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I Grandi Alberi in Italia

Scurcola Marsicana (Aq) La Quercia di Donato (da gli Alberi di Valido Capodarca)

Foto della Quercia di Donato di Francesco Nasini dal libro Grandi Alberi d’Abruzzo

Riportiamo sul nostro sito un po’ le storie e leggende di grandi alberi di Valido Capodarca attive da alcuni anni sul nostro gruppo facebook – Ci sono alberi che riescono meglio a farci provare sensazioni ed emozioni solo nel guardare le foto. Tra questi la Quercia di Donato che si trova a Scurcula Marsicana di cui si descrive una storia del sua antico proprietario nel Libro Grandi Alberi d’Abruzzo di Francesco Nasini in cui ” la Quercia di Donato ” rappresenta uno dei casi in cui la natura è riuscita a costruire un vero capolavoro vegetale con la sua lentezza ed è presa come prototipo di un albero “monumento” . Infatti è inserita anche nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia con circonferenza di 550 cm e altezza di 14 metri.

LA Quercia di “Donato” a Scurcola Marsicana in vicinanza di un Convento di Cappuccini

Ecco l’articolo di Valido Capodarca

LA QUERCIA DI DONATO
E’ una delle più importanti querce d’Abruzzo. Quando, nel 1986, il maresciallo forestale Pannella me la fece conoscere, le sue misure erano:m. 5,65 la circonferenza del fusto, 20 l’altezza, 17 il diametro di chioma. L’età che il Corpo Forestale le attribuiva era di 750 anni. Si trova a poche centinaia di metri di distanza da Scurcola Marsicana (AQ), e vi si accede per via dei Cappuccini. Se l’età fosse esatta, si prospetterebbe una suggestiva considerazione. La quercia poteva essere già nata quando, a pochi chilometri da qui, nel XIII secolo,si svolgeva la battaglia di Tagliacozzo, a seguito della quale un colpo di spada recideva, in un colpo, la testa del giovane (appena 16 anni) Corradino di Svevia e i suoi sogni di conquista dell’Italia. Il fusto, pur deformato da diverse protuberanze, appare come una scultura moderna. Su di esso si notano degli scalini, intagliati dai ragazzi di Scurcola per salire sulla pianta. 
La pianta ha una singolare conformazione: un fusto dalla forma strana, dal quale si originano solo due grandi rami orizzontali, troncati sul nascere. Da questi partono,in perfetta verticale, sette o otto rami. Nel 1986 non erano pochi i problemi per la pianta: sulla sommità, nella conca del primo palco dei rami, si formava un ristagno d’acqua che sfaldava la corteccia passandole sotto. Su questa acqua crescevano cespugli di varie erbe. Il tronco era molto invaso da formiche. I progetti del comune prevedevano un risanamento della pianta e un ampliamento dello spazio attorno.
Cosa sarebbe accaduto in seguito lo leggiamo in Grandi Alberi d’Abruzzo, di Francesco Nasini (sua la foto).
Veniamo così a sapere che nel 1996, un imbecille diede fuoco alla Quercia versando benzina sulla grossa branca sovrastante la strada. A lungo si temette che l’albero non potesse farcela a sopravvivere ma, a 10 anni di distanza dall’atto vandalico, il giorno 12 novembre 2006, presso il Comune di Scurcola Marsicana si svolse la “Giornata di volontariato ambientale in difesa della Quercia di Donato”promossa dal Circolo Marsicano di Legambiente e dall’ Assessore all’Ambiente Luigi Sulpizi. Nell’occasione venne deciso un intervento di risanamento urgentissimo anche per una grave carie interna al tronco. Molti volontari si adoperarono per sistemare l’area e apporre una targa con inciso il nome della antica Quercia. Le ultime visite offrono notizie confortanti e riferiscono di una buona ripresa della gloriosa Quercia di Donato.

La Quercia delle streghe o meglio di “Pinocchio” di Capannori, da gli alberi di Valido

Non potevamo che scrivere di  storia e leggende intorno a quest’albero, forse il più famoso d’Italia per la notevole quantità di articoli, foto, gruppi social, video, wikipedia e altro.  Censimento degli alberi monumentali d’Italia, anno 2017, a Capannori sono state censite 4 piante monumentali. Fra queste la Quercia delle streghe, come  roverella con circonferenza del tronco di 400 cm, (non è quindi una Farnia)  a quota 110 metri sul livello del mare. Da Wikipedia:  la Quercia delle Streghe o di Pinocchio (o Farnia delle Streghe )  presenta un’altezza di 15 metri, un tronco dalla circonferenza di circa 4 metri ed una chioma di oltre 40 metri di diametro, misure che consentono alla Quercia di essere classificata seconda in Toscana per dimensioni. La particolarità di questa pianta è la tendenza ad espandere la chioma in direzione parallela al terreno, cosa non comune in questa specie.

Localizzazione della quercia delle streghe

Un po’ di Storia

Sempre da Wikipedia: Nei primi anni del secolo scorso, alcuni vandali spezzarono alcuni rami sedendovici sopra. Successivamente, durante la seconda guerra mondiale la quercia fu individuata dagli occupatori nazisti come legna da ardere, ma poi il progetto di abbattere l’albero monumentale fortunatamente sfumò grazie alla mobilitazione degli abitanti di San Martino in Colle. In seguito negli anni Sessanta l’albero fu colpito da un fulmine che gli causò importanti danni.

