I Boschi del Molise alcune proposte di gestione.

Dei 136 comuni molisani circa 50 hanno una superficie boschiva sotto il 20% del loro territorio ed in particolare nella provincia di Campobasso. Il problema non è solo la superficie ma anche la qualità dei boschi che possiamo definire in alcune aree “scadente”.

Molise siti di importanza Comunitaria e limiti comunali
Molise siti di importanza Comunitaria e limiti comunali

In un precedente articolo e dai dati della carta forestale della Regione Molise, si individuava, dopo i querceti di roverella, le cerrete mesoxerofile e quelle mesofile, al quarto posto la copertura del suolo da parte delle latifoglie di invasione miste e varie pari al 8,66% dei 160.000 Ha della superficie boscata del molise. Questo dato numerico sicuramente è in aumento, tra diversi anni, dipende molto anche dall’azione dell’uomo, saremo invasi non solo dagli alieni (visto che secondo molti il Molise non esiste) ma dalle latifoglie miste e varie e da arbusti di ginestre, rovi, alianteti, robinieti, prugnoli, saliceti ecc…, oltre che da superfici ridotte all’agricoltura (aree dismesse, siti inquinati, ex cave, ex pale eoliche, ex colitvi, ex strade interpoderali e montane, ex aree industriali e artigianali ecc.. ). Si ipotizza un aumento stimabile al 20-25% della superficie “invasiva delle piante” che non sono “veri” boschi con problemi di gestione, di pericolosità geologica, di consumo di suolo, di incendi, di dissesto idrogeologico, di frane.

Molti boschi non sono poi in condizioni migliori, spesso non c’è rinnovazione. I boschi privati spesso sono abbandonati o tagliati irrazionalmente per il solo scopo di fare più legna possibile per fini economici, anche perchè nei cedui solo dopo 18-22 anni in media posso ritornare a fare legna in quel bosco.

La legna è un bene economico primario e le prescrizioni di massima e di polizia forestale e la legislazione forestale vigente non sempre hanno un buon effetto visto le irrisorie sanzioni che prevedono. Se la superficie boschiva o meglio i terreni abbandonati all’agricoltura e “marginali” stanno sempre aumentando in particolare in Provincia di Isernia, non dobbiamo essere contenti perchè occorre vedere cosa fare con questi suoli polverizzati, frammezzati con vegetazione soggetta più facilmente ad incendi, malattie, e danni di varia natura provocati spesso anche dall’uomo.

Occorre quindi partire da una azione programmatica come citava il vecchio Piano Forestale Regionale nel 2006 che citiamo:
– tutela e miglioramento del patrimonio forestale del Molise;
– miglioramento degli strumenti di conoscenza, normativi e informativi sulle risorse forestali; (personale che deve conoscere la storia del bosco, valutare, stimare, informarsi ecc.. su come “migliorare” un bosco importante il ruolo dell’operatore forestale nella gestione del patrimonio boschivo in un quadro di sicurezza e di professionalità)
– aumento dei livelli di occupazione e delle occasioni di impiego legati al miglioramento produttivo della filiera bosco – prodotti della selvicoltura (non tutti vogliono intraprendere il lavoro del “legnaiuolo” termine che a noi non piace ma meglio parlare di operatore forestale che conosce le tecniche di utilizzazione forestale, la cura e il taglio del bosco)
– miglioramento dell’offerta dei servizi turistico – ricreativi connessi al patrimonio forestale (funzione che sta avendo sempre una sua importanza come il selviturismo, l’economia che ruota intorno ad un grande albero, le caminate in bosco, le aree pic-nic, ecc..)
– Gestione forestale sostenibile (GFS), che prevede il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali senza compromettere quelli delle generazioni future, garantendo la perpetuità dei valori del bosco, con specifiche azioni per il mantenimento ed il miglioramento della biodiversità.
– lavori selvicolturali di prevenzione degli incendi e manutenzione dei soprassuoli boschivi;
– ripulitura delle fasce boscate limitrofe alle strade d’accesso e d’attraversamento di superfici boscate;
– creazione di cinture verdi parafuoco ai margini dei boschi limitrofi ai campi coltivati;
– formazione e qualificazione professionale.
– allontanamento dei residui vegetali accumulati negli strati superficiali del suolo (resti di lavorazione, ramaglia, piante secche);
– potatura dei rami secchi e bassi, onde evitare che eventuali incendi radenti possano tramutarsi in incendi di chioma;
– sfoltimento dei rimboschimenti troppo densi;
Molte sono le funzioni di un bosco per una sua migliore gestione, che non è solo produttiva. Il bosco è sempre “il bosco” anche se spesso si classificano i boschi protettivi e produttivi. A noi questa distinzione non piace. Tutti i boschi se ben gestiti ci proteggono sempre da molti fattori avversi.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.