Parco del Valentino – Fronte locale Eridano Platanus acerifolia Platano 600 26
Trofarello Valle Sauglio Quercus robur Farnia 430 30
Valdieri  Terme di Valdieri Fagus sylvatica Faggio 330 30,5
Valmacca Cascina Mezzano Platanus acerifolia Platano 505 41
Vernante Palanfrè Fagus sylvatica Faggio 495 25,5
Vernante  Vallone Grande Ulmus glabra Olmo montano 326 30
Vignale Monferrato Centro storico Cedrus atlantica Cedro dell’Atlante 405 23

Fonte Regione Piemonte Settore Foreste

 

Criteri dimensionali di circonferenza del tronco per definire la monumentalità di un albero (seconda parte)

Con la circolare applicativa del Corpo Forestale dello stato sono stati stabiliti i criteri dimensionali per definire la monumentalità di un albero. Si tratta di dimensioni minime al fine di unificare le differenze di circonferenza del tronco misurate,  in tutte le regioni.  In un precedente articolo http://www.molisealberi.com/il-bosco-degli-abeti-soprani-e-i-suoi-giganti/  si è parlato di abeti bianchi con circonferenze di 350 cm che sono una rarità, almeno dalle nostre parti. Per l’Auracaria auracana (Molina) K. Koch 1873 che raggiunge altezze considerevoli anche di 40-50 metri circonferenze del tronco di 350 cm pensiamo non si sono mai viste in Italia. Già le Auracarie non sono comuni, la circonferenza  del tronco massima raggiunge i 200 cm.  L’Auracara auracana K.  viene dal Cile da un ambiente diverso ed è presente in parchi o ville. Per arrivare a 350 cm di circonferenza del tronco crediamo che sia quasi impossibile, anche se dai tempi della  natura e dagli alberi ci si aspetta sempre qualcosa , ma molto lentamente. Un  Calocedrus decurrens (Torr.) (Cipresso della California) con circonferenza minima del tronco da 350 cm diventa allo stesso modo impossibile da trovare.  Solo un cercatore di alberi come Tiziano Fratus  ha misurato un Calocedrus decurrens a 345 cm di circonferenza del tronco, 20 metri di altezza, nel  Parco di Villa Genero a Torino.

La tabella seguente riporta le circonferenze minime per la monumentalità riprese dal sito del CFS dedicato agli alberi monumentali:

1aaaaaaaPer i Cedrus la dimensione minima del tronco è 400 cm, forse poteva essere effettuata una distinzione tra il Cedro del LIbano e gl altri due: dell’atlante e il deodara, in relazione anche alle caratteristiche del  tronco.  Esemplari di Cedro del Libano sono forse più rari e  avremo preferito circonferenze sopra i 450-500 cm per esaltare un po’ di più la monumentalità. Anche i Cedro del Libano sono rari in Molise e si trovano prevalentemente in parchi e giardini. I Cedri sono stati importati in Italia a meta dell’Ottocento. Ci sono grandi esemplari, in Piemonte, in Toscana  nel Veneto ma anche nel Lazio e in Ville e Giardini romani e in Sicilia. Sono sempre piante con il loro fascino e maestosità e che non solo il dato numerico della circonferenza del tronco può rappresentare  l’aspetto di monumentalità. In Molise non si conoscono dimensioni di cedri sopra i 400 cm se non qualche raro esemplare. Un bella  pianta  di Cedro del libano sta a Campobasso nel giardino del convitto Mario Pagano.

Il fascino discreto dei grandi alberi

Riportiamo in allegato una nostra breve presentazione di circa 100 diapositive di foto, articoli, normative ecc.. sui grandi alberi.

Il titolo è un po’ emblematico: “Il fascino discreto dei  patriarchi del mondo vegetale”

Si parte dai grandi monumenti della natura nel Mondo, in Italia e nel nostro piccolo Molise.