Valido Capodarca  la descrive nei suoi libri agli iniizi degli anni 80. Egli scrive: La Quercia delle Streghe (questa) si trova nei pressi di Gragnano, frazione di Capannori (LU). Specie di appartenenza: benché venga definita da molti farnia, i caratteri sembrano più prossimi alla roverella, ma le cupole delle ghiande sono del cerro, ma cerro, di sicuro, non è.  Il nome: le deriva da una credenza popolare secondo la quale sui suoi rami in passato le streghe usassero tenere i loro sabba; sarebbe stato proprio l’andirivieni delle streghe a provocare i tipici contorcimenti dei rami.  L’età: da sfatare la fantasiosa idea che la quercia abbia 600 o addirittura 700 anni. Nel “Toscana, cento alberi da salvare”, del 1983, la pianta ha una circonferenza di m. 3,93 (ril. del 1981), la chioma ha un diametro di 37 metri. In “Alberi Monumentali della Toscana” del 2003 (ril. 2002) la circonferenza è di 4,21 e il diametro della chioma 38. I rilevamenti degli ultimi visitatori danno una circonferenza di m. 4,50. Dal 1981 al 2002 la circonferenza è aumentata di 28 cm in 21 anni, con un tasso di crescita di 1,35 cm l’anno. Supponendo una crescita costante, la quercia avrebbe raggiunto i 421 cm in circa 300 anni. Cifra approssimativa,ma la metà di quella favoleggiata. I 38 metri della chioma sono la media fra i 37 della direzione N-S e 39 della direzione E-O (sempre ril. del 2002). All’origine di questa disparità c’è un episodio avvenuto verso il 1930. Il suo proprietario, l’avvocato Giovanni Carrrara, nel 1981, racconta che una scolaresca in visita alla quercia (già allora, come ora, la pianta era oggetto di visite frequenti), si era appesa per gioco ad un lungo ramo che si protendeva verso sud, spezzandolo. Il proprietario di allora padre dell’avvocato, lo fece recidere. “Fosse accaduto oggi – diceva l’avvocato – l’avrei rimesso in sesto e quasi certamente si sarebbe risaldato”.
Durante la guerra, un reparto di panzer tedeschi usò l’ampio ombrello della chioma per mimetizzarvi i suoi carri armati. Al momento di andarsene, il comandante aveva ordinato di abbattere la quercia per rifornirsi di legna ma alla fine rinunciò; non, come racconta qualche sensazionalista ma poco credibile giornalista, per le proteste dei contadini (ma ve li immaginate i contadini schierarsi con i forconi davanti ai cannoni e alle mitragliatrici, e il colonnello tedesco che si spaventa e si fa intimidire?). Molto più semplicemente, la madre dell’avvocato parlava bene il tedesco e, con gentilezza e diplomazia, fece capire al militare il valore monumentale della pianta e l’opportunità di rifornirsi con le altre querce dei dintorni.
Colpita da un fulmine intorno al 1960 e da una malattia pochi anni dopo,la quercia ebbe sempre le cure necessarie a farla guarire. Morto parecchi anni fa l’avvocato, la proprietà della Quercia è passata alla figlia.
Da qualche tempo, qualcuno ha avuto l’idea di darle un nuovo nome “la Quercia di Pinocchio”, identificandola con quella sotto cui Pinocchio nascose i zecchini di Mangiafuoco.
Non si contano più le pubblicazioni che ne hanno parlato, e i riconoscimenti che la quercia ha ottenuto, a partire dal suo inserimento fra i 300 alberi monumentali d’Italia, nell’omonimo volume del Corpo Forestale.
Negli ultimi anni la quercia, continuando a espandersi, è andata ad appoggiare i suoi rami sull’argine al di là della stradina comunale che le passa a fianco, sì che i proprietari, per consentire il transito, sono stati costretti a puntellare i rami stessi con dei robusti pali.
Sopra l’argine, a pochi metri dalla strada, c’è una casa, dove da un quindicina di anni vive la pittrice Sandra Cortesi, che è felice di svegliarsi ogni mattina con la visione della quercia, che ha scelto come soggetto preferito dei suoi dipinti. La donna ama trascorrere lunghe ore sotto la quercia, e soprattutto ama ascoltare i registrare nella memoria i commenti dei visitatori che, provenienti da ogni dove, sostano incantati sotto la Quercia delle Streghe.

La leggenda e le fiaba  

Secondo la leggenda su questi rami e branche si riunivano le streghe, poi per riti magici o cose del genere i rami si sarebbero allungati  arrivando ad dimensione della chioma di 40 metri  tra le più grandi d’Italia. La Quercia ispirò Collodi nel suo Pinocchio, sarebbe quella dove il burattino più celebre del mondo nascose i denari  da cui sarebbe nato un albero pieno di zecchini d’oro. La quercia, nella fiaba, si trova lungo la strada per il paese dei Balocchi e dove Pinocchio venne impiccato dagli assassini che volevano rubargli le  quattro monete d’oro e vicino alla quale poi il burattino incontrò il Gatto e la Volpe, che lo convinsero a sotterrare i denari nel Campo dei Miracoli nella città di Acchiappacitrulli. Ma questa è un’altra storia.

 

Quercia delle streghe foto da Street view anno 2016 autorei Google

Della Quercia si riporta un articolo su la Stampa di Tiziano Fratus #homoradix

articolo su la Stampa di #homoradixarticolo

Approvazione del primo elenco degli alberi monumentali d’Italia

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 35 del 12/02/2018  il Decreto del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali  del 19/12/2017 che approva il primo elenco degli alberi monumentali d’Italia.

Ecco l’unico articolo :

Decreta: 
 
                           Articolo unico 
 
  1. E' approvato il primo Elenco degli alberi monumentali  d'Italia,
ai sensi dell'art. 7 della legge 14 gennaio 2013, n. 10 e del decreto
interministeriale 23 ottobre 2014. L'elenco, suddiviso  per  regioni,
province e comuni, costituito da n. 2080 alberi o sistemi omogenei di
alberi, e' riportato al  prospetto  allegato  A  -  sezione  1),  che
costituisce   parte   integrante   e   sostanziale    del    presente
provvedimento. 
  2. E' adottato altresi' l'elenco riportato al prospetto allegato  A
- sezione 2), che costituisce  parte  integrante  e  sostanziale  del
presente  provvedimento,  costituito  da  n.  327  alberi  o  sistemi
omogenei di alberi. Tale elenco si compone  di  tutti  quegli  alberi
rispondenti ai requisiti di monumentalita' e censiti  dalla  regione,
anche in collaborazione con il Corpo forestale dello  Stato,  per  la
cui iscrizione non e' stato ancora perfezionato da parte  del  Comune
l'adempimento  amministrativo  di  presa  d'atto  e   di   successiva
trasmissione della proposta alla Regione.  Trascorso  il  termine  di
centoventi giorni dalla pubblicazione del presente decreto, che sara'
tempestivamente diffuso a cura della regione stessa nelle  forme  che
ritiene opportune, l'elenco di cui al prospetto A -  sezione  2),  in
assenza di osservazioni ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241  e
successive modificazioni e integrazioni e della normativa vigente  in
materia  di  ricorsi  amministrativi,  e'  inteso   come   approvato,
rientrando a far parte, quindi, della sezione 1). 
  3. La Direzione generale  delle  foreste  del  Mipaaf,  alla  quale
spetta il compito di conservare tutta la  documentazione  a  corredo,
provvede a trasmettere ad ogni  regione,  per  quanto  di  competenza
territoriale, l'elenco nelle sue due  sezioni,  affinche'  la  stessa
possa trasmetterlo ad ogni comune interessato. I comuni rendono  noti
gli alberi inseriti nell'elenco nazionale  ricadenti  nel  territorio
amministrativo di competenza mediante affissione  all'albo  pretorio,
in modo tale da permettere al titolare di  diritto  soggettivo  o  al
portatore di interesse legittimo di ricorrere avverso  l'inserimento,
nei modi e termini previsti dalla specifica normativa. 
  4.  Al  fine  di  consentire  le  misure  di  tutela,   conoscenza,
valorizzazione e gestione dei beni  censiti,  l'Elenco  degli  alberi
monumentali d'Italia e' pubblicato nel sito  internet  del  Ministero
delle     politiche     agricole     alimentari      e      forestali
www.politicheagricole.it  -  all'interno  della  sezione:  «politiche
nazionali/alberi monumentali/elenco nazionale alberi monumentali». 
  5. Ogni aggiornamento  dell'elenco  viene  proposto  dalla  regione
mediante invio telematico alla Direzione  generale  delle  foreste  e
successivamente    attraverso    inserimento    delle    informazioni
nell'applicativo Web Gis dedicato, al quale si accede  con  indirizzo
http://www.sian.it/geoalberimonumentali  -  L'approvazione  periodica
delle variazioni  dell'elenco  nazionale  sara'  effettuata  mediante
decreto del Direttore generale delle foreste. 
  6. Della proposta di dichiarazione di notevole  interesse  pubblico
ai sensi dell'art. 138 e seguenti del decreto legislativo 22  gennaio
2004, n. 42 e successive modificazioni  e  integrazioni,  le  Regioni
inviano relativa Comunicazione e documentazione  anche  al  Ministero
dei  beni  e  delle  attivita'  culturali  e  del  turismo,  al  fine
dell'aggiornamento della banca dati del  SITAP  (Sistema  informativo
territoriale ambientale e paesaggistico). 
  7. Gli alberi o sistemi omogenei  di  alberi  iscritti  nell'Elenco
degli alberi monumentali d'Italia sono segnalati in apposite  tabelle
secondo lo schema dell'allegato n. 6 del decreto interministeriale 23
ottobre 2014, apponendo  la  seguente  dicitura  «Albero  monumentale
tutelato ai sensi dell'art. 7 della legge 14 gennaio 2013, n.  10»  o
«Sistema omogeneo di alberi monumentali tutelati ai sensi dell'art. 7
della legge 14 gennaio 2013, n. 10». 
  Il presente decreto e' divulgato attraverso il  sito  internet  del
Ministero delle politiche  agricole  alimentari  e  forestali  ed  e'
altresi'  pubblicato  nella  Gazzetta  Ufficiale   della   Repubblica
italiana. 
    Roma, 19 dicembre 2017  
                                          Il Capo Dipartimento: Blasi

Fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italia

http://www.gazzettaufficiale.it/atto/vediMenuHTML;jsessionid=vjk9ZnwnROCzojVBC4F8bQ__.ntc-as1-guri2b?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2018-02-12&atto.codiceRedazionale=18A00988&tipoSerie=serie_generale&tipoVigenza=originario

Noi di molisealberi abbiamo cominciato ad aggiornare la mappa partendo dall’elenco del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali   che si va ad aggiungere al nostro elenco   

 

Gli Alberi monumentali della Regione Valle d’Aosta

Nel dicembre 2017 il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha  pubblicato il primo elenco degli alberi monumentali d’Italia redatto ai sensi dell’art.7 della legge 14 gennaio 2013, n.10 e del relativo decreto attuativo 23 ottobre 2014.  Per la Valle d’Aosta gli alberi monumentali sono 112.