Essa è facilmente scaricabile  qui:

ilfascinodiscretodeigrandialberimolisealberi

 

Il faascino discreto dei grandi alberi
Il fascino discreto dei grandi alberi

 

 

 

Monte Marrone il “signor” faggio di 590 cm

Il Marrone (da non confondere con il Morrone) è una  montagna a confine tra Lazio e Molise nota per la battaglia del 1944 in cui gli alpini Italiani costrinsero i nazisti alla fuga. Siamo  lungo la linea Gustav. Un sentiero, chiamato, comunemente degli alpini, ci porta sul monte a quota 1805 mslm.  Da Castelnuovo a Volturno (Frazione di Rocchetta) attraverso una strada, in parte asfaltata,  si entra nella valle del rio Pretara,  (in vicinanza palestre per l’arrampicata), dopo una serie di curve si raggiunge un piazzale. La quota è intorno ai 1000 mslm, qui si lasciano le macchine, per effettaure le escursioni. A Castelnuovo nella parte bassa del paese c’è anche la farnia di Santa Lucia di cui abbiamo parlato spesso. Un articolo inerente la  quercia di Santa Lucia è anche apparso sul quotidiano la Stampa, scritto da Tiziano Fratus (Homoradix) . Sul piazzale notiamo subito un albero diverso, è una Rovere (pianta rara da queste parti). Se si segue un tratto lastricato dal parcheggiio si arriva nell’area monumentale dedicata al Corpo italiano di liberazione

Monumento ai caduti Monte Marrone
Monumento ai caduti di Monte Marrone foto www.molisealberi.com anno 2015

A piedi si segue il Sentiero M3 del Parco, coincidente con il Sentiero Italia. Nel 1999 in questi luoghi  passò il CamminaItalia. Lo ricorda una targa.

Cammina Italia
Cammina Italia 1999 ANA-CAI

Dal piazzale si entra nel bosco seguendo la mulattiera con diversi tornanti; già si notano dei grossi esemplari di faggio. Una sbarra metallica ad indicare che qui c’è l’Orso Bruno (il progetto Life per sua conservazione). Si aggira la sella di Colle Rotondo e si giunge ad una  abbeveratoio con  una nicchia votiva e un faggio. Il faggio non è di grandi dimensioni, 360 cm di circonferenza ed è un po’ malandato, con numerose scritte e incisioni sulla corteccia e una bottiglia di birra Peroni inserita in una cavità del tronco tanto che non siamo riusciti a toglierla.

Il faggio malandato vcino l'abbeveratoio e una nicchia votiva
Il faggio malandato vicino l’abbeveratoio e una nicchia votiva

Siamo nella parte sud del Marrone, la brecciata continua quasi in pianura, poi  comincia a risalire dopo aver attraversato un vallone. Si arriva ad un secondo fontanile in una radura dove c’è un   monumento eretto dai comuni di Scapoli e Rocchetta nel trentennale dalla Liberazione, (un cubo in pietra). Esso ricorda 24 cittadini uccisi dai nazisti nella zona. Qui intorno ci sono grandi faggi molti policormici ma veri  patriarchi della natura. Dal faggione delle Catenelle delle Mainarde che sta nel Lazio con circonferenze che supera  forse i  7 metri, ai nostri faggi. Tra alcuni esemplari misurati abbiamo trovato un vero “signor”  faggio  con crconferenza del tronco di 590 cm a quota intorno i 1240 mslm. Altri faggi in vicinanza non raggiungono circonferenze così elevate, inoltre godono di buona salute. L’abbiamo chiamato “Signor” faggio anche se si tratta di faggi con diversi tronchi (policormico) ma ben saldati fra di loro a formar un unico albero. Non ci sbilanciamo con le età, ma crediamo che  250-300 anni di vita possono bastare a farci capire la loro grande capacità di saper vivere dove l’uomo spesso è assente  e quindi non in grado di arrecare danni.