REGIONE VALLE D’AOSTA
ID N. SCHEDA PROVINCIA COMUNE LOCALITA’ LATITUDINE su GIS LONGITUDINE su GIS SPECIE CIRCONFERENZA FUSTO (cm)
NOME SCIENTIFICO NOME VOLGARE
1 01/A326/AO/02 Aosta Aosta Borgo Sant’Orso
45°44’27,39”
7°19’32,99” Tilia platyphyllos Scop. Tiglio nostrale
461
2 02/A326/AO/02 Aosta Aosta Arco d’Augusto
45°44’21,36”
7°19’40,19” Platanus acerifolia (Aiton) Wild Platano comune
471
3 01/A877/AO/02 Aosta Bionaz Gordzé
45°56’14,19”
7°33’33,78” Larix decidua Mill. Larice 540
4 01/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley
45°41’19,02”
7°44’20,03” Larix decidua Mill. Larice 350
5 02/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley
45°41’20,05”
7°44’20,07” Larix decidua Mill. Larice 370
6 03/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley
45°41’20,01”
7°44’20,05” Larix decidua Mill. Larice 359
7 04/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley
45°41’18,07”
7°44’21,08” Larix decidua Mill. Larice 341
8 05/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley
45°41’18,02”
7°44’21,05” Larix decidua Mill. Larice 412
9 06/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley
45°41’20,03”
7°44’22,06” Larix decidua Mill. Larice 335
10 07/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley
45°41’21,01”
7°44’25,04” Larix decidua Mill. Larice 358
11 08/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley
45°41’24,00”
7°44’24,00” Larix decidua Mill. Larice 426
12 09/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley
45°41’19,04”
7°44’23,08” Larix decidua Mill. Larice 360
13 10/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley
45°41’19,09”
7°44’25,05” Larix decidua Mill. Larice 340
14 11/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley
45°41’18,09”
7°44’27,01” Larix decidua Mill. Larice 340
15 12/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley
45°41’18,09”
7°44’28,08” Larix decidua Mill. Larice 355
16 13/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley (p.c. 13)
45°41’19,08”
7°44’29,07” Larix decidua Mill. Larice 368
17 14/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley (p.c. 13)
45°41’20,03”
7°44’29,09” Larix decidua Mill. Larice 340
18 15/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley (p.c. 13)
45°41’21,07”
7°44’28,08” Larix decidua Mill. Larice 455
19 16/C594/AO/02 Aosta Challand-Saint-Victor Bosco di protezione di Biuley (p.c. 13)
45°41’22,08”
7°44’27,04” Larix decidua Mill. Larice 337
20 01/C596/AO/02 Aosta Champdepraz Villa Binel – Viering
45°41’31,29”
7°39’46,76” Sequoiadendron giganteum (Lindl) J. Buchholz Sequoia gigante 830
21 01/C294/AO/02 Aosta Châtillon Castello Barone Gamba 45°44’41,65” 7°36’42,37” Sequoiadendron giganteum (Lindl) J. Buchholz Sequoia gigante 750
22 02/C294/AO/02 Aosta Châtillon Castello Passerin d’Entrèves
45°45’05,01”
7°36’44,68” Cedrus atlantica (Endl.) Carrière “Glauca” Cedro dell’Atlante 506
23 04/C294/AO/02 Aosta Châtillon Castello Passerin d’Entrèves
45°45’37,00”
7°37’08,00” Fagus sylvatica L. Faggio 403
24 05/C294/AO/02 Aosta Châtillon Castello Passerin d’Entrèves
45°44’59,59”
7°36’41,16” Fagus sylvatica L. “Rubra” Faggio rosso 380
25 06/C294/AO/02 Aosta Châtillon Castello Passerin d’Entrèves
45°45’01,95”
7°36’43,48” Tilia platyphyllos Scop. Tiglio nostrale 516
26 07/C294/AO/02 Aosta Châtillon Castello Passerin d’Entrèves
45°45’02,05”
7°36’43,38” Tilia platyphyllos Scop. Tiglio nostrale 420
27 01/C821/AO/02 Aosta Cogne Buthier 
45°36’13,69”
7°20’57,57” Fraxinus excelsior L. Frassino maggiore 472
28 01/D012/AO/02 Aosta Courmayeur Golette
45°47’20,29”
6°57’12,43” Picea abies (L) H. Karst. Abete rosso 351
29 01/D338/AO/02 Aosta Donnas Monterey – Via Roma, 97
45°36’10,64”
7°46’24,10” Platanus acerifolia (Aiton) Wild Platano comune 490
30 02/D338/AO/02 Aosta Donnas Monterey – Via Roma,  97
45°36’10,64”
7°46’24,10” Platanus acerifolia (Aiton) Wild Platano comune 385
31 01/D537/AO/02 Aosta Fénis Sopra Alpe Savoney
45°39’26,16”
7°31’59,02” Pinus cembra L. Pino cembro 271
32 01/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint-Jean Pont-Sec 
45°44’23,94”
7°51’06,83” Fraxinus excelsior L. Frassino maggiore 570
33 02/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint-Jean Villa Margherita
45°46’37,21”
7°49’37,99” Pinus cembra L. Pino cembro 370
34 03/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint-Jean Villa  Margherita
45°46’36,43”
7°49’37,32” Pinus cembra L. Pino cembro 368
35 04/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint-Jean Villa Margherita
45°46’37,12”
7°49’38,09” Pinus cembra L. Pino cembro 470
36 05/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint-Jean Villa Margherita
45°46’36,22”
7°49’37,89” Pinus cembra L. Pino cembro 367
37 06/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint-Jean Bosco di Freiderecko 
45°48’25,06”
7°49’15,05” Larix decidua Mill. Larice 349
38 07/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint-Jean Bosco di Freiderecko 
45°48’26,04”
7°49’16,00” Larix decidua Mill. Larice 422
39 08/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint-Jean Bosco di di Freiderecko 
45°48’27,01”
7°49’15,08” Larix decidua Mill. Larice 360
40 09/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint-Jean Bosco di Freiderecko 
45°48’27,08”
7°49’16,08” Larix decidua Mill. Larice 373
41 10/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint-Jean Bosco di protezione  Freiderecko 
45°48’26,09”
7°49’16,04” Larix decidua Mill. Larice 472
42 11/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint-Jean Bosco di Freiderecko 
45°48’27,05”
7°49’17,07” Larix decidua Mill. Larice 500
43 12/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di di Pont-Sec
45°44’48,06”
7°51’15,07” Picea abies (L) H. Karst. Abete rosso 394
44 13/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di  di Pont-Sec
45°44’47,03”
7°51’14,08” Larix decidua Mill. Larice 414
45 14/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di di Pont-Sec
45°44’48,05”
7°51’15,06” Larix decidua Mill. Larice 351
46 15/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di  di Pont-Sec
45°44’47,03”
7°51’14,02” Acer pseudoplatanus L. Acero montano 315
47 16/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di di Pont-Sec
45°44’47,00”
7°51’14,09” Picea abies (L) H. Karst. Abete rosso 458
48 17/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di di Pont-Sec
45°44’46,06”
7°51’21,04” Larix decidua Mill. Larice 335
49 18/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di  di Pont-Sec
45°44’42,01”
7°51’18,01” Picea abies (L) H. Karst. Abete rosso 375
50 19/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di di Pont-Sec
45°44’43,00”
7°51’18,04” Picea abies (L) H. Karst. Abete rosso 350
51 20/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di  di Pont-Sec
45°44’41,01”
7°51’21,00” Picea abies (L) H. Karst. Abete rosso 402
52 21/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di di Pont-Sec
45°44’38,05”
7°51’22,02” Picea abies (L) H. Karst. Abete rosso 413
53 22/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di di Pont-Sec
45°44’36,05”
7°51’29,07” Picea abies (L) H. Karst. Abete rosso 370
54 23/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di protezione di Pont-Sec
45°44’39,02”
7°51’27,05” Acer pseudoplatanus L. Acero montano 304
55 24/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di protezione di Pont-Sec
45°44’39,09”
7°51’26,01” Larix decidua Mill. Larice 364
56 25/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di protezione di Pont-Sec
45°44’44,30″
7°51’25,10″ Picea abies (L) H. Karst. Abete rosso 438
57 26/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di protezione di Pont-Sec
45°44’47,80″
7°51’24,60″ Larix decidua Mill. Larice 372
58 27/E168/AO/02 Aosta Gressoney-Saint- Jean Bosco di protezione di Pont-Sec 45°44’48,60″ 7°51’18,90″ Picea abies (L) H. Karst. Abete rosso 473
59 01/E369/AO/02 Aosta Issime Champriond
45°41’38,32”
7°51’34,21” Thuja plicata Donn ex D. Don. Tuia gigante 341
60 02/E369/AO/02 Aosta Issime Seingle Superiore
45°40’42,37″
7°51’32,62″ Fagus sylvatica L. Faggio 386
61 01/E458/AO/02 Aosta La Salle Derby
45°43’35,75”
7°05’39,09” Castanea sativa Mill. Castagno 763
62 01/F726/AO/02 Aosta Morgex Grigne Rosse
45°46’54,02”
7°02’59,12” Larix decidua Mill. Larice 507
63 01/F987/AO/02 Aosta Nus Mazod
45°44’30,64”
7°27’30,43” Morus nigra L. Gelso nero 288
64 01/G459/AO/02 Aosta Perloz Pessé 45°37’58,82” 7°47’36,55” Fraxinus excelsior L. Frassino maggiore 381
65 01/G854/AO/02 Aosta Pont-Saint-Martin Giardini pubblici, Via Caduti del Lavoro 21 45°35’24,26” 7°47’54,51” Taxus baccata L. Tasso 263
66 01/G860/AO/02 Aosta Pontey Gimiod
45°43’54,29”
7°35’58,15” Morus nigra L. Gelso nero 250
67 01/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco d Artalle  45°35’44,57″ 7°08’37,04″ Larix decidua Mill. Larice 430
68 02/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco  di Artalle ( 45°35’44,55″ 7°08’38,89″ Larix decidua Mill. Larice 400
69 03/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di di Artalle  45°35’44,67″ 7°08’39,66″ Larix decidua Mill. Larice 370
70 04/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di Artalle  45°35’45,22″ 7°08’00,10″
Larix decidua Mill. Larice 371
71 05/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco   di Artalle  45°35’43,37″ 7°08’39,47″ Larix decidua Mill. Larice 361
72 06/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di  Artalle  5°35’43,03″ 7°08’01,63″
Larix decidua Mill. Larice 399
73 07/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di  Artalle  45°35’43,78″ 7°08’01,07″
Larix decidua Mill. Larice 352
74 08/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di  Artalle  5°35’44,18″ 7°08’00,67″
Larix decidua Mill. Larice 411
75 09/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di  Artalle  45°35’44,44″ 7°08’01,82″
Larix decidua Mill. Larice 365
76 10/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di  Artalle  45°35’45,07″ 7°08’01,26″
Larix decidua Mill. Larice 386
77 11/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di  Artalle  45°35’44,74″ 7°08’00,88″
Larix decidua Mill. Larice 394
78 12/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di  Artalle  45°35’44,50″ 7°08’02,28″
Larix decidua Mill. Larice 366
79 13/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di  Artalle  45°35’43,37″ 7°08’02,93″
Larix decidua Mill. Larice 422
80 14/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di  Artalle 
45°35’42,59″
7°08’04,73″
Larix decidua Mill. Larice 370
81 15/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di  Artalle  45°35’44,42″ 7°08’04,20″
Larix decidua Mill. Larice 409
82 16/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di  Artalle  45°35’43,99″ 7°08’04,22″
Larix decidua Mill. Larice 355
83 17/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame i Bosco di  Artalle  5°35’44,66″ 7°08’05,81″
Larix decidua Mill. Larice 352
84 18/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di  Artalle  45°35’41,41″ 7°08’14,76″
Larix decidua Mill. Larice 435
85 19/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di  Artalle  45°35’42,98″ 7°08’38,79″ Larix decidua Mill. Larice 364
86 20/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di  Artalle 
45°35’42,50″
7°08’38,73″ Larix decidua Mill. Larice 362
87 21/H262/AO/02 Aosta Rhêmes-Notre-Dame Bosco di  Artalle  45°35’42,38″ 7°08’38,58″ Larix decidua Mill. Larice 390
88 01/H673/AO/02 Aosta Saint-Oyen Château Verdun – Via Flassin, 3
45°49’26,30”
7°12’54,19” Laburnum alpinum (Mill.) Bercht. e Presl Maggiociondolo
305
89 01/H676/AO/02 Aosta Saint-Vincent Viale Piemonte, 72
45°45’10,41”
7°38’30,22” Abies cephalonica Loudon Abete greco 365
90 02/H676/AO/02 Aosta Saint-Vincent Via Billia/Via Marconi
45°45’06,22”
7°38’28,32” Platanus acerifolia (Aiton) Wild Platano comune 472
91 01/L582/AO/02 Aosta Valgrisenche Bosco di protezione di Arolla 
45°35’17,62″
7°02’31,12″
Larix decidua Mill. Larice 491
92 02/L582/AO/02 Aosta Valgrisenche Bosco di protezione di Arolla 
45°35’20,50″
7°02’32,56″
Larix decidua Mill. Larice 364
93 03/L582/AO/02 Aosta Valgrisenche Bosco di protezione di Arolla 
45°35’17,86″
7°02’32,38″
Larix decidua Mill. Larice 489
94 04/L582/AO/02 Aosta Valgrisenche Bosco di protezione di Arolla 
45°35’16,54″
7°02’34,18″
Larix decidua Mill. Larice 388
95 05/L582/AO/02 Aosta Valgrisenche Bosco di protezione di Arolla 
45°35’15,28″
7°02’34,54″
Larix decidua Mill. Larice 387
96 06/L582/AO/02 Aosta Valgrisenche Bosco di protezione di Arolla 
45°35’15,46″
7°02’35,38″
Larix decidua Mill. Larice 427
97 07/L582/AO/02 Aosta Valgrisenche Bosco di protezione di Arolla 
45°35’15,28″
7°02’36,76″
Larix decidua Mill. Larice 361
98 08/L582/AO/02 Aosta Valgrisenche Bosco di protezione di Arolla  45°35’14,32″ 7°02’34,66″
Larix decidua Mill. Larice 400
99 09/L582/AO/02 Aosta Valgrisenche Bosco di protezione di Arolla  45°35’11,00″ 7°02’22,00″ Larix decidua Mill. Larice 376
100 10/L582/AO/02 Aosta Valgrisenche Bosco di protezione di Arolla 
45°35’15,70″
7°02’32,56″
Larix decidua Mill. Larice 463
101 11/L582/AO/02 Aosta Valgrisenche Bosco di protezione di Arolla  45°35’17,08″ 7°02’30,76″
Larix decidua Mill. Larice 572
102 12/L582/AO/02 Aosta Valgrisenche Bosco di protezione di Arolla 
45°35’09,82″
7°02’35,20″
Larix decidua Mill. Larice 355
103 13/L582/AO/02 Aosta Valgrisenche Bosco di protezione di Arolla 
45°35’00,16″
7°02’39,76″
Larix decidua Mill. Larice 438
104 14/L582/AO/02 Aosta Valgrisenche Bosco di protezione di Arolla 
45°34’31,22″
7°02’54,58″
Larix decidua Mill. Larice 375
105 15/L582/AO/02 Aosta Valgrisenche Bosco di protezione di Arolla  45°35’39,14″ 7°02’45,82″
Larix decidua Mill. Larice 361
106 01/L647/AO/02 Aosta Valsavarenche Bosco di protezione di Bien  45°34’48,00″ 7°13’32,00″ Larix decidua Mill. Larice 429
107 02/L647/AO/02 Aosta Valsavarenche Bosco di protezione di Bien 
45°34’48,79″
7°13’32,25″ Larix decidua Mill. Larice 438
108 03/L647/AO/02 Aosta Valsavarenche Bosco di protezione di Bien 
45°57’44,80”
7°21’41,90”
Larix decidua Mill. Larice 372
109 04/L647/AO/02 Aosta Valsavarenche Bosco di Bien  45°57’43,50” 7°21’46,50”
Larix decidua Mill. Larice 368
110 05/L647/AO/02 Aosta Valsavarenche Bosco  di Bien  45°57’34,00′ 7°21’46,70”
Larix decidua Mill. Larice 348
111 06/L647/AO/02 Aosta Valsavarenche Bosco di  Bien 
45°57’31,10”
7°21’53,30”
Larix decidua Mill. Larice 358
112 07/L647/AO/02 Aosta Valsavarenche Bosco di  Bien
45°57’30,70”
7°21’54,70”
Larix decidua Mill. Larice 373

Fonte Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali  anno 2017

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11260

Lavarone Malga Laghetto Avéz del Prìnzep (L’Abete del principe)

Lavarone, un comune della provincia di Trento. Molte frazioni sparse, un po’ più di 1000 abitanti. Nel territorio comunale è presente un piccolo lago attorno al quale Sigmund Freud spesso andava a passeggio.  C’è un’area SIC denominata “Malga Laghetto”. In vicinanza, il grande abete Principe, Si dice che forse è l’abete fra i più alti d’Europa  con i suoi  50 mt di altezza  con circonferenza intorno ai 5 metri. L’altezza nel 1982  era 50 mt nel 1997 passa a 54 mt.  Tiziano Fratus nella rubrica di cercatore di Alberi sulla Stampa in un articolo del 2013 descrive il percorso per raggiungerlo: “ Proprio di fronte ad un vecchio albergo parte il sentiero che costeggia sia il lago sia il bosco, per arrivare, cinque-sette minuti dopo serenamente ai piedi della piattaforma costruita intorno al gigante bianco, all’abete ( Abies alba) dal tronco leggermente inclinato a sud, con la punta della chioma che sfiora i 54 metri.  A Lavarone il  gigante alpino presenta una circonferenza del tronco alla base di sei metri, mentre a petto d’uomo mi fermo ai 500 cm. Il nome deriva dal “Prinzipe” , ovvero il podestà, il vecchio sindaco, che negli anni Trenta del XX secolo rifiutò l’abbattimento dell’albero. La sua base è colossale, raccoglie luce sula corteccia, come molti alberi da bosco richiede tempo per imprimersi nell’ immaginazione. Seduti si viene accarezzati dal vento che corre sulla superficie del lago e coccolati dal gorgoglio del ruscello che non smette mai di cantare”.

Nel 1982 le dimensioni del tronco erano 480 cm ma l’interesse in questo caso sta nell’altezza di 50 metri del censimento del CFS.  

Piattaforma, scalette in legno, pannelli indicatori, staccionate; quanto interesse c’è intorno a questo gigante e colosso, che sta sempre lì per essere abbracciato.

Ecco alcune foto trovate  in rete che mostrano come l’abete sia diventato un centro d’attrazione turistica. Alcuni abeti bianchi tra i più alti d’Italia stanno anche qui vicino a noi nell’abetina di Rosello in Abruzzo e  nel Bosco degli Abeti soprani a Pescopennataro a cui rimandiamo per la lettura in un nostro post . Anche da queste parti alcuni abeti  Soprani e di Rosello come il Principe di malga Laghetto,  che qui potremo chiamare gli abeti “Sovrani” al posto di “Soprani” meritano un interesse e una maggiore attenzione.

 

 

 

Alberi Monumentali della regione Veneto (segnalazione)

Gli alberi monumentali del  censimento della Regione Veneto e decretati monumentali con la Delibera di Giunta Regionale n. 849 del 15.05. 2012 sono consultabili  a questo link effettuando una ricerca sia sulla base della Specie di appartenenza  in riferimento alla Provincia ove ricade l’albero.

Per ogni albero monumentale del Veneto è possibile visionare, oltre che il nome scientifico e locale della Specie, il materiale iconografico e i dati estrapolati dalle Schede Rilievo, che permettono la localizzazione geografica, l’individuazione della pianta e le sue dimensioni.

Platano dei cento e bersaglieri Fonte Google maps

 Platano dei Cento Bersaglieri è  situato in località Platano, frazione di Caprino Veronese. È fatto risalire all’anno 1370-  È passato alla storia come il Platano dei cento Bersaglieri in quanto si vuole che nel 1937 durante le grandi manovre estive dell’Esercito Italiano si nascosero fra le sue fronde e nelle sue cavità una intera compagnia di cento Bersaglieri. Pare anche che nell’inverno del 1944 le truppe Tedesche decisero di sfoltirlo, per paura che i Partigiani potessero tendere agguati su di esso.

 

Platano dei Cento Bersaglieri

Monteu Roero, Cascina Avai, Il grande castagno o meglio la “Castagna granda”

Siamo nel Roero in provincia di Cuneo,  alcuni amici del Piemonte, ci hanno mandato delle foto della “Castagna granda” situata nel Comune di Monteu Roero . L’albero è inserito nell’elenco regionale  degli alberi monumentali della Regione Piemonte con un circonferenza di 970 cm. Ha un’età presumibile  di circa 400 anni. Come molti alberi è  identificato con  un nome locale: “PRELA D’LA CASTAGNA GROSA” (Fonte: la Linfa nelle Vene di Tiziano Fratus).

Pergine Valsugana un platano con tanti amici,da gli alberi di Valido Capodarca

Le immagini che posso proporre di questo platano sono state da me scattate nel 1992. Allora le sue dimensioni parlavano di m. 5,25 di circonferenza, 30 metri di altezza e 30 metri di diametro di chioma. Chi guardasse invece, oggi, le immagini che ci fornisce Google Earth, vedrebbe un albero di dimensioni sensibilmente maggiori, una pianta rigogliosissima, un’autentica meraviglia della natura. Infatti da decenni è stata riconosciuta ufficialmente come “monumento naturale”. Non poteva essere diversamente, viste le attenzioni che essa riceve da parte sia dei suoi concittadini di Pergine Valsugana (TN) che dell’amministrazione comunale. I perginesi ne vanno orgogliosi: guai a chi lo tocca! L’albero, che ombreggia larga parte di piazza Gavazzi, sembra essere messo lì apposta, per dare il benvenuto a chi entra in paese proveniente da Trento. L’età dovrebbe superare i 200 anni: si pensa sia stato piantato in occasione di un passaggio di Napoleone nel 1990. Sicuramente era già grande quando, nel novembre del 1918, il generale Pennella entrava in città con le sue truppe dopo la cacciata degli austriaci.
Dicevamo delle attenzioni che riceve da sempre da parte del suo comune. Quando, decine di anni fa, venne costruita l’aiola attorno al suo tronco, essa venne costruita in modo da convogliare verso le radici tutta l’acqua piovana che si raccoglieva in essa. Le radici hanno un’estensione di almeno 30 metri tutto attorno al piede della pianta, e creano non pochi problemi quando si deve scavare per lavori di riparazione alle varie condutture sotterranee, ma ogni volta gli operai pongono la massima attenzione a non danneggiarle.
Periodicamente, arrivano presso il platano i Vigili del Fuoco, a scandagliare l’interno della chioma con le scale dei loro automezzi, asportare gli eventuali rami secchi e apportare tutte le cure necessarie per la salvaguardia, oltre che della pianta, anche dell’incolumità dei cittadini. Quanti comuni, dovrebbero prendere esempio!

Fonte Valido Capodarca dal gruppo facebook molisealberi e amanti degli alberi monumentali

Platano di Pergine Valsugana anno 1992-1993 Foto di Valido Capodarca

Platano di Pergine Valsugana  a inizi del 900

Fonte http://www.vitatrentina.it/rivista/2014/anno-89-n-32/Nel-cuore-pulsante-di-Pergine-Valsugana/Pergine-il-platano-agli-inizi-del-1900/(language)/ita-IT

 

Platano di Pergine Valsugana anno 2016 da Google Earth

IL PLATANO DI PERGINE OGGI
Grazie a Google, possiamo oggi vedere subito qual è la situazione attuale del platano di Pergine Valsugana. A distanza di 21 anni dall’ultima foto, abbiamo una ulteriore dimostrazione di quanto la pianta sia amata dalla sua gente e dagli amministratori comunali della cittadina trentina. Oggi il Platano è circondato da un’ampia aiola verde e il traffico è stato allontanato. L’albero ricompensa le attenzioni ad esso dedicate, fornendo un eccezionale biglietto da visita della sua città per chi entra in Pergine.

Un classico esempio di un albero amico di tutti.

 

 

Sardegna Illorai località “Sa Melabrina” la roverella tra le più grandi d’Italia

Un omaggio di molisealberi  alla Sardegna,  dove probabilmente c’è una roverella che supera gli 800 cm di circonferenza, tra le più grandi d’Italia.  Andiamo a leggere su wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Quercus_pubescens ed è scritto: la più grande roverella  comunque sembra essere in Sardegna ad Illorai in località “Sa Melabrina” le sue dimensioni sono di metri 8.80 di circonferenza e metri 24 di altezza ed un’età plurimillenaria inserita in un bosco ad evoluzione naturale gestito dall’Ente Foreste della Sardegna. Valido Capodarca così nel 2014  in un post scrive: “Fino ad oggi la  classifica delle querce italiane che superano gli otto metri vedevano la roverella di Sa Melabrina  con una circonferenza del tronco di mt 8. 37”. Nel libro Grandi alberi in Sardegna di  Siro Vannelli del 1989 era indicata la circonferenza mt di 7,40. Nel 2014 dal censimento degli alberi monumentali della Regione Sardegna i cui dati possono essere visti a questo link  http://www.datiopen.it/it/opendata/Regione_Sardegna_Alberi_Monumentali la circonferenza indicata mt 7,50. Noi di molisealberi non facciamo classifiche,  sta di fatto che nella  Foresta Burgos di Illorai c’ è un sentiero che attraversa  maestosi esemplari di roverelle e lecci, fra cui poter ammirare anche la roverella, in località Sa Melabrina e il nuraghe Sa Paule Ruja, e Murones  Ecco alcune foto trovate sulla rete della maestosa Roverella.

Illorai roverella di Sa Melabrina

Fonte: http://www.civica19.com/img/album/alberi_antichi_2012/slides/093%20SS%20Illorai%20roverella%20di%20Sa%20Melabrina%2003.html

Illorai roverella di Sa Melabrina

Fonte https://www.flickr.com/photos/jokermanssx/8165033568/sizes/l/

per ulteriori dettagli e per chi va in cerca di alberi in Sardegna si consiglia di Tiziano Fratus “Itinerari per cercatori di alberi in Sardegna” anno 2013 a questo link

https://homoradixnew.files.wordpress.com/2013/12/itinerari_sardegna_2013.pdf

 

 

Monleale in Piemonte la roverella ormai scomparsa dal libro: “la Linfa nelle Vene” di Tiziano Fratus

Partiamo dall’anno 2005.  Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 12 del 24/03/2005  con la Deliberazione della Giunta Regionale 14 febbraio 2005, n. 83 ad oggetto (omissis) LA GIUNTA REGIONALE ..delibera  di approvare la dichiarazione di notevole interesse pubblico ai sensi dell’art.140 del D.LGS. 22.01.2004 n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) in riferimento all’ Elenco di Alberi Monumentali giudicati di interesse paesaggistico-ambientale e storico-culturale del Piemonte, ai sensi della L.R. n. 50/95 situati nei Comuni di Novi Ligure (AL) Stresa (VB) Pietraporzio (CN) Monleale (AL) Bioglio (BI);   di dare atto che i soggetti arborei interessati risultano, nello specifico, come dall’elenco appresso riportato:  Novi Ligure (AL)    Rovere    In strada Castellone n.11  Stresa (VB)    Cedro    In C.so Re Umberto I n.15  Pietraporzio (CN)    Larice    Nel Vallone del Piz,  Monleale (AL)    Roverella    In direzione San Sebastiano  presso la località Cà del Pep o Pepnei  Bioglio (BI)  Castagno   Nel parco ex Villa della Famiglia  Sella.

Roverella di Monleale ormai scomparsa

La storia della Roverella in località Cà del Pepnei o del Pep del Comune di Monleale in provincia di Alessandria c’è la racconta Tiziano Fratus nel sul libro: “La Linfa nelle Vene”. Quest’albero, faceva parte del volume: “Gli Alberi monunematli d’Italia” e nell’elenco dagli alberi monumentali del Piemonte anno 2006 era scritto: “esemplare di singolare bellezza”. Poi non è stato più inserito  nel libro degli alberi monumentali del Piemonte (II edizione anno 2008). Per un  cercatore di alberi qualcosa non tornava, per cui Fratus si chiese come mai fosse stata esclusa da Alberi monumentali del Piemonte. L’albero come scritto nel libro (anno 2012): è spento è un relitto archeologico, circondato dagli sbancamenti di una cava che hanno ben pensato di attivare a ridosso dlell’albero, di ciò che resta di questo che è stato un albero grandioso. Infatti la circonferenza del tronco misurata era di 576 cm,  ma l’aspetto che potrebbe far ridere o piangere nel racconto alla fine e che sul tronco della roverella c’era affisso un documento, protetto dentro una camicia in plastica con su scritto: “Ho resistito quasi 100 anni fino a quando ci ha messo le mani l’Assessoe provinciale (omissis)…. Alla fine Tiziano cita una frase di Alexander von Humboldt e che noi condividiamo:” Vi è qualche cosa d’imponente e maestoso nell’aspetto dei vecchi alberi e la violazione di questi monumenti della natura è severamente punita in paesi privi di monumenti artistici”. Non so se pensare di vivere in una civiltà avanzata oppure in una declinazione prossima al suo complemento.

Ecco alcune foto  della ex Roverella di Monleale ultima circonferenza del tronco 575 cm  ormai morta Fonte Comune di Monleale è scritto: ora purtroppo seccata, e dal sito sugli alberi monuemntali della Provincia di Alessandria http://digilander.libero.it/alberial/01index/0100hp00.htm Altra Fonte: Terre di grandi alberi di Tiziano Fratus  https://homoradixnew.files.wordpress.com/2012/01/terredigrandialberi_doku_elenchialberimonumentali.pdf

Roverella di Monleale ormai scomparsa