IFaggio di Monte Marrone

Il Faggio di Monte Marrone circonferenza 590 cm

Faggiodimontemarrone6Per  continuare  il cammino verso il Monte Marrone si raggiunge poi la sorgente di Fonte delle Campate. Qui l’acqua non manca e scende spesso lungo il sentiero e molti fossi.  Si esce dalla faggeta fino  al Passo della Montagnola (1740 mlm) . A  destra, in breve tempo, si tocca la cima del monte Marrone (1805 mslm). Sulla croce la grande aquila di bronzo e il motto “tût per l’Italia” ricordano l’impresa del Battaglione alpino Piemonte. Il panaroma da qui è stupendo.

Monte Marrone
Monte Marrone

Ala (TN) Il faggio di località Sega d’Ala alla Malga Fratta, da gli alberi di Valido

Faggio di Malga Fratte
Faggio di Malga Fratte foto di Valido Capodarca

“E’ considerato il secondo faggio più grande dei Monti Lessini – ci rivela la signora Patricia Veronesi, proprietaria del camping “Al Faggio”, nei pressi di Malga Fratte, località Sega d’Ala – Il primo, invece, è quello là”. Guardiamo nella direzione indicata e riconosciamo, a circa 1,5 km, l’ampio ventaglio dei rami della “Regina”, che abbiamo da poco conosciuto. Il grande Faggio (m. 5,61 la circonferenza, 28 l’altezza, 22 il diametro della chioma), si erge al centro del camping, gli dà il nome e ne costituisce l’emblema. La sua età dovrebbe aggirarsi fra i 300 e i 320 anni.
“Sua Maestà” è il nome, carico di affettuoso rispetto, con il quale suole rivolgersi alla pianta la signora Patricia, che con essa ama talvolta soffermarsi a “parlare”.
Il Faggio è meta di scolaresche. Sul tronco spicca una targhetta metallica, apposta dagli alunni di Ala, che recita: Faggio secolare nr. 2 – LUNGA VITA – Classi quinte elementari di Ala. Maggio 1991.
La direzione del camping ha fatto divieto ai campeggiatori di erigere tende nell’area ombreggiata o di fare qualsiasi cosa possa recare danno alla pianta.
Il poderoso tronco è rivestito di muschio sul quale le formiche hanno tracciato, cospicuo esempio della loro ingegneria, delle piste lungo le quali esse si spostano.
Nella conca del primo palco di rami è addirittura cresciuto un sorbo degli uccellatori.
Ogni stagione è buona per visitare “Sua Maestà” , ma il periodo più gratificante è l’autunno, quando egli indossa il suo manto regale, una splendida e ineguagliabile porpora degna della sua nobiltà

dal gruppo facebook molisealberi da gli alberi di Valido

San Giovanni Lipioni – Santa Liberata: “La quercia del Lozzi”

Siamo passati a vedere come sta la Quercia del Lozzi che in dialetto viene chiamata la “Cerq du Luzz” (nome del proprietario). Siamo lungo la Strada che va da San Giovanni Lipioni a Torrebruna. La quercia é stata descritta molti anni fa dal Capodarca e ripresa nel libro di Francesco Nasini: “I grandi alberi d’Abruzzo”. Abbiamo notato che l’albero si mantiene bene. C’è stato sicuramente qualcuno che avrà pensato di tagliarla perché in vicinanza di una strada.

In effetti, con una circonferenza intorno ai 5 metri e in un contesto in cui sembra dominare il territorio circostante, sarebbe un vero peccato un taglio di questo meraviglioso esemplare. Con la legge dello Stato 10/2013 per gli alberi monumentali, le multe minime sono da 5.000 Euro e salgono anche fino a 100.000 Euro.

Bisogna dare un premio a chi non l’ha fatta tagliare: stavolta la strada si è adeguata alla pianta, spesso non è così. Una sosta meritata, anche di un osservatore distratto, ed osservare questo gioiello della natura. Due grossi tronchi mantengono la chioma in alto sempre possente e con rami molto intrecciati.

Qualche taglio c’è stato in basso ed una piccola cavità si è formata sul tronco. Assieme ad un’altra roverella in vicinanza, crea una chioma vastissima che sicuramente è in grado formare un ampia galleria d’ombra nelle giornate soleggiate e calde d’estate. Viene in mente subito di andarci a fare un “pisolino” sull’erba in vicinanza dell’albero per contemplarlo ancora un po’.

San Giovanni Lipioni la Quercia del Lozzi
San Giovanni Lipioni la Quercia del Lozzi
San Giovanni Lipioni la Quercia del Lozzi
San Giovanni Lipioni la Quercia del Lozzi
San Giovanni Lipioni la Quercia del Lozzi
San Giovanni Lipioni la Quercia del Lozzi

L’arboreto più antico d’Italia a Badia Prataglia (seconda parte)

L'arboreto più antico d'Italia a Badia PratagliaCi sono alberi che non si vedono tutti i giorni. Bisogna andare in giro per arboreti, orti botanici e giardini se si vuole cercare e studiare nuovi alberi. A Badia Prataglia in Toscana, nel Parco delle Foreste Casentinesi (forse il parco più boscoso d’Italia), c’è il più antico arboreto italiano, realizzato nel 1846 da Carlo Siemoni. Abbiamo visto alcuni esemplari anche grazie alla bibliografia disponibile già in rete. Fra gli alberi più grandi e di interesse ci sono le Thuje Plicate e la Sequoia, già descritte in un precedente articolo.

Abbiamo ripreso l’elenco delle specie presenti nell’arboreto. Buona parte sono state messe a dimora nel periodo che va dal 1835 al 1860. Ci pare opportuno riportarle alcune con qualche breve descrizione e curiosità.

COLLEZIONE DENDROLOGICA ARBORETO “CARLO SIEMONI” BADIA PRATAGLIA

1) Calocedrus decurrens (Torr.) Florin. Cedro da incenso. California, Oregon. Chiamato anche libocedro, pianta ornamentale. Il nome generico deriva dal greco ‘kalòs’ (bello) e dal latino ‘cedrus’, nome che designava una conifera; il nome specifico si riferisce alle foglie decorrenti sui rametti. Pianta a portamento variabile, pochi esemplari presenti in Italia. Solo in qualche parco, giardino e orto botanico (Napoli). Il suo legno è uno dei principali materiali utilizzati per la realizzazione di matite, facile da temperare.

2) Chamaecyparis lawsoniana (Murrey) Parl. Cipresso di Lawson. California occidentale, Oregon
ll Cipresso di Lawson può raggiungere nelle zone di origine, i 50 m di altezza. Ha foglie squamiformi, embricate e portate su rametti appiattiti. I coni maschili di color rosso intenso brillante Albero ornamentale in parchi e giardini. Ci sono molte forme e varietà diverse che si distinguono per il portamento e per le foglie. La pigna grande 0.8-1 cm, squame con sporgenze ben strette. Corteccia con solchi verticali a scaglie. Data la densità elevata della sua chioma è ideale per la nidificazione degli uccelli. Queste piante sono vicine al museo dell’arboreto.

 

Il decreto del 23/10/2014 sul censimento degli alberi monumentali in Italia (quarta parte). Le schede e gli elenchi

Si riportano gli articoli del decreto inerenti le schede di  segnalazione e di identificazione

Art. 6.
Scheda di segnalazione e scheda di identificazione

1. Al fine di garantire all’elenco nazionale degli alberi monumentali una omogeneità di contenuti e una comparabilità tra i dati e le informazioni, per l’attività di censimento viene predisposta una scheda di identificazione dell’albero monumentale/formazioni vegetali monumentali, da utilizzarsi nel rilievo di campagna da parte sia delle amministrazioni che hanno provveduto precedentemente
al censimento dei loro alberi monumentali che di quelle che non hanno ancora dato avvio ad una attività censuaria.
2. Quanto alla metodologia di rilevazione dei parametri, fra i quali, il parametro dimensionale relativo alla circonferenza, si fa riferimento all’allegato tecnico specifico.

3. Per la segnalazione di alberi monumentali, i soggetti di cui all’art. 3 utilizzano l’apposita scheda di segnalazione, resa disponibile nel sito web del Corpo forestale dello Stato: www.corpoforestale.it, alla sezione monitoraggio ambientale alberi monumentali. La scheda, opportunamente compilata, deve essere consegnata al comune che ha competenza sul territorio in cui radica la pianta oggetto di segnalazione.

Art. 7.
Realizzazione degli elenchi
1. Effettuate le attività di censimento, i comuni trasmettono alla regione di appartenenza i risultati dello stesso, esposti sotto forma di elenco, affiinché la stessa si pronunci circa la attribuzione del carattere di monumentalità di ogni singolo elemento censito. L’elenco comunale sarà corredato delle schede di identificazione e del materiale documentale e fotografico, entrambi in formato digitale.
Le regioni, ricevuti gli elenchi comunali contenenti le proposte di attribuzione del carattere di monumentalità, entro novanta giorni, provvedono, tramite le strutture deputate, alla relativa istruttoria e deliberano sulle iscrizioni, elaborando, quindi, il proprio elenco regionale in formato elettronico. Una volta approntato, tale elenco è trasmesso unitamente a tutta la documentazione, al Servizio
II – Divisione 6ª dell’Ispettorato generale del Corpo forestale dello Stato.
2. Tale struttura, in modo tempestivo e previa verifica formale degli elenchi regionali acquisiti, in ordine al rispetto dei criteri stabiliti, provvede a redigere l’elenco degli alberi monumentali d’Italia, sempre in formato elettronico, nonché ad implementare un archivio informatico delle singole schede di identifi cazione, aperto alla consultazione e/o all’inserimento dei dati da parte degli enti territoriali interessati, con abilitazione di funzioni diversificate.
3. L’elenco, qualsiasi sia il livello territoriale, segue lo schema allegato al presente decreto e riporta le seguenti  informazioni: di tipo geografico: regione, provincia, comune, toponimo;
di tipo topografico: coordinate geografiche, altitudine, localizzazione o meno in area urbanizzata;
di tipo botanico e dendrometrico: classificazione binomia, nome volgare, circonferenza (cm) ad 1,30 m, altezza (m);
di tipo valutativo: criterio prevalente per la attribuzione di monumentalità.
4. L’elenco compilato dai comuni deve fornire, altresì, specifica evidenza degli elementi arborei per i quali risulta già apposto il vincolo paesaggistico ai sensi dell’art. 136, comma 1, lettera a) , del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modifi cazioni e deve indicare, altresì, gli elementi arborei per i quali si intende proporre l’avvio del procedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico ai sensi dell’art. 136, comma 1, lettera a) , e secondo l’ iter previsto dagli articoli 138, 139 e 140 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni.
5. L’elenco degli alberi monumentali d’Italia deve essere aggiornato con cadenza almeno annuale: le regioni comunicano al Corpo forestale dello Stato, gestore dello stesso, ogni eventuale variazione, non appena la stessa si verifichi.
6. Nel caso in cui l’elenco contenga elementi arborei per i quali risulti già formalizzato o proposto il provvedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico ai sensi dell’art. 136, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni e integrazioni, le regioni inviano la relativa comunicazione e documentazione anche al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, per permettere l’aggiornamento della banca dati del SITAP (Sistema Informativo Territoriale Ambientale e Paesaggistico), ai sensi del decreto ministeriale 26 maggio 2011 recante «Approvazione dello schema generale di convenzione con le regioni ai sensi dell’art. 156, comma 2, del Codice dei beni culturali e del paesaggio», pubblicato in Gazzetta Uffi ciale n. 285
del 6 dicembre 2012.8

Allegato n. 1
SCHEMA DI ELENCO
Regione Provincia Comune Località Coordinate geografiche
Altitudine (m s.l.m.) Area urbanizzata si/no
Specie Nome volgare
Circonferenza(cm) Altezza (m) Criterio monumentalità
Proposta dichiarazione notevole pubblico (vigente/proposta)

Le schede di identificazione e di segnalazione possono essere scaricate qui dal sito del Corpo Forestale dello Stato